Tour delle birre boeme: in viaggio tra castelli, terme e birrifici della Repubblica Ceca

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Alcune delle birre di più lunga tradizione hanno spinto Brett Atkinson in Boemia e un bel mix di città storiche e centri termali hanno reso il viaggio ancora più accattivante. Seguiamolo in un itinerario alla scoperta della Repubblica Ceca che parte da Praga per poi addentrarsi tra villaggi medievali, terme, castelli e, naturalmente, alcuni dei migliori birrifici del Paese.

La storia della birra boema si nasconde tra foreste, villaggi medievali e castelli © DaLiu/Shutterstock
La storia della birra boema si nasconde tra foreste, villaggi medievali e castelli © DaLiu/Shutterstock
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Sono a Praga. Per cominciare il viaggio verso ovest fino alla Boemia centrale il modo più efficiente di uscire dalla capitale ceca è attraverso il tunnel Strahov, guidando per 2 km sotto terra, sotto campi da calcio, centri commerciali e sobborghi residenziali. La maniera che preferisco, però, è più lenta e molto più labirintica, ma è una carrellata ineguagliabile sulla ‘Città delle 100 guglie’. 

Attraversando la Moldava sul ponte di Mánes, alla mia sinistra si trova l’elegante profilo del ponte Carlo riservato ai pedoni, davanti le torri della Cattedrale di San Vito a corona del Castello, talmente vasto da essere una città nella città, e all’orizzonte occidentale la Torre Petřín, che ricorda la Tour Eiffel in versione compatta. Nonostante ci sia molto da guardare, mi concentro per rimanere sulla destra, lasciando ai tram bianchi e rossi via libera nella parte centrale della via. Dopo aver attraversato i verdi Giardini Chotovy, un’altra deviazione, più tranquilla e tra file di alberi, mi porta per il parco che delimita il lato nord del Castello di Praga, poi mi collego con la strada principale a Patočkova. 

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Da Praga alla città termale di Karlovy Vary sono 125 km tra campi coltivati e villaggi rurali. Hotel e appartamenti liberty dai colori pastello si susseguono lungo il fiume Teplá e faccio una pausa per passeggiare lungo la stretta valle di Karlovy Vary fino all’elegante colonnato delle sorgenti termali che da decenni attraggono visitatori. La gente di qui preferisce sorseggiare le terapeutiche acque ricche di minerali accompagnandole con wafer dolci e fragranti detti oplatky, ma io non vedo l’ora di provare un altro tipo di terme – e con una bevanda molto diversa. 

Continuo il viaggio andando a sud fino a Chodová Planá, dove sono immediatamente attratto dal cartello appeso fuori dall’ottocentesco birrificio locale a gestione famigliare: ‘Benessere alla birra’. L’intenso aroma del luppolo ceco pervade l’aria e presto provo l’attività termale che è la specialità del birrificio: una combinazione di rilassamento in una vasca con acqua e birra calda infusa di fiori di luppolo mentre si beve una lager ceca da un alto boccale. Quando a ciò si aggiunge il piacere di essere avviluppati in asciugamani caldi per una sauna naturale in grotte di granito che risalgono al XII secolo, capisco perché mi piacerebbe trasferirmi in questa ‘terra del benessere alla birra’. 

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Plzeň, nota come Pilsen in tedesco, è il luogo di nascita nel 1842 della birra pilsner o pils ©Nick N A/Shutterstock
Plzeň, nota come Pilsen in tedesco, è il luogo di nascita nel 1842 della birra pilsner o pils ©Nick N A/Shutterstock

La pivo (birra) è anche il motivo della mia tappa successiva a sud-est, a Plzeň, nota come Pilsen in tedesco e luogo di nascita nel 1842 di quello stile di birra detto pilsner o pils oggi bevuto in tutto il mondo. Dopo aver esplorato Náměstí Republiky, la piazza principale, attraverso il fiume Radbuza fino al birrificio della Pilsner Urquell e continuo il mio pellegrinaggio ‘birricolo’. Mi unisco a una visita guidata e imparo la storia di uno dei birrifici più famosi d’Europa, prima di assaggiare una pivo nefiltrované (birra non filtrata) nelle storiche cantine di fermentazione. Il suo retrogusto di limone mi induce a ordinarne un altro bicchiere alla birreria Na Parkánu più tardi quella sera. 

Continuando a sud-est il mattino seguente, percorro strade secondarie di campagna fino a Český Krumlov. La mia partenza antelucana da Plzeň dà i suoi frutti, visto che riesco a esplorare una delle città medievali meglio preservate d’Europa prima che arrivino i gitanti da Praga. Coronata da un maestoso castello e centrata su un’elegante piazza circondata da palazzi con facciate rinascimentali e barocche, Český Krumlov è perfetta per una passeggiata. Il mio girovagare su ponti pedonali che attraversano i meandri della Moldava mi porta allo storico birrificio Eggenberg. Nella mia visita precedente, ero sbarcato qui dalla canoa dopo aver pagaiato a lungo: oggi mi accontento di sorseggiare una birra gelata sotto il sole boemo. 

Il centro storico di Český Krumlov © DaLiu/Shutterstock
Il centro storico di Český Krumlov © DaLiu/Shutterstock
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Lasciando Český Krumlov verso nord, il viaggio per České Budějovice non dura molto, attraversando la Moldava ancora un paio di volte e osservando l’ondulato paesaggio collinare con altre città storiche. Nel tragitto incappo nelle foreste della zona protetta della Blanský Les, molto frequentate per camminate primaverili e autunnali, ma io punto a un’altra città boema famosa per la birra. 

České Budějovice è nota in tedesco come Budweis e la sua birra ha ispirato la Budweiser americana (anche se la Budvar prodotta qui è molto superiore a quella statunitense in stile ‘Bud’, piuttosto insipida). Sono più che pronto a un’altra visita del birrificio prima di cenare alla popolare birreria Budvarka. È sempre una bella cosa avere un tema per un viaggio on the road e il mio a base di luppolo – e fermandomi la notte per poterne assaggiare di più – centra perfettamente il bersaglio. 

La cattedrale gotica di Santa Barbara a  Kutná Hora © Mistervlad/Shutterstock
La cattedrale gotica di Santa Barbara a Kutná Hora © Mistervlad/Shutterstock

A nord di České Budějovice, il mio interesse torna alla storia nell’appassionante Tábor. Fu fondata dagli hussiti, i seguaci del riformatore trecentesco Jan Hus, i quali credevano nell’uguaglianza ed erano appassionati anticonformisti: da essi deriverebbe l’espressione bohémien. Dalla piazza principale della città fortificata, il dedalo di vie e vicoletti si irradia a zigzag senza un ordine preciso, volutamente disorientando il nemico in caso di attacco. Disorienta anche chi vi arriva oggi e in un paio di occasioni sono costretto a chiedere a un boemo del XXI secolo di farmi da guida nel labirinto medievale per trovare dove ho parcheggiato la mia Škoda Fabia a noleggio. 

Da Tábor sempre verso nord: il compatto disegno della città non potrebbe essere più diverso dalla mia meta, Kutná Hora. Arricchitasi con le miniere d’argento, la città faceva un tempo concorrenza a Praga come cuore finanziario della Boemia. La magnifica cattedrale gotica di Santa Barbara domina la sonnolenta cittadina odierna e dà un’idea dei tempi che furono. Visito anche un’altra sua peculiarità, l’Ossario di Sedlec, dove le ossa di oltre 40.000 defunti sono state utilizzate per realizzare un omaggio alla vita come alla morte, tra cui un terrificante candelabro fatto solo con ossa umane. Commovente e macabro al tempo stesso, è un luogo ammaliante in cui concludere il mio tour boemo: rimane solo un ultimo tratto verso ovest per tornare a Praga. 

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