Genova e il Golfo del Tigullio: idee per vivere un autunno all'aperto

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Se cercate un territorio splendido in cui trascorrere un fine settimana d'autunno restando quasi sempre all'aria aperta, circondati da un tratto di costa baciato dagli dèi, puntate decisi sulla Liguria. Muovendovi a piedi tra il levante di Genova e il Golfo del Tigullio, i vostri occhi saranno deliziati da antichi borghi, il palato da sapori senza tempo e la vostra mente, ricevuto il balsamo di tanta bellezza, inizierà a escogitare infinite scuse per rinviare il ritorno a casa.

Idillio del Golfo del Tigullio © Simon Dannhauer / Shutterstock
Idillio del Golfo del Tigullio © Simon Dannhauer / Shutterstock
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Il giro dei Forti: una puntata nell’entroterra

Il giro dei Forti è un grande classico per chi ama un rapporto intimo con il territorio, un itinerario alla portata di tutti che si avventura nel Parco Urbano delle Mura e dei Forti di Genova alla scoperta delle fortificazioni che per secoli hanno vegliato sulla grande città. Con la ferrovia a scartamento ridotto Genova-Casella si giunge alla Stazione Campi; da qui si ascende verso un’inedita Genova d’alta quota in un contesto paesaggistico di una bellezza inaspettata che fa da scenario alle architetture militari lungo il tragitto.

Verso Forte Diamante © Angelaravaioli / Shutterstock
Verso Forte Diamante © Angelaravaioli / Shutterstock

Una delle tappe più appaganti è l’incontro con Forte Diamante: conquistatelo percorrendo il sentiero a zig zag, sotto lo sguardo severo e solitario della fortificazione che domina dai suoi circa 660 m le vallate di Genova. Di grande impatto per la sua forma austera è anche il Forte Sperone, fondato nel XVI secolo e trasformato in un’inespugnabile cittadella sotto la dominazione sabauda. Sul tratto più esterno delle mura rivolte verso la città noterete il monumentale portale d’ingresso sormontato dallo stemma dei Savoia, che conserva ancora il ponte levatoio completo di meccanismo di sollevamento. 

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Boccadasse, si va verso l'inverso © marcociannarel / Shutterstock
Boccadasse, si va verso l’inverso © marcociannarel / Shutterstock

Alla scoperta di un’altra Genova: Boccadasse

I caruggi della Città Vecchia sono staordinari, pieni di odori, suoni e atmosfere, ma Genova è anche altro. Esiste una parte della città di segno opposto, che non ha nulla a che fare col Medioevo, ma è stata organizzata all’inizio del Novecento, ordinata, quasi lineare e rarefatta. Scopritela con una bella passeggiata di circa 3 km dal quartiere Foce al borgo marinaro di Boccadasse. Seguendo lo sviluppo di Corso Italia, lungo una passeggiata a mare ampia e bellissima, amata dai genovesi che vengono qui a correre e a ossigenarsi, vivrete uno dei tratti di costa più belli d’Italia dal punto di vista paesaggistico, ma anche urbanistico, tra ville Liberty e palme.

Lungo il percorso non mancano le epifanie della bellezza e le tappe obbligate. La prima quasi subito, quando sarete in prossimità del promontorio di Punta Vagno. Aggiratelo per ammirare il faro del 1931 costruito su un sito fortificato già nel Settecento. Sul lato opposto del corso spiccano ville dagli stili fantasiosi, tra cui il ‘castelletto’ eclettico di Villa Chiossone.

Più avanti vi aspetta un grande totem del rapporto tra i genovesi e i bagni di mare. A sufficiente distanza dall’invaso del Porto Antico e dai suoi traffici, in questo tratto di litorale è sorto nel 1908 l’edificio in mattoni del Lido di Albaro, fatto edificare nientemeno che dal figlioccio di Garibaldi. Negli anni ruggenti tra i ’50 e gli ’80 fu meta d’elezione dello star system nazionale e internazionale. Oggi è chiamato Lido di Genova ed è considerato lo stabilimento balneare più grande d’Europa.

Boccadasse, monocromia senza tempo © Roberto Lo Savio / Shutterstock
Boccadasse, monocromia senza tempo © Roberto Lo Savio / Shutterstock
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Capirete di essere a Boccadasse dal campanile della Chiesa di Sant’Antonio. L’edificio settecentesco fu costruito dai pescatori come semplice cappella. Scendete sul lato sinistro verso il retro per affacciarvi al belvedere. A tu per tu con il volto più instagrammato del borgo, godetevi le atmosfere ferme nel tempo del pittoresco borgo di pescatori. Vi sarà venuta fame. Il riferimento è Ge8317, la cooperativa dei pescatori di Boccadasse, che sfama lupi di mare o aspiranti tali nel suo locale amabilmente ruvido.

Portofino, troviamoci in Piazzetta © Anton_Ivanov / Shutterstock
Portofino, troviamoci in Piazzetta © Anton_Ivanov / Shutterstock

Il borgo e il Parco di Portofino

C’è solo un errore da non commettere quando si tratta di Portofino: pensare che sia un posto troppo caro e mondano e decidere di non andarci. Certo, questo non è il luogo da consigliare a chi sta cercando di battere il record mondiale del viaggio low budget, ma sapere, per esempio, che si può arrivare qui da Santa Margherita anche il autobus forse aiuta un po’ a vincere i timori reverenziali.

Vittoria piena di felici conseguenze estetiche, come capirete ben presto addentrandovi tra i caruggi di Portofino, pieni di scorci poetici e colloquiali lontanissimi dai lustrini dei negozi più blasonati. Prima o poi, inevitabilmente, sbucherete nella celeberrima Piazza Martiri dell’Olivetta, a tutti nota come Piazzetta. Tra l’affollamento di ristoranti e curiosi a caccia di un selfie ‘famoso’ godetevi la vista sullo splendore boscoso del Promontorio del Capo che si staglia sul molo. 

Se Portofino è nota in tutto il mondo per il suo richiamo mondano, non tutti conoscono le attrattive naturalistiche del suo Parco naturale. L’area protetta del Parco di Portofino preserva gran parte del promontorio ed è uno scenario ambientale di notevole bellezza. In un susseguirsi di ecosistemi naturali e di ambienti rurali dà vita a un distillato del meglio dei paesaggi liguri.

Il parco ha anche un côté marino: l’Area Marina Protetta di Portofino sprofonda in acqua a difesa di uno degli ambienti più incontaminati del Mediterraneo settentrionale ed è una meta imprescindibile per i subacquei.

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San Fruttuoso, tra la montagna e il mare © goghy73 / Shutterstock
San Fruttuoso, tra la montagna e il mare © goghy73 / Shutterstock

San Fruttuoso: il Medioevo si raggiunge in barca

Incastonata nella piccola baia boscosa ai piedi del Monte di Portofino, l’Abbazia di San Fruttuoso è un fotogramma di Medioevo congelato nel tempo. Oggi come allora l’unico modo di raggiungerla è a piedi, dalla montagna, o in barca, da Camogli, Recco, Rapallo e Genova. L’abbazia ha mantenuto intatto il suo fascino, in un angolo di Liguria dove natura e storia si amalgamano in un equilibrio tale che ci si dispiace di tornare al XXI secolo.

A partire dal XIII secolo sono i Doria a finanziare la ricostruzione e l’ampliamento degli edifici del monastero. Al loro intervento si deve il corpo abbaziale affacciato sul mare, con le caratteristiche trifore e gli archi sulla spiaggia da cui si accede alla sorgente sacra.

Uno dei simboli del complesso è la torre che sorveglia la baia appena a levante dell’abbazia. Fu intitolata all’ammiraglio Andrea Doria dagli eredi e risale al 1562. Venne eretta a protezione dalle incursioni dei temibili pirati barbareschi, ed è ancora oggi abitata da una famiglia discendente dagli antichi coloni del borgo.

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