Fuga dal caldo in Val Veny, tra santuari, ghiacciai e bivacchi storici

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Chiusa nel periodo invernale, a meno che non si usino gli sci, la Val Veny “vive” pienamente solo pochi mesi all’anno, quelli in cui le giornate sono più lunghe e il sole fa brillare il ghiacciaio della Brenva. Annidata ai piedi del Monte Bianco, questa splendida valle valdostana è la destinazione giusta per chi vuole prendersi una pausa rigenerante dall’afa urbana.

Escursionista in Val Veny al Col de la Seigne
Escursionista in Val Veny, che con la Val Ferret è una delle destinazioni più apprezzate nell’area del Bianco © Courtesy of Courmayeur Mont Blanc
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Il santuario di Notre-Dame de la Guérison, porta di ingresso della Val Veny, in Valle d’Aosta

Accedendo alla Val Veny da Courmayeur si incontra una prima tappa imperdibile: il Santuario di Notre-Dame de la Guérison. Anticamente in questa zona si venerava una statua dedicata alla Vierge du Berrier, che venne trasferita in una cappella costruita sulla roccia leggermente più a monte rispetto all’edificio attuale. Nel 1816 però l’inesorabile avanzata del ghiacciaio abbatté la costruzione, lasciando intatta solo la statua. L’avvenimento fu ritenuto un miracolo e nel 1867 nacque l’attuale luogo di culto, visitato nei decenni anche dai futuri papi Karol Wojtyła e Joseph Ratzinger.

La quantità impressionante di ex voto e doni portati dai fedeli dà la misura di quanto alla Madonna qui venerata vengano ancora oggi attribuiti grazie e miracoli, molti dei quali hanno a che fare con incidenti in quota. Non è un caso allora che il santuario sia dedicato alle guide che fanno parte della Società Guide Alpine Courmayeur, la più antica d’Italia e la seconda più antica al mondo, che quest’anno festeggia 175 anni dalla fondazione.

Proprio le guide alpine di Courmayeur, insieme ai fedeli, ogni anno inaugurano simbolicamente la stagione estiva che ridà vita alla Val Veny: il 2 luglio una processione a piedi e una messa segnano la ripresa delle attività al Santuario, che resta aperto – così come la strada che si addentra nella valle, percorribile da auto e navette – fino all’autunno.

Il Santuario di Notre-Dame de la Guérison, all’imbocco della Val Veny
Il Santuario di Notre-Dame de la Guérison, all’imbocco della Val Veny © Courtesy of Courmayeur Mont Blanc
Gli ex voto nel Santuario di Notre-Dame de la Guérison
Gli ex voto nel Santuario di Notre-Dame de la Guérison © Courtesy of Courmayeur Mont Blanc
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Le migliori escursioni in Val Veny e il bivacco più antico delle Alpi

Plan Veny, il tratto intermedio della valle, è prevalentemente pianeggiante e già regala panorami mozzafiato tra boschi ombrosi, pareti di roccia e ghiacciai, con la Dora della Val Veny che scorre placidamente sul fondovalle. Spiccano da subito le Pyramides Calcaires, uniche formazioni di calcare in un contesto dominato dal granito: partendo dal rifugio Elisabetta, che è anche una tappa dell’Alta via della Valle d’Aosta n. 2, si può imboccare il sentiero ad anello che in circa tre ore gira intorno a queste iconiche vette.

Un’escursione consigliata è l’itinerario della Balconata della Val Vény, celebre tratta del Tour du Mont Blanc, che arriva al rifugio Elisabetta partendo dal Rifugio Maison Vieille. Il percorso, che passa anche dall’incantevole Lago Combal, offre panorami mozzafiato sul Bianco, sui suoi ghiacciai e sulle vette circostanti.

Veduta della Val Veny
Veduta della Val Veny © Courtesy of Courmayeur Mont Blanc

Facile e panoramica è altrimenti l’escursione che parte da La Visaille e in circa un’ora e mezza porta al Lago del Miage, le cui acque turchesi arrivano dal ghiacciaio che lo sovrasta. Da La Visaille inizia anche il tracciato - percorribile a piedi, in bici ed e-bike - che, facendo tappa al Lago Combal e al Rifugio Elisabetta, arriva fino ai 2516 metri di altitudine del Col de la Seigne, passo alpino al confine con la Francia che collega la Val Veny con la Valle des Chapieux, in Alta Savoia. È un punto di interesse non solo paesaggistico, ma anche storico: il valico è stato usato fin dai tempi dei Romani e durante il Medioevo, per poi ricoprire un ruolo durante la Seconda guerra mondiale.

Volendo aggiungere un’informazione suggestiva a metà strada tra storia e leggenda, pare possa essere stato questo il passaggio usato da Annibale per attraversare le Alpi con gli elefanti nel 218 a.C.

Un altro rifugio a cui appoggiarsi per esplorare la Val Veny è il Rifugio Monte Bianco, che richiama nel nome l’imponente Re delle Alpi che svetta su Courmayeur: è facilmente raggiungibile a piedi, in bici o in auto.

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Il Rifugio Elisabetta in Val Veny
Il rifugio Elisabetta in Val Veny © Courtesy of Courmayeur Mont Blanc

Chi ha l’allenamento e le competenze per un itinerario più impegnativo può valutare di raggiungere il bivacco Hess. Che, non tutti lo sanno, non è affatto un bivacco qualunque: è il primo del suo genere sull’arco alpino, e nel 2025 compie un secolo di vita. La sua storia, e con essa la storia dei bivacchi alpini così come li intendiamo oggi, inizia nel 1923, quando l’allora presidente del CAI Lorenzo Borelli ebbe l’intuizione di rendere accessibili le cime realizzando strutture fisse a supporto delle spedizioni. Due anni dopo, nel 1925, con una spesa totale di seimila lire, Borelli fece installare la prima struttura di questo genere: il bivacco Adolfo Hess, appunto, una "casetta" di lamiera dal tetto curvo che ancora oggi si affaccia sul Ghiacciaio de la Lex Blanche al Col des Echellettes, a 2958 metri di quota. Il sentiero per raggiungere l’Hess parte dal Rifugio Elisabetta: è impegnativo e riservato a escursionisti esperti, a proprio agio su roccette e terreni tecnici.

Il bivacco Hess sul Ghiacciaio de la Lex Blanche al Col des Echellettes
Il bivacco Hess (la struttura di lamiera tinta di verde): installato nel 1925, è il più antico del suo genere © Matteo De Bellis
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Non solo escursioni: in e-bike e MTB ai piedi del Monte Bianco

Il già citato tracciato che sale gradualmente fino al Col de la Seigne non è l’unica possibilità per i ciclisti, da queste parti. Una novità dell’estate 2025 è la nascita del Courmayeur Mont-Blanc Bike Park, che riconverte il comprensorio sciistico in un’area estiva per e-bike e mountain bike. Situata a cavallo dei versanti Val Veny e Chécrouit, e supportata dall’apertura estiva di alcuni impianti di risalita che permettono di tornare rapidamente in quota, la rete di percorsi contempla tutti i livelli, dai freerider appassionati alle famiglie. Sul versante della Val Veny c’è ad esempio il flow trail Mont Blanc, perfetto per un battesimo gravity o per testare la propria fluidità di guida. Per esplorare l’area in e-bike c’è altrimenti l’anello Pré de Pascal – Bertolini – Peindeint - Freney - Peuterey – Zerotta, un circuito facile, lungo poco meno di 12 km, che attraversa freschi boschi e ampi pascoli.

In bici e e-bike verso il Col de la Seigne in Val Veny
Il Col de la Seigne si può raggiungere anche in bici e e-bike © Courtesy of Courmayeur Mont Blanc

Come arrivare in Val Veny in estate

Chiusa nel periodo invernale, in estate la Val Veny è accessibile alle auto e alle moto private con alcune limitazioni e accortezze.

  • Nella fascia oraria 9-19, è possibile arrivare con il proprio mezzo al massimo fino a Fréney e solo fino ad esaurimento degli stalli disponibili (260 posti auto).
  • I parcheggi pubblici a pagamento sono nelle località Cuignon, Plan Veny e Fréney.
  • Chi ha una prenotazione in un ristorante, rifugio o struttura della valle, può seguire le indicazioni fornite dai gestori delle attività ricettive.
  • È disponibile altrimenti un servizio navetta che raggiunge La Visaille.
  • È sempre possibile l’accesso a piedi, in mountain bike o in e-bike.
  • A luglio e agosto apre anche la funivia Val Veny, che parte da Entrèves, a 3 km da Courmayeur, e arriva a Pré de Pascal, punto di partenza di varie escursioni.
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