In Polonia sulle dune mobili in riva al Mar Baltico
In uno dei punti più settentrionali della Polonia, sulle rive del Mar Baltico, le dune mobili dello Słowiński National Park sono una destinazione amata dagli appassionati di hiking e delle attività outdoor.

I ricordi della Seconda guerra mondiale fra le foreste
Nei 18 mila ettari dell’area protetta non troverete solo le incredibili formazioni sabbiose che hanno meritato a questo tratto di costa l’appellativo di Sahara polacco, ma anche foreste, laghi costieri, villaggi e tracce di una storia recente dai risvolti drammatici. L’area fu infatti utilizzata dai Nazisti come terreno sperimentale per testare missili antiaerei Rheintochter (Figlia del Reno) e balistici Rheinbote (Messaggero del Reno), compresi i razzi V2.
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la zona venne occupata dall’esercito sovietico e successivamente fu utilizzata come stazione di controllo dei razzi polacchi destinati ad esplorare l’atmosfera.
Oggi un museo permette di visitare il sito e di contestualizzarlo: si scoprono i resti dei bunker e delle altre infrastrutture militari, mentre in esposizione ci sono vari modelli di missili e altre tipologie di armamenti. Una piattaforma permette di osservare i dintorni dell’area museale che è circondata da foreste e dune.

Le sabbie che si muovono, un’attrazione unica in Europa
Come accennato, la grande attrazione della zona sono le dune mobili, la più grande area di questo tipo esistente nell’Europa Centro Orientale tanto da essere protetta come Riserva della Biosfera dell’UNESCO. Le sabbie più antiche sono di colore grigio e si sono coperte di vegetazione, ma le sabbie più giovani, quelle attive che possono spostarsi fino a 12 metri in un anno, nelle giornate di sole risplendono di un bianco abbacinante e conferiscono al paesaggio un aspetto desolato e lunare.
I visitatori che salgono verso le creste più alte suggeriscono l’idea di una catastrofe, un’atmosfera allucinata da “day after tomorrow”. Dopo aver percorso un paio di chilometri nella foresta a piedi, in bicicletta o a bordo dei trenini turistici si arriva alla base della Duna di Łącka, una di quelle aperte al pubblico, mentre altre zone dell’area protetta sono interdette. La duna, la più grande del Parco Nazionale Słowiński, prende il nome da un villaggio oggi sommerso e si sposta continuamente verso est a causa dei venti occidentali che soffiano dal mare.
Con i piedi che sprofondano nella sabbia a ogni passo, si inizia una faticosa ascesa verso la cresta sommitale che si eleva una cinquantina di metri sul livello del mare. Il versante sottovento da cui saliamo è quello più corto ma anche il più ripido; quando le raffiche si fanno più forti ci si può fermare ad ascoltare il dune dusting, il rumore provocato dai granelli di sabbia che scorrono con il vento.

Un immenso scenario fra il Mar Baltico e i laghi costieri
In cima lo spettacolo è straordinario: da una parte il Baltico, incessantemente mosso dai venti che lo fanno mugolare anche nelle giornate di bel tempo; all’interno, verso sud, c’è il Lebsko Lake, un lago costiero con una superficie di 7 mila ettari, il terzo più grande lago della Polonia.
Sotto di noi, un angolo di foresta pietrificata dove le sabbie hanno avuto la meglio sulla vegetazione, ma tutto intorno si estende la grande foresta che copre quest’angolo della regione Pomerania. Il contrasto fra il candore della sabbia e il verde dei boschi è qualcosa che emoziona profondamente. L’ambiente è ostile a quasi tutte le forme di vita siano esse vegetali o animali. Resistono solo le piante pioniere che in certi casi riescono a stabilizzare le dune. Si vedono volare parecchi uccelli, ma nessuno nidifica sulle dune mobili, sono uccelli acquatici che vivono sul lago, come l’aquila pescatrice. Con un po’ di fortuna si potranno avvistare cervi, caprioli o cinghiali che vivono nella foresta e di tanto in tanto escono all’aperto.
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Gli itinerari a piedi e in bicicletta
Il Parco Nazionale offre più di 170 chilometri di sentieri tracciati sia fra le dune sia sulle rive del mare. Uno dei percorsi più apprezzati, ma anche più impegnativi, è quello denominato Nadmorski (Costiero) che collega la località di Łeba, a ovest, al villaggio di Rowy. Sono una quarantina di chilometri e lungo il percorso ci sono rari punti di appoggio per ristorarsi, ma si è a contatto con il lato più selvaggio del parco.
Vale la pena menzionare anche un sentiero di 4,5 km, che ha inizio nel villaggio di Czołpino. Un percorso meno impegnativo che attraversa la Wydma Czołpińska (Duna di Czołpino) e conduce a un faro storico situato su una duna solidificata ricoperta da una foresta di pini silvestri.
L’ottocentesco faro di Czołpino, completato nel 1875 in mattoni rossi, offre un punto panoramico a una altezza di 25 metri da cui si possono ammirare gli impressionanti paesaggi del parco.
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