Brutalismo sovietico in Caucaso: dove andare e cosa vedere
È molto vario l’atteggiamento della gente del posto nei confronti dell’impero transcontinentale in cui furono inclusi tutti e tre i paesi per buona parte del XX secolo, ma spesso scoprire lo straordinario retaggio architettonico dell’Unione Sovietica è una parte fondamentale del viaggio nell’affascinante Caucaso meridionale. Ecco allora alcuni luoghi davvero particolari dove scoprire pezzi di storia, lasciarsi affascinare dall'architettura brutalista e scoprire angoli urbani insidiati dalla natura.

Ciò che resta di edifici di era sovietica a Baku
A eccezione della magnifica Dom Soviet, un edificio a ferro di cavallo in arenaria, costruito tra il 1936 e il 1952 durante il revival classico dell’URSS voluto da Stalin, ciò che resta dell’architettura sovietica nel centro di Baku spesso rimane ignorata, stretta tra torri di vetro finanziate dai magnati del petrolio e l’affascinante museo all’aperto che è la Città Vecchia. Dopo un breve periodo come repubblica indipendente in seguito al crollo dell’impero russo, nel 1920 il paese fu invaso dall’Armata Rossa e il suo territorio fu assorbito nella neonata federazione guidata dai bolscevichi. Vale la pena, quindi, di andare a esplorare il lato antico e quello più moderno della città per capire la visione urbanistica sovietica che diede forma a Baku nella settantina d’anni in cui l’Azerbaigian fu parte dell’URSS.
Da un punto di vista architettonico, il processo di sovietizzazione si può dividere in tre momenti: il costruttivismo d’avanguardia (1920-1935 circa); il classicismo maestoso (1935-1960 circa); e il modernismo postbellico dominato dal cemento. Anche se gli edifici in stile costruttivista sono quasi del tutto spariti, rimangono a costellare la capitale molte strutture sovietiche neoclassiche e moderniste. Al primo stile appartengono il Complesso residenziale Monolith e la Residenza degli Scienziati. Il secondo stile fu influenzato dalla condanna nel 1955 degli eccessi stalinisti da parte dell’allora presidente dell’URSS Nikita Chruščev e fino agli anni ’80 portò alla costruzione di edifici in cemento e con poche decorazioni, come il Palazzo Heydər Әliyev (ex Palazzo Lenin), il Circo Statale, il Palazzo Gulustan e il Mirvari Cafe a forma di fiore affacciato sul Mar Caspio.

Gli stabilimenti termali sovietici di Tskaltubo, vicino a Kutaisi
La piacevole località di villeggiatura di Tskaltubo, appena 15 km fuori da Kutaisi, si sviluppò intorno al 1920 come città termale dove i lavoratori sovietici venivano ricompensati del loro duro lavoro con una settimana o due in uno dei 19 sanatori della città gestiti dal Sindacato. Già intorno al 1980 la città era diventata una delle più popolari del paese ed era un privilegio viverci tutto l’anno. Tuttavia, con il crollo del comunismo nel 1991, finì anche la fama di Tskaltubo, che cadde in un periodo di crisi. Il governo georgiano usò i sanatori vuoti per ospitare i rifugiati che fuggivano dall’Abkhazia, già 9000 nel 1993.
Tskaltubo fu riscoperta un quarto di secolo dopo da urbexer, fotografi e gente del posto intraprendente che cominciò a offrire tour dei sanatori abbandonati e ormai diventati suggestive rovine. Negli ultimi anni sono stati annunciati diversi piani di sviluppo della zona, ma Tskaltubo è rimasta sostanzialmente invariata ed è un posto da non perdere per chi ama gli edifici abbandonati e lo stile sovietico. Tenete in conto che può essere negato l’accesso ai vari edifici anche all’ultimo minuto, mentre altri che devono essere sottoposti a bonifica urbana sono completamente recintati e protetti da guardie che tengono lontani i curiosi.
Inoltre, possono verificarsi tensioni tra chi visita i sanatori e le famiglie di rifugiati che abitano ancora all’interno. Tra i posti da non perdere ci sono il Sanatorium Metallurgist, che ha il lampadario più grande e meglio conservato di qualsiasi altro edificio abbandonato, e il Sanatorium Medea, che in passato era la costruzione più notevole e oggi è invece solo un guscio vuoto. Lo stupefacente Sanatorium Imereti ha colonne in marmo e ampie scalinate nelle immense aree comuni, mentre il Sanatorium Iveria, in passato uno dei più famosi della città, conserva ancora la sua magnificenza, nonostante il pessimo stato di conservazione. Ci sono progetti di bonifica urbana in corso e il sito è stato recintato, anche se i visitatori continuano a venire.

L’affascinante eredità storica dei fratelli armeni Mikoyan, nel museo ad Alaverdi
La città più vicina alla Georgia, Alaverdi, è la sede di due monasteri, siti UNESCO, e di alcune delle più accoglienti guesthouse del paese, i cui proprietari esperti di cucina insegnano i segreti dei piatti armeni. C’è anche un affascinante museo dedicato a due armeni che arrivarono in alto nella società sovietica, uno come politico e l’altro come inventore dell’importante MiG, il primo caccia a reazione sovietico.
Su due piani, il Museo Mikoyan fornisce informazioni su di loro: uno fu un personaggio politico sopravvissuto a Stalin, mentre l’altro inventò il MiG, il primo caccia a reazione sovietico. La mostra inizia letteralmente dalla nascita, con la loro culla, e parte dal fratello maggiore, Anastas, avvicinatosi al bolscevismo dopo aver visto il modo iniquo con cui i proprietari della fabbrica di rame di Alaverdi trattavano i lavoratori.
Ci sono informazioni dettagliate in varie lingue, incluso inglese, su come Anastas sopravvisse al carcere a Baku (26 dei suoi compagni furono giustiziati) prima di finire a gestire il programma alimentare dell’URSS durante la seconda guerra mondiale e oltre. Anastas si occupò personalmente di assicurare che in tutta l’unione arrivassero salsicce e altri cibi in scatola. La mostra continua con Artem, che progettò il più importante caccia a reazione dell’Unione Sovietica, il MiG, chiamato così in onore di Mikoyan e del suo assistente Mikhail Gurevich. Per decenni varie versioni del caccia diventarono potenti armi dei sovietici e di quelli a cui li vendevano, e c’è un vero MiG-21 (senza motore) parcheggiato fuori insieme all’auto che Artem usava a Mosca, una limousine Gaz-12 Zim.

Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.
L’arte pubblica sovietica di Tbilisi
Tbilisi ha abbastanza edifici da offrire qualcosa per tutti i gusti, anche se negli ultimi anni la capitale georgiana è stata apprezzata in particolare dagli appassionati dello stile brutalista per l’abbondanza di strutture in stile sovietico, oggi spesso fatiscenti.
Il Palazzo dei Rituali (o Palazzo delle Nozze) di Viktor Djorbenadze è forse uno degli edifici sovietici più conosciuti di Tbilisi. Per circa un quarto di secolo qui si tenevano matrimoni, ma nel 2002 lo straordinario palazzo postmodernista fu venduto a un oligarca georgiano che lo trasformò nella propria residenza. Anche se è ancora di proprietà privata, dal 2022 è possibile fare un tour privato del complesso, offerto da diverse agenzie turistiche locali. In onore della madre ginecologa di Djorbenadze, l’edificio ha la forma di un addome femminile e gli affreschi e le finestre istoriate sono meravigliose.
Completato nel 1988, l’ex Museo Archeologico di Tbilisi nel quartiere Digomi è un ottimo esempio del brutalismo sovietico: sull’ingresso principale si trova un notevole fregio le cui proporzioni sono volutamente disarmoniche. Purtroppo, al momento non è possibile entrare nell’edificio, dove è conservata parte della collezione del museo che non è stata trasferita al Museo della Georgia; tuttavia, il palazzo è molto imponente e le vedute dal campanile che si trova di fronte sono così suggestive che vale la pena di fare una deviazione.
È facile notare il palazzo della Bank of Georgia, in posizione dominante sopra la banchina molto trafficata del fiume di Tbilisi. In stile brutalista, con evidenti influenze costruttiviste, il palazzo di 18 piani ha unità rettangolari disposte a incrocio l’una sull’altra ed è in parte sollevato da terra, cosa che permette alla vegetazione di crescere indisturbata. Costruito nel 1975 per ospitare il Ministero che si occupava della costruzione delle autostrade, fu comprato e restaurato dalla Bank of Georgia nel 2007, cosa che almeno salvò l’edificio dall’ignobile destino condiviso da molti altri della stessa epoca. Se non avete faccende da sbrigare in banca, non potete entrare, ma vale la pena di venire a vedere anche solo da fuori una delle più insolite opere sovietiche.
Il Palazzo Culturale del Sindacato, accanto alla fermata della metro Delisi a Saburtalo, ha sia uno dei migliori mosaici della Georgia sul muro esterno, sia quella che è quasi certamente la migliore finestra istoriata del paese all’interno. A differenza di molti ruderi dell’era sovietica, qui potete girare a vostro piacimento. Andate al piano di sopra per vedere i colori psichedelici della finestra.
Leggi anche:
Viaggio a Tbilisi: tutto quello che c’è da sapere sulla capitale più affascinante del Caucaso
Chiatura e la funivia distopica per urbexer
Ad alcuni georgiani può apparire strano che i viaggiatori visitino una città strettamente legata all’importante industria del manganese locale, ma Chiatura attrae comunque un flusso continuo di esploratori urbani e di appassionati di storia sovietica che vengono ad ammirare i resti di 20 linee di funivia costruite con grande cura intorno al 1950, per permettere ai lavoratori di recarsi facilmente alle miniere.
Chiatura deve la sua esistenza al manganese scoperto in grandi quantità nella zona a metà del XIX secolo. All’inizio del XX secolo la città produceva già circa il 60% della scorta mondiale di minerali di manganese, essenziali per produrre l’acciaio, e continuò a prosperare sotto il dominio sovietico. In effetti, si dice che Stalin stesso ordinò la costruzione della prima linea di funivia, forse perché ricordava il sostegno che i minatori di Chiatura avevano dato fin da subito ai bolscevichi in Georgia. La ricchezza di Chiatura sparì improvvisamente nel 1991, quando si sciolse l’Unione Sovietica e la città, che al suo apice aveva 30.000 abitanti, perse quasi due terzi della popolazione e, a un certo punto, sembrava essere sul punto di diventare una città fantasma. Nel 2021 qui si aprì una nuova rete di quattro funivie e si chiusero invece le vecchie linee sovietiche, ormai pericolose (anche se le cabine rimangono sospese sopra la città e si è pensato di rinnovare, e in futuro riaprire, la rete originale).
Si suggerisce di salire con la nuova funivia per ammirare gli incredibili panorami. Tutte e quattro le linee partono dalla stazione centrale della funivia in mezzo alla città. Se avete tempo solo per una linea, scegliete quella che si dirige al sanatorio. Tuttavia, i visitatori spesso amano esplorare le fatiscenti strutture industriali di Chiatura, l’arte pubblica e le stazioni della funivia in disuso; incontrate molti di questi siti anche solo camminando per la città.
La stazione della funivia meglio conservata è a circa 3 km dalla città, sulla strada principale per Gomi, e la trovate alla vostra destra se venite dal centro. Per gli esploratori urbani, ci sono altri siti turistici meno rinomati da visitare: lo Stadio Temur Magradze e i mosaici dentro la piscina lì accanto, a cui potete dare un’occhiata grazie allo staff molto amichevole