Dìa de los Muertos nello Yucatan: tra cultura e spettacolo
Tra fiori di calendula e altari di offerte per i defunti, si rinnova ogni anno nello Yucatán il rito millenario dell’Hanal Pixan, la festa dei morti che nella regione mescola antichi riti Maya e tradizione cattolica, tra momenti di misticismo religioso e manifestazioni festose e spettacolari. Ecco tutto quello che c'è da sapere sul Dìa de los Muertos in questa parte di Messico.

C’è un motivo se nell’immaginario collettivo il Messico è associato al Dìa de los Muertos, il giorno della commemorazione dei defunti. Il motivo è che le celebrazioni combinano una carica emotiva e un profondo sentimento religioso ad una spettacolare teatralità, un clima di festa insolito per un visitatore abituato alla morigeratezza dei cimiteri italiani.
Il Messico è un paese sterminato e plurale, ed ogni regione ha le sue tradizioni ed un modo particolare di vivere il Dìa de los Muertos. Negli stati al centro del paese, come Michoacán, Puebla e Oaxaca le famiglie trascorrono giorni interi al’’interno dei cimiteri per onorare i loro defunti. Nello Yucatán, dove ancora oggi le radici Maya sono evidenti, la festa dei morti si mescola con l’antico rito dell’Hanal Pixan. E poiché la penisola è anche il territorio messicano più visitato dai turisti, si moltiplicano le occasioni per combinare tradizione e spettacolo, come accade a Mérida, capitale dello Stato di Yucatán.
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Il rito Maya dell’Hanal Pixan
Letteralmente Hanal Pixan significa “cibo delle anime”, e rimanda al pasto che si prepara per mantenere il legame tra i vivi e i defunti, e permettere il loro ritorno. I Maya, che abitano da millenni la regione, da sempre onorano i defunti con celebrazioni che hanno il culmine nei tre giorni dell’Hanal Pixan. Con l’arrivo dei conquistadores spagnoli, la festa è stata sincronizzata con il calendario cattolico, ed ecco spiegato il motivo per cui da qualche secolo a questa parte le celebrazioni sono diventate quel suggestivo mix tra culture preispaniche e tradizioni cattoliche.
Si crede che nei giorni dell’Hanal Pixan le anime dei defunti possano tornare a visitare i vivi, se questi preparano un altare di ofrendas in loro onore. Il primo giorno (Hanal Palal) è dedicato al ritorno delle anime dei bambini defunti, il secondo (Hanal Nucuch Uinicoob) a quelle degli adulti, il terzo (Hanal Pixanoob) alle celebrazioni nei cimiteri.

Nelle case, nei negozi e nei ristoranti si allestiscono degli altari in onore dei defunti, con alcuni elementi ricorrenti della tradizione di tutto il Messico: la tovaglia bianca, le foto dei defunti, i cibi che preferivano in vita (tequila e birra incluse…), e gli immancabili champutchli, le calendule arancioni simbolo della celebrazione. A rendere unici gli altari nello Yucatán ci sono le onnipresenti croci verdi, create con le foglie della ceiba, l’albero sacro dei Maya.
Se ovunque in Messico si trovano da mangiare i calaveras – caratteristici e dolcissimi teschietti di zucchero – e pan de muertos, solo nello Yucatán è tradizione cucinare e mangiare il mucbipollo, o più semplicemente pib. Si tratta di un involtino ripieno di carne di pollo o maiale, achiote e salsa di pomodoro. Pib in lingua Maya significa sotterrato, perché gli involtini vengono avvolti in foglie di banano e cucinati in buche scavate a terra, con evidenti riferimenti alla sepoltura dei defunti.
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Il Festival de las Ánimas a Mérida
Un po’ per accompagnare il sentimento religioso della popolazione, un po’ ad uso e consumo delle migliaia di turisti che arrivano in Messico per l’occasione, nella capitale dello Yucatán, Mérida, si svolge un fitto calendario di eventi religiosi, culturali e spettacoli per celebrare il Día de los Muertos: il Festival de las Ánimas.
Tra altari giganti in piazza, momenti di preghiera e antiche celebrazioni Maya, l’evento più suggestivo è senza dubbio il Paseo de las Ánimas, la camminata delle anime. Centinaia di persone, vestite in abiti tradizionali e con il volto dipinto da scheletro, escono in processione dal cimitero della città e sfilano per le strade affollate di Mérida in un silenzio irreale. L’apertura dei cancelli del cimitero, preceduta da un rito di purificazione indigeno, simboleggia l’apertura delle porte di Xibalba, il regno dei morti secondo i Maya. Sebbene oggi il Paseo de las Ánimas sia una sorta di rappresentazione folcloristica, la sua carica simbolica resta immensa, e le anime che sfilano in silenzio, candele alla mano, creano un’atmosfera mistica e suggestiva.
Meno mistica, ma altrettanto suggestiva, è la sfilata delle Catrinas, altro evento di punta del Festival. Le Catrine sono le donne-scheletro abbigliate di tutto punto, create per protesta politica e poi divenute il simbolo del Messico nel mondo. Tra carri a tema e musica, la popolazione accompagna in corteo le Catrine, che sfilano festosamente in città. Lungi da essere macabre rappresentazioni di cadaveri, questi scheletri eleganti e festosi rappresentano meglio di ogni altra cosa il rapporto dei Messicani con la morte. Un rapporto enigmatico e contraddittorio, una storia di amore e odio, giocata sull’ironia e la leggerezza.
Agli occhi del visitatore distratto, il clima festoso di Mérida durante la commemorazione dei morti potrebbe sembrare quasi inappropriato. Un viaggio in Messico in questo periodo insegna invece che si può anche guardare la morte e il distacco dai defunti in una prospettiva nuova, originale, facendo tesoro delle tradizioni millenarie di popoli lontani. C’è di che riflettere, sul volo di ritorno, tra le vibrazioni dei motori dell’aereo e quelle più intime dell’animo.