Tra i tesori archeologici e le bellezze naturali di Izmir e della costa Egea della Turchia

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Il nostro tour alla scoperta delle meraviglie della costa Egea della Turchia parte da Izmir, precisamente dall’epicentro colorato che è il Bazar di Kemeralti. È un bazar labirintico che risale al XVII secolo ed è quindi decisamente antico, ma soprattutto ben conservato. Si tratta di un eccellente esempio di architettura ottomana che ospita, come di consueto, numerosi negozi, caffè, moschee e persino sinagoghe. È un’intersezione di vicoli, cortili nascosti e caravanserragli. Poco frequentato dai turisti, che difficilmente si fermano a Izmir, in questo mercato alimentare vivacissimo la mattina presto troverete pesce fresco venduto al dettaglio, urla di acquirenti e venditori di mercanzie di ogni tipo, il richiamo alla preghiera dai minareti: quella Turchia che si pensa di trovare solo molto più a est e che affonda le radici in un passato fatto di storia antichissima e tradizioni ancora vive.

Il Bazar di Kemeralti a Izmir ©Nejdet Duzen /Shutterstock
Il Bazar di Kemeralti a Izmir ©Nejdet Duzen /Shutterstock
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Il primo insediamento di Smirne che occupava il sito di Bayrakh, a 12 chilometri dal centro, risale addirittura al III millennio a.C. Subì poi l’influenza ittita nel millennio successivo e nel X secolo a.C. fu abitato da coloni provenienti dall’isola di Lesbo. Occupato dagli Ioni, Smirne fu conquistata nel 334 a.C. da Alessandro Magno. Il seguito è una storia complessa, articolata e densissima di conquiste, assedi e distruzioni, compresi i terremoti come quello del 178, e, a seguire quelli del 1688 e del 1778. Ma il cuore di Izmir è rimasto, fortunatamente, intatto. 

C’è la torre dell’Orologio che ne costituisce il simbolo e domina la parte più antica della città. Costruzione recente rispetto alle abitazioni circostanti, ai negozi e alle moschee, risale al 1901, è in stile moresco e fu un dono dell’imperatore tedesco Guglielmo II. Da piazza Konak, dove sorge la torre, partono le stradine che arrivano fino al bazar, nei secoli passati il luogo in cui confluivano carovane di cammelli provenienti da tutta l’Anatolia. Arrivandoci di sera sembra ancora oggi di approdare in un posto fuori dal tempo, caotico e, a tratti, decadente. Il mercato chiude all’imbrunire, ma dormire a ridosso del bazar resta sicuramente un’esperienza interessante e garantisce la possibilità di assaporare il mercato quando tutto si anima. 

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A quaranta minuti di strada da Izmir si trova Selcuk, una località pressoché sconosciuta ai più. Se non fosse che, a una manciata di chilometri, sorge uno dei siti archeologici più impressionanti del mondo greco-romano, Efeso. Tra i centri antichi più ricchi e meglio conservati di tutto il Mediterraneo, Efeso, secondo la tradizione, fu fondata dalle Amazzoni o da Androcolo, guidato da un pesce e da un cinghiale, come predetto dall’oracolo. Come membro della confermazione delle città ioniche, Efeso fu un punto strategico per il commercio durante l’antichità, autonomo persino da Sparta e Atene. Con oltre 250mila abitanti, fu dunque la quarta città per dimensioni, dopo Roma, Alessandria e Antiochia e punto di incontro per moltissimi popoli. 

La magnificenza di Efeso è immediatamente percepibile anche oggi appena si varca uno dei due ingressi d’accesso. Quello inferiore, meno frequentato, permette di vedere in primis la via del Porto e il Teatro grande che poteva ospitare ben 25mila spettatori. Da lì il sentiero si dipana verso altre zone del gigantesco sito che richiede una visita molto lunga e accurata, fino alla celeberrima Biblioteca di Celso, costruita nel II sec d.C., il monumento più noto di Efeso. A Efeso è estremamente piacevole vagare la mattina presto o al tramonto, quando l’area archeologica è meno battuta dai turisti “mordi e fuggi” che arrivano generalmente con i pullman in tarda mattinata.

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La celeberrima Biblioteca di Celso, a Efeso © Paola Scaccabarozzi/Lonely Planet Italia
La celeberrima Biblioteca di Celso, a Efeso © Paola Scaccabarozzi/Lonely Planet Italia

Se possibile, vale la pena dormire a Selcuk e magari visitare il sito due volte, la sera e la mattina seguente. Purtroppo il biglietto è valido però per un solo ingresso, ma si tratta di un’esperienza davvero straordinaria e il bis costituisce un’opportunità unica per rivivere appieno la bellezza di un luogo così imponente e affascinante. Da non tralasciare, sempre a Selcuk, il museo (di Efeso), compreso nel biglietto. Sono sufficienti le due statue di Artemide con più file di seni per lasciare il visitatore senza fiato. Il tempio dedicato ad Artemide, di cui è rimasto molto poco, era il più grande dell’antichità. 

Sempre a Selcuk, è imperdibile, una visita alla Basilica di San Giovanni. Luogo di culto che, in epoca bizantina richiamava migliaia di pellegrini, ancora oggi è un posto dal sapore mistico. Io ci ho trovato un gruppo di artisti provenenti da tutto il mondo assorti in meditazione. Pare che lì dimorino i resti di San Giovanni che proprio sul colle di Selcuk scrisse il suo Vangelo.

Efeso è tra i centri antichi più ricchi e meglio conservati di tutto il Mediterraneo © Paola Scaccabarozzi/Lonely Planet Italia
Efeso è tra i centri antichi più ricchi e meglio conservati di tutto il Mediterraneo © Paola Scaccabarozzi/Lonely Planet Italia
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Proseguendo verso sud-est, in direzione Didim, si trova un altro sito di grande rilievo: Mileto. Qui nacquero Talete, uno dei massimi matematici dell’antichità e Ippodamo che progettò la prima città a reticolo con strade che si intersecano ad angolo retto. Mileto fu una delle più potenti città greche dell’Asia minore. Il suo maestoso teatro, visibile da lontano, sorge su un promontorio. Numerosi i resti sparsi qua e là su un sito molto esteso e, ingiustificatamente, molto poco frequentato. A partire dalle terme di Faustina, in ottimo stato di conservazione. Interessante anche il museo e la moschea Moschea İlyas Bey (1402-1421), adiacente alle rovine ellenistiche e romane. La moschea fa parte di un complesso comprendente una madrasa, ossia un istituto d’insegnamento religioso, e un hammam (complesso termale musulmano). La sala da preghiera è coperta da una splendida cupola costruita con mattoni e coperta da tegole, posata su una base ottagonale che poggia sulle quattro pareti. Al complesso di Ilyas Bey è stato assegnato nel 2012 per la sua conservazione il Premio del patrimonio culturale dell’Unione europea. 

IL tempio di Apollo a Mileto, un capolavoro di dimensioni colossali© Paola Scaccabarozzi/Lonely Planet Italia
IL tempio di Apollo a Mileto, un capolavoro di dimensioni colossali© Paola Scaccabarozzi/Lonely Planet Italia

Da qui si prosegue poi verso Didim (o Didime). Arrivarci è un attimo, una ventina di chilometri e si giunge in una città che, a una prima occhiata, sembra tutt’altro che affascinate, a causa della incontrollata espansione edilizia. Ma basta arrivare nella zona in cui fu eretto il tempio di Apollo per avere la percezione istantanea di trovarsi di fronte a un capolavoro di dimensioni colossali. Sbalorditivo per la grandezza e l’imponenza, il secondo tempio più grande dell’antichità, con 122 colonne, è in uno stato di conservazione eccellente. Importante centro religioso e di pellegrinaggio per la presenza del suo celebre oracolo, si tratta di un luogo di culto emozionante al tramonto, la notte quando viene egregiamente illuminato e la mattina presto dove capita di essere gli unici visitatori, magari insieme a un gattino errante tra le rovine. Strepitosa anche la testa di Medusa, ora posizionata all’ingresso del sito e che occupava in passato il posto d’onore nel fregio dell’architrave del tempio. 

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Il panorama sul mare di Bodrum © Bermek/Shutterstock
Il panorama sul mare di Bodrum © Bermek/Shutterstock

Sempre verso sud, una sosta interessante a due ore scarse di strada può essere la città di Bodrum. A dispetto delle aspettative, si tratta di una località di mare molto piacevole, curata, con un bel porto, una gradevole passeggiata sul mare e un centro storico che richiama in maniera evidente la sua essenza greca. Nel caso in cui si decida di fermarsi per la notte, non c’è che l’imbarazzo della scelta degli alberghi, numerosi anche i boutique hotel.  Bodrum, al di là dei numerosi monumenti da visitare (Castello, Mausoleo, Teatro Antico…) può costituire una piacevole digressione, prima di procedere con la scoperta di altri luoghi interessanti dal punto di vista archeologico. 

E ancora prima di Bodrum, venendo da Didim, per chi fosse interessato a uno sguardo all’entroterra turco, possibile una deviazione verso l’interno. Immerso nella natura e attorniato da colline punteggiate da eremi e chiese di epoca bizantina, sorge il villaggio di Kapikiri sulla sponda orientale del lago di Bafa. Senza sbocchi sul mare e misto ad acqua salata, il lago di Bafa rappresenta l’antica traccia di quello che fu l’antica espansione dell’Egeo. Numerosi i trekking possibili in quest’area, oltre all’avvistamento di oltre duecento specie di uccelli, tra cui aquile, cormorani e pellicani. A Kapikiri, per un pasto delizioso, soprattutto a base di pietanze vegetariane, è possibile sostare all’Agora Pensiyon, un’ampia casa in legno, ricca di libri e oggetti d’arte popolare, racchiusa da un bel giardino. Qui ci sono anche camere e bungalow puliti e ben arredati. Se si ha un po’ di tempo a disposizione, fermarsi è un’ottima idea perché il villaggio ha un sapore antico. È un salto all’indietro nel tempo, tra donne anziane che vendono per strada artigianato locale, galline, vacche e asini che pascolano liberi.  

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Da Bodrom a Dalyan, prossima tappa del percorso, la strada è un pochino più lunga. Circa duecento chilometri e tre ore di percorrenza per giungere a Daylan, un’affascinante cittadina affacciata sul mar Mediterraneo. Ma ciò che rende incantevole questo luogo, oltre alla presenza del fiume e alla non lontana lunga distesa di sabbia dove nidificano le tartarughe (spiaggia di Iztuzu), sono le tombe licie del VI secolo a.C. Si tratta di monumenti antichissimi scavati nella roccia e ben visibili camminando lungo il fiume. C’è un hotel semplice, ma impeccabilmente pulito, l’Arp Dalyan che offre una vista memorabile sulle tombe con tanto di terrazza, dove è possibile consumare la colazione. Durante la notte le tombe sono illuminate. Le tombe appaiono così come gemme luminose incastonate nella roccia. 

A un’ora di distanza da Daylan si trova la città marittima di Fethiye che è una delle località balneari più frequentate della Turchia. Infatti, nonostante il porto naturale sicuramente degno di nota e il centro storico molto piacevole, si tratta di un luogo molto caotico. Meglio dunque optare, a mio avviso, per un pernottamento a Kayakoi. A nove chilometri da Fethiye verso l’interno, Kayakoy è una città fantasma di quattrocento case di pietra dichiarata monumento storico del Ministero del Turismo turco. Questa cittadina, un tempo chiamata Levissi, racconta la storia della guerra greco-turca. Ha un sapore quasi mistico. La notte assume tratti surreali e di giorno conserva un’atmosfera molto gradevole e pacifica perché situato in una valle ricca di vigneti. Per dormire esistono soluzioni di vario tipo, dai camping ai boutique hotel sparsi qua e là nella vallata. 

l’antica Hierapolis, città santa, di Pamukkale ©Parilov/Shutterstock
l’antica Hierapolis, città santa, di Pamukkale ©Parilov/Shutterstock

Da qui, il circuito ad anello, si dirige verso nord alla volta di Pamukkale che si raggiunge in tre ore scarse. Con le sue formazioni bianchissime di travertino costituisce un incredibile luogo geologico dal nome evocativo. Pamukkale significa infatti letteralmente “castello di cotone”. Pamukkale è la più importante stazione termale della nazione che abbaglia già da lontano con il suo candore ed è anche un sito archeologico di enorme rilievo. Alle spalle delle impressionanti formazioni calcaree sorge infatti l’antica Hierapolis, città santa, fondata nel II a.C. da Eumene II, re di Pergamo. In una posizione incantevole, Hierapolis fu ricostruita dall’imperatore Tiberio dopo uno dei numerosi e frequenti terremoti. Fiorì nel II e III secolo d.C, soprattutto per la vicinanza alla terme. Anche questo, come molti altri siti archeologici turchi, è immenso e da visitare con estrema calma. Notevoli, in particolare, il teatro e la vasta necropoli.  

Tornando verso Izmir per riprendere il volo di ritorno e a solo un’ora di distanza da Pamukkale, meritevole è la visita di un altro luogo unico dal punto di vista archeologico. Ingiustamente trascurata e poco visitata la città di Afrodisia, Aphrodisias appunto dedicata alla dea dell’amore, è un centro molto ben conservato e ricchissimo. L’area archeologica, in grado di competere con quella di Efeso, si estende su una superficie di 520 metri quadrati e tra i tanti tesori, conserva anche il più grande stadio dell’antichità. In questo luogo adagiato in mezzo a boschi e prati, tutto è una continua scoperta che si conclude con la visita al museo perfettamente in grado di rappresentare la grandezza di Aphrodisias. Izmir ormai vicina, a poco più di due ore di auto.  

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İzmir e la costa egea settentrionale
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