Siamo clementi con l'estate 2020, che ci ha fatto riscoprire i luoghi d'infanzia

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L'estate del 2020 verrà ricordata come quella del ritorno nei luoghi d'infanzia, della riscoperta delle destinazioni meno battute, della rinascita dei borghi italiani. La voglia - disattesa - di esplorare luoghi del mondo lontanissimi e incredibili e la disfatta di piani e programmi estivi già fatti ha lasciato un po' l'amaro in bocca, è vero, ma non ha comunque scalfito l'entusiasmo della scoperta (o riscoperta) di mete forse meno glamour e gettonate dal turismo di massa. E forse non è andata poi così male.

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Veduta di Cefalù in Sicilia in un giorno d'estate. ©leonori/Shutterstock
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Magari ce l'avremo su a lungo con questa estate che non ci ha lasciato andare da nessuna parte, relegando il periodo di ferie tra i confini italici. O forse la ringrazieremo, perché ci ha fatto riscoprire la natura, ritrovare luoghi d'infanzia, esplorare mete che, fino ad ora, non erano comparse mai nei nostri programmi. Il Covid-19 e la social distance hanno cambiato la faccia del turismo, è vero. Hanno modificato persino il vocabolario con il quale parliamo di spostamenti e viaggi, integrando nuove espressioni nella lista di quelle che già conoscevamo. Più di tutto, e forse per questo dovremmo essere clementi con il ricordo di questa estate 2020, ci ha permesso di allargare lo sguardo verso destinazioni magari poco glamour e gettonate, snobbate dai soliti radar.

La rivincita dei luoghi d'infanzia

A marzo 2020, durante il lockdown, in pochi credevano davvero che ci sarebbe stata un'estate. Una con dei contorni rassicuranti, almeno. Deve essere stato allora che, nella testa di qualcuno, si è formato il pensiero "Se mai riuscirò a uscire di casa, andrò lì dove non vado da tempo" oppure "Guarderò il luogo in cui sono nato con occhi diversi". Un pensiero che si è poi tramutato nella riscoperta dei luoghi d'infanzia: una casa, una valle, una città a cui lanciare sguardi nuovi, quelli della gratitudine. In tanti, quando possibile, sono tornati dalla famiglia d'origine, attivando quello che a tutti gli effetti è un turismo di ritorno e non solo da nord a sud, ma in ogni direzione. Una collina già vista, una spiaggia battuta mille volte, si sono trasformate in una vacanza più apprezzata di quanto avremmo mai potuto immaginare. Senza contare quelli che hanno optato per sfruttare la seconda casa, al mare o in montagna, non solo per i weekend, ma per tutto il periodo di ferie. Magari trasferendo l'ufficio, per chi fa smart-working, in una stanza vista mare o cime. Ciò che prima era considerato un piano B, questa estate è diventato IL piano. Poteva andare peggio di sicuro, è andata così: non poi così male.

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Al Lago di Scanno, in Abruzzo, quest'anno è nato il Cammino delle Panchine, per camminare meditando. ©Photography - Omar Kamel/Getty
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La rivincita della natura e dei passi lenti

Che sarebbe stato l'anno delle avventure outdoor lo avevamo già intuito, i dati confermano il trend: quelli dell'Osservatorio sul turismo Open Air di Human Company in collaborazione con l'Istituto Piepoli hanno raccontato che la montagna, seguita dai luoghi in cui è possibile soggiornare in camping, bungalow o piazzole per camper, sono le scelte più gettonate. Dormire direttamente sotto il cielo, insomma, sembra essere una prerogativa fondamentale per non sentire troppe differenze col "prima", cercando di viversi l'oggi distanziati, prudenti ma anche rilassati. I sentieri per il trekking hanno ritrovato nuova linfa, i cammini - anche quelli meno conosciuti - nuovi viaggiatori. Si scarpina da soli, in coppia, con i bambini. Si riscoprono rifugi, il cibo tipico, l'artigianato. Si percorrono ponti tibetani sospesi su canyon (come in Basilicata), si guarda il lago con altri occhi (come a Scanno, in Abruzzo, dove è nato un Cammino delle Panchine per abbinare trekking e meditazione), si riaprono vecchi mulini per trasformarli in luoghi di cultura (in Emilia Romagna, con la rassegna Macinare Cultura, in programma fino a fine settembre 2020). Si respira aria buona, tenendone un po' da parte per l'autunno che verrà.

La rivincita delle regioni meno battute

Secondo gli ultimi report, questo è l'anno della riscossa delle regioni meno battute dai flussi turistici. Una ricerca di Coldiretti/Ixé ha svelato che Umbria e Friuli hanno visto raddoppiare le prenotazioni e gli ingressi turistici rispetto agli anni precedenti. E che la Sicilia è la regina incontrastata di questa estate, con quasi 3 milioni tra turisti e ritorni di ex residenti dal nord Italia attesi entro la fine della stagione. Il caso del Molise e dell'Abruzzo, che attendono il doppio dei turisti rispetto agli anni precedenti, è emblematico: è sintomo di quella riscoperta di borghi e destinazioni a cui, con alternative papabili, avremmo pensato poco. Ci abbiamo pensato, invece, ed è bello così. Siamo clementi con questa estate 2020, che ci ha ridato indietro il gusto di rivedere ciò che avevamo sotto gli occhi con sguardo tutto nuovo.

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