In bicicletta tra i parchi della Calabria
Nell’estremo sud d’Italia, nel cuore di una Calabria ancora incontaminata, si scoprono montagne indomite. In questa zona l’itinerario attraversa quattro parchi naturali tra fitte foreste millenarie. La Ciclovia dei Parchi della Calabria serpeggia ai piedi di borghi arroccati sui pendii degli Appennini, offrendo un percorso tanto impegnativo quanto affascinante. Le strade, talvolta strette e sinuose, sono ideali per vivere momenti sospesi, immersi nella natura. Il viaggio si conclude in bellezza, con l’arrivo sulla sponda del Mediterraneo, dove si può fare un tuffo ben meritato.

Il percorso
Mormanno – Lungro 58 Km / 1 020 m D+
Considerato come la porta di accesso della Calabria, Mormanno è un magnifico borgo medievale arroccato su uno sperone roccioso a 840 m di altitudine. I suoi vicoli pittoreschi sono un invito a gironzolare in tutta calma, prima di dare inizio al nostro viaggio. All’orizzonte si staglia il massiccio del Pollino, come promessa di un’avventura indimenticabile. In pochi colpi di pedale eccoci immersi nel fitto delle foreste del Parco Nazionale del Pollino.
La strada, all’inizio in dolce pendenza, si trasforma in una piacevole discesa su una pista ciclabile che porta, al Km 19 della tappa, a Morano Calabro, uno dei ‘Borghi più belli d’Italia’. Dominato dai ruderi del suo castello, questo centro dalle stradine lastricate e scoscese merita di essere visitato a piedi, per scoprirne gli edifici storici intonacati in colori pastello. Un’altra sosta è d’obbligo, dopo 10 km, a Castrovillari, per ammirare la sua fortezza del XV secolo prima di intraprendere un’impegnativa salita tra gli uliveti.
Arrivati in cima, una decina di chilometri più avanti, potrete fare una meritata pausa a Saracena. La sua via principale è come un balcone su cui si può passeggiare godendo dei panorami spettacolari sui paesaggi circostanti. Qualche chilometro ancora e si arriva a Lungro, località che si distingue per il suo carattere ‘esotico’. Fondato nel XV secolo da albanesi in fuga davanti all’avanzata degli ottomani, questo borgo ha saputo preservare la sua lingua, l’arbëreshë, e le sue tradizioni. Per immergersi in questa storia interessante è fondamentale fare una visita alla Cattedrale di San Nicola di Mira, decorata da mosaici bizantini.

Seconda tappa: Lungro – Bisignano 67 Km / 760 m D+
Partendo da Lungro, ci si riscalda con una bella salita di 5 km che porta al maestoso borgo di Acquaformosa, un paese arbëreshë piuttosto vivace che cela diversi tesori, tra cui la Chiesa di San Giovanni Battista, famosa per i suoi mosaici splendenti, che raffigurano scene dell’Antico e del Nuovo Testamento.
All’uscita dell’abitato, dopo una curva, il paesaggio si apre improvvisamente su una vista mozzafiato. I tornanti che portano ai piedi di San Donato di Ninea aggiungono un tocco magico al quadro. I più coraggiosi opteranno per la deviazione fisicamente impegnativa (7 km per l’andata e il ritorno e 240 m di dislivello positivo) che conduce a questa bella cittadina, dove li attenderanno numerosi siti d’interesse e magnifici punti panoramici. Proseguendo lungo l’itinerario verso San Sosti, la ciclovia passa ai piedi dell’antico borgo medievale di Policastrello, le cui strette viuzze meritano che ci si fermi a visitarle. Non lontano, San Sosti (Km 21) è un grazioso paese nei cui pressi si trova la piccola Cascata di Fra’ Giovanni, dove si può fare una sosta rinfrescante.
La ciclovia continua poi attraverso vigneti e uliveti, tuffandosi nella placida valle dell’Esaro. L’ultima impresa della giornata: la corta ma faticosa ascensione di 4 km verso Bisignano. Questa storica località vanta antiche chiese, un convento e un dinamico artigianato locale, che fa mostra di sé nelle ceramiche decorative che ornano le sue vie. Quanto alla gastronomia, non lasciatevi sfuggire lo sciusciello alla bisignanese, un piatto sostanzioso di peperoni verdi fritti in olio d’oliva, una vera bontà per concludere mirabilmente la tappa.
Terza tappa: Bisignano – Croce di Magara 58 Km / 1550 m D+
Si parte per una delle tappe più impegnative di questo itinerario! All’uscita da Bisignano comincia una lunga ascensione di 40 km, all’inizio lungo una stradina tra i vigneti. A mano a mano che si sale, l’ambiente si fa sempre più montano e offre panorami straordinari. Il profilo della Basilica di Sant’Angelo, che domina il paesaggio, annuncia l’avvicinarsi di Acri, meta perfetta per una sosta a conclusione del primo terzo del percorso e per fare un po’ di provviste prima di affrontare un tratto più selvaggio.
Da Acri la strada sale ripida per entrare nel Parco Nazionale della Sila, le cui foreste di pini e poi di larici apportano una piacevole ombra. La temperatura scende dolcemente nel corso dei chilometri percorsi e la calura della valle lascia il posto a una ben gradita frescura. Ed ecco che, a quasi 1200 m di altitudine, appare il Lago Cecita, un invaso artificiale situato al Km 46 della tappa e circondato da un paesaggio boschivo di un’incredibile bellezza. Qui è d’obbligo fare una pausa al Centro Visita Cupone, per scoprire la biodiversità unica di questa zona. La Sila è rinomata anche per la purezza dell’aria, spesso considerata come la più pulita di tutta Europa. A pochi chilometri dal lago, la tranquilla stazione sciistica di Camigliatello Silano offre un breve momento di comfort grazie ai suoi servizi e comodità.
La tappa termina su una piccola strada che serpeggia per 6 km in mezzo a un bosco fitto, con una difficile salita di 200 m di dislivello positivo, con alcuni tratti che raggiungono il 13% di pendenza. In mezzo alla natura, la remota frazione di Croce di Magara segna la conclusione di una giornata indimenticabile
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Quarta tappa: Croce di Magara – Villaggio Mancuso 72 Km / 1000 m D+
Questa tappa spettacolare ci consente di penetrare ancora più in profondità nel Parco Nazionale della Sila. Con le prime pedalate ci si muove in dolce pendenza, attraverso una rigogliosa zona agricola, prima di lanciarsi sui magnifici pendii del Monte Altare, che culmina a 1698 m di altitudine, in direzione del Lago Arvo. Il lago non è visibile dalla ciclovia, ma una deviazione di 9 km, andata e ritorno, verso la graziosa stazione balneare di Lorica, lungo una stradina incantevole, consente di godersi appieno le sue sponde. Circondato da una foresta lussureggiante di pini e faggi, l’itinerario prosegue con belle salite prima di scendere dolcemente verso il Lago Ampollino. Questo bacino artificiale, che ricorda le distese selvagge dei laghi nordici, al Km 41 della tappa, offre l’occasione per concedersi un meritato momento per riprendere fiato. Non perdetevi il Museo dell’Acqua e dell’Energia.
Da qui si imbocca una corta pista ciclabile che costeggia il lago e svela panorami straordinari. Si supera la località balneare di Caprara, con una magnifica vista: il contrasto tra l’acqua, di un blu profondo, e gli spettacolari boschi crea una scena indimenticabile. Dopo Borgo Torre Spineto, la foresta si fa così incantata che ci si potrebbe quasi aspettare di incrociare un elfo nelle sue magiche radure. Questa atmosfera fiabesca vi accompagnerà per quasi 15 km fino al Villaggio Mancuso, punto finale di questa tappa. Fondata all’inizio del XX secolo, questa località di villeggiatura si ispira all’architettura tirolese: gli chalet in legno, costruiti ai piedi di alti pini, formano una cornice pittoresca e affascinante

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Quinta tappa: Villaggio Mancuso, – Tiriolo 56 Km / 1080 m D+
Con le prime pedalate vi immergerete nell’incanto del sottobosco, dove la luce gioca con le fronde dei larici maestosi. Via via che la strada scende, gli ulivi rimpiazzano le conifere e si aprono panorami grandiosi. Al di là delle montagne, disseminate di paesi arroccati, il mare scintilla all’orizzonte. La discesa conduce, dopo 16 km, a Taverna, dove vi accoglierà Piazza del Popolo con la sua chiesa monumentale e il Museo Civico, situato nell’antico convento domenicano del XV secolo. Il museo custodisce una notevole collezione di opere d’arte, in particolare dipinti di Mattia Preti, importante pittore del XVII secolo.
A Maranise, al Km 22 della tappa, una deviazione di 4 km porta al paese fantasma di Savuci, abbandonato negli anni ’70 in seguito a inondazioni devastanti. Oggi i suoi ruderi servono da supporto a opere di street art, che hanno ridato vita al paese. Tornati sul tracciato dell’itinerario, in mezzo a castagni e a una vegetazione lussureggiante, panorami spettacolari vi accompagneranno fino al grazioso borgo di Gimigliano, le cui piazze animate invitano a fare una sosta. La tappa termina a Tiriolo, cittadina dalle origini antiche, situata una decina di chilometri più avanti.
Abbarbicata in cima a una collina, Tiriolo offre panorami sui due mari, sulle montagne della Sila e, nelle giornate più limpide, sull’Etna e sulle Isole Eolie. Dall’abitato è possibile salire a piedi fino alle rovine di un’antica fortezza normanna, il Castello Sant’Angelo: l’inizio della sua costruzione è datato all’anno 1000. Il castello è il luogo ideale per contemplare il tramonto in un panorama a dir poco mozzafiato.
Sesta tappa: Tiriolo – Torre di Ruggiero 64 Km / 1350 m D+
Si lascia Tiriolo con una discesa panoramica che serpeggia verso Settingiano e Sarrottino. Si passa rapidamente nella valle del Corace prima di intraprendere una nuova bella ascensione. Salendo vedrete i paesaggi aprirsi su colline tappezzate di uliveti, con le montagne sullo sfondo.
Porta di accesso all’Aspromonte, la città medievale di Girifalco, situata a metà tappa, invita a fare una sosta. Le sue stradine custodiscono un ricco patrimonio religioso, come la Chiesa di San Rocco, capolavoro barocco eretto alla fine del XVII secolo. Approfittatene per rinfrescarvi, prima di intraprendere la difficile salita di 5,5 km e 370 m di dislivello positivo che porta al Monte Covello, con tratti al 15% di pendenza. Ma lo sforzo viene presto ricompensato dalla quiete della foresta di alti pini che si incontra in cima, un ambiente unico e pieno di pace, propizio all’osservazione. Qui la ciclovia è carente di segnaletica. I cartelli indicano Polia o la ‘variante del Lago Angitola’, tagliando fuori Cenadi, che però si trova lungo la via ufficiale dell’itinerario.
Eppure lungo questo tratto che passa per Cenadi ci sono località che meritano una visita: San Vito sullo Ionio, con i suoi magnifici murales, oppure Chiaravalle Centrale, con un convento del XVII secolo (prevedete una deviazione di 3 km). Fate tuttavia attenzione perché alcuni tratti di questa parte del tragitto attraversano strade molto trafficate. La meta finale della tappa, Torre di Ruggiero, arroccata su una collina, emana un fascino innegabile. Le sue antiche vie ospitano belle chiese che hanno conservato il portale in granito.
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Settima tappa: Torre di Ruggiero – Villaggio Limina 57 Km / 1050 m D+
I primi 10 km di salita vi condurranno in un paesaggio segnato dalla presenza di paesi che hanno l’aria malinconica dei centri un tempo operai. Fortunatamente, la vecchia strada, parallela a quella principale, serpeggia in un piacevole ambiente boschivo. Chi ama l’artigianato può fare una rapida andata e ritorno verso Brognaturo (1,5 km), dove si possono ammirare le pipe tradizionali della famiglia Grenci.
Tornati sul tracciato dell’itinerario, si raggiunge rapidamente Serra San Bruno, nota principalmente per la Certosa di Santo Stefano, aperta al pubblico. Vera e propria porta d’ingresso del Parco Naturale Regionale delle Serre, la città lascia presto il posto a un fitto bosco in cui dominano faggi e pini. Non lontano, Mongiana racconta la sua storia industriale attraverso le vestigia delle Reali Ferriere e della Fabbrica d’Armi. Il MuFAR (Museo delle Reali Ferriere e della Fabbrica d’Armi) consente di immergersi in questo affascinante passato. Le strade tortuose, tra montagne alte tra i 1200 e i 1400 m, offrono panorami spettacolari. Il centro di Fabrizia, disposto ad anfiteatro su uno sperone roccioso al Km 32 della tappa, riserva bei punti panoramici. Più avanti il percorso si addentra in una foresta incantata di abeti bianchi, faggi e castagni.
Alcuni chilometri prima del Villaggio Limina, i panorami si allargano nuovamente. Questo villaggio, oggi disabitato, venne costruito in tutta fretta nel 1951 per dare alloggio ai sinistrati di Mammola, colpiti da terribili inondazioni. L’unico suo abitante, il frate eremita Damiano, accoglie volentieri i viaggiatori in questo luogo fuori dal tempo per scambiare con loro qualche parola.
Ottava tappa: Villaggio Limina – Gambarie 70 Km / 1530 m D+
I paesaggi del Parco Nazionale dell’Aspromonte sono forse i più spettacolari tra quelli in cui si muove la Ciclovia dei Parchi della Calabria. Questa penultima tappa, pervasa da un’atmosfera incantata e dai sentori del sottobosco, inizia con una salita a tratti faticosa in direzione di Canolo Nuova. Lungo questa stradina poco trafficata si susseguono panorami che spaziano sulla punta meridionale della penisola italiana.
Al Passo del Mercante, al Km 15 della tappa, a 992 m di altitudine, si attraversa un luogo carico di storia: fu qui che, nel 72 a.C., Spartaco affrontò Crasso. Tre chilometri più avanti, ci si può fermare per farsi una cultura al centro visitatori presso il paese di Zomaro, dedicato alle 2500 specie animali e vegetali che popolano questo parco eccezionale. L’itinerario si inerpica poi fino a 1250 m di altitudine, dove c’è il rifugio Il Biancospino (Km 47), punto di partenza di numerose escursioni a piedi e posto ideale per fare una sosta.
Si prosegue poi in quello che è senza dubbio il tratto più bello della ciclovia: una strada stretta che serpeggia nel fitto di una maestosa foresta di larici. In autunno il suolo si ammanta del tappeto rosso degli aghi degli alberi, creando un’atmosfera fatata, in un silenzio quasi sacro. Dopo una decina di chilometri di saliscendi in questo magico paesaggio, la discesa rivela di nuovo panorami splendidi. Un’ennesima salita conduce a Gambarie, stazione sciistica situata a 1350 m di altitudine, che fu costruita negli anni ’50 e che offre un’ultima boccata d’aria in quota prima della grande discesa finale.
Nona tappa: Gambarie – Reggio Calabria 35 Km / 190 m D+
Dopo qualche sforzo nel sottobosco all’uscita da Gambarie, vi aspetta una lunga discesa di una ventina di chilometri, che annuncia la fine di questo viaggio. Avvicinandovi alla costa, sentirete l’aria riscaldarsi, mentre i panorami si aprono sullo Stretto di Messina, il canale marittimo che separa la Sicilia dalla Calabria.
Poco dopo il cimitero di Sant’Angelo la segnaletica diventa più sporadica ed è indicata soltanto la variante sulla SP10 per Reggio Calabria, più diretta. Prendendo la direzione verso Ortì (Km 17 della tappa), la strada serpeggia sulle colline verdeggianti fino a questo grazioso paese, tra panorami straordinari. Un’ultima sosta, prima di raggiungere lo stretto, al Monastero della Visitazione, risalente al XVIII secolo, che regala un punto panoramico mozzafiato. La discesa finale attraversa un paesaggio punteggiato di vigne e fichi d’India, prima di arrivare ad Archi.
Questo tratto, caratterizzato da un intenso traffico automobilistico, si conclude felicemente in bellezza con l’ingresso a Reggio Calabria. Una magnifica pista ciclabile costeggia il mare e regala una vista magnifica sulla Sicilia, quasi fosse un invito a proseguire il viaggio. Reggio, città dai molti volti e ricca di cultura, merita che gli si dedichi una sosta prolungata. I suoi musei, le sue spiagge, il centro storico e il panorama gastronomico, caratterizzato dall’utilizzo degli agrumi tipici della zona, come il bergamotto, conquistano i viaggiatori in cerca di autenticità.