Alla scoperta della cultura e della cucina del Bangladesh a Brick Lane, Londra
Brick Lane è famosa per i negozi vintage, la musica di strada e le lunghe code per i bagel in ogni momento del giorno, ma non è tutto qui. A Brick Lane si trova la più numerosa comunità del Bangladesh del Regno Unito ed è per questo che è stata ribattezzata "Banglatown" dal consiglio comunale, un soprannome inciso in bengalese sull'arco in ferro attraverso cui si accede all'enclave di East London.

Sotto i cartelli scritti in inglese, sono state appese anche delle targhe con la traduzione in bengalese, e i lampioni sono stati dipinti di verde e rosso, i colori della bandiera del Bangladesh. L’arco d’ingresso a Banglatown si trova accanto a un graffito realizzato lo scorso anno da Mohammed Ali Aerosol per celebrare il 50esimo anniversario dell’indipendenza del Bangladesh e il profondo legame tra Londra e Sylhet, una città nel nord-est del Bangladesh.

Tra l’abbondanza di bar dal caffè sopraffino, negozi second-hand alla moda e complessi di lusso, Banglatown si è ritagliata un posto importante nella scena londinese. Tharik Hussain, l’autore che ha lavorato alla nuova guida Experience London di Lonely Planet, è cresciuto vicino a Brick Lane e ci ha raccontato l’anima del popolo bengalese che abita nel quartiere.

La regione del Bangladesh che ha trovato una casa a Brick Lane
"La comunità non è solo bengalese, ma proviene da un angolo ben preciso del Bangladesh, la regione attorno a Sylhet", racconta. I bengalesi di Brick Lane sono arrivati a East London nel 1960, dove hanno trovato lavoro nelle fabbriche tessili gestite dagli ebrei.
A Sylhet si parla il Sylheti, la lingua che si sente spesso nei "cosiddetti ristoranti indiani" di Brick Lane, come dice Hussain, perché "o la comunità bengalese non era ancora nata quando venivano aperti i ristoranti, o nessuno sapeva cosa fosse il cibo bengalese".
Il cibo indiano trasmetteva l’attaccamento romantico al Raj britannico, ma in realtà non era indiano, ma la sua versione anglicizzata. Il chicken tikka masala è stata un’invenzione della fantasia", dice.
Chicken tikka masala: "un piatto nazionale britannico"
La comunità è fiera del successo del suo cibo, anche del chicken tikka masala, che l’allora ministro degli esteri Robin Cook definì "un vero piatto nazionale britannico" nel 2001. Oggi, questo orgoglio alimenta un crescente movimento mirato a promuovere la cucina più autentica del Bangladesh. Hussain osserva che l’ascesa dei ristoranti bengalesi è paragonabile al boom dei ristoranti indiani registrato dopo la Seconda guerra mondiale, quando nacquero locande di cucina tradizionale e casalinga per offrire cibo ai migranti appena arrivati.
"Il cibo è uno dei legami principali con la propria identità e la propria cultura, e questo vale in particolar modo per i bengalesi britannici, soprattutto considerando il nostro impatto sulla scena gastronomica del Regno Unito. È come se ne fossimo orgogliosi, ma riconoscessimo che non è esattamente il nostro cibo, però lo portiamo in tavola e stiamo a guardare come si evolve la situazione." Quelle prime locande offrivano agli operai i sapori della loro casa, ma le cucine di oggi si rivolgono alla seconda e alla terza generazione, che probabilmente non sa come si cucinano i piatti tipici o non li ha mai provati prima. La connessione emotiva con la madrepatria sta diventando sempre più debole nelle nuove generazioni, e non solo geograficamente, ma anche dal punto di vista identitario. Molti di loro soffrono per questo conflitto interno, e, nel caso di Brick Lane, la gente di Sylhet compensa appropriandosi di un nuovo luogo", spiega Hussain.
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Trovare un punto di incontro tra culture diverse
Nel 2007, la circoscrizione di Tower Hamlets ha definito Brick Lane un’area turistica con un "focus sulla creatività e sulla cultura". Tra prezzi degli affitti in aumento e ristrutturazioni patinate degli edifici storici di Brick Lane, le imprese locali e i residenti temevano che il quartiere venisse spogliato della sua personalità unica. Secondo un rapporto del think tank Runnymede Trust, il quartiere ha subito il più alto tasso di gentrificazione a Londra tra il 2010 e il 2016. Hussain, tuttavia, è ottimista sulle relazioni tra la comunità del Bangladesh e i nuovi arrivati. "Le tensioni si stanno lentamente allentando. Di solito rispondiamo dicendo: questa è anche casa nostra. Siamo felici di condividerlo, ma questo è anche il nostro spazio", spiega. "Vogliamo dire a tutti che siamo orgogliosi del nostro cibo e non solo di quello che prepariamo per i turisti."
Il ristorante preferito di Hussain a Brick Lane e cosa ordinare
Nel bel mezzo di Brick Lane, si trova il ristorante preferito di Hussain, il Graam Bangla, che significa "il mio villaggio", come ci spiega lo chef Atikur Rahman. Rahman è diventato famoso grazie alla televisione e accoglie calorosamente i suoi ospiti incoraggiandoli a mangiare con le mani, "perché i pesci hanno le lische!"
Hussain sottolinea che questo cibo non è come quello del Dishoom: il menu è pieno di piatti tipici di Sylhet e della regione nord-orientale che non si trovano in nessun’altra parte del Bangladesh, figuriamoci del Regno Unito. Alcuni contengono ingredienti di cui potreste non aver mai sentito parlare, come il shatkora, un agrume dalla buccia spessa e il sapore amaro.
Rahman non scherza nei suoi incoraggiamenti. Ci vuole un animo coraggioso considerato che gli chef non lesinano sul peperoncino, e anche se Rahman ha adattato i piatti per il mercato in crescita, Hussain avverte che "il pesce è davvero pesce", perché "come in molte cucine rurali, anche in quella bengalese non si butta via niente".
I piatti a base di pesce sono le prelibatezze di Sylheti, come il nutriente curry di pesce gatto boal maas o il brodo piccante, fatto con purè di patate, pesce fermentato e olio di senape puro per quella marcia in più. Nel menù, anche le deliziose costolette di agnello al curry, le deliziose begun (melanzane) e keema aloo, un saporito piatto a base di carne macinata e patate.
"È una classica ricetta da mamma, questo è il cibo che si mangia nelle case del Bangladesh. Quando qualcuno ordina il chicken tikka masala, rispondono: "Ma che diavoleria è questa?" Noi seguiamo fedelmente le ricette delle nostre mamme", spiega lo chef Rahman. E Hussain aggiunge, "noi altri dobbiamo chiedere alle nostre mamme di insegnarcele o di raggiungerci qui".

Oltre l’ottimo cibo: le attrazioni di Banglatown a Brick Lane
La zona dei ristoranti merita svariate visite, ma c’è molto altro da scoprire a Banglatown. Hussain indica la Moschea di Brick Lane, che ha quello il "minareto più alla moda" del paese, un punto di riferimento alto 29 metri illuminati da LED che cambiano colore. "È stato decorato con i motivi geometrici nordafricani, ma di notte brilla di mille colori diversi. Non ho mai visto minareti cangianti!" dice Hussain. "Se si trova nella strada più alla moda di Londra, immagino che non possa essere altrimenti."
Poi c’è il Kobi Nazrul Centre, un centro culturale che prende il nome dal ribelle poeta. Fin dagli anni ’80, ha sostenuto le arti bengalesi locali e oggi ospita una varietà di mostre, spettacoli teatrali e progetti culturali.
Per spuntini veloci, c’è il Sunday Upmarket, che ha la più grande selezione di bancarelle di cibo halal a Londra, come fa notare Hussain, e fuori, un mercato delle pulci, risorsa vitale per la prima generazione di bengalesi a Brick Lane. "Era un grande aiuto per la comunità, perché appena arrivati, gli uomini avevano pochissimi soldi", dice.
Oltre a celebrare il contributo storico, culturale e culinario che i bengalesi hanno dato al quartiere, Banglatown ricorda le sofferenze che la comunità ha sopportato. A pochi minuti dal gate d’ingresso, si trova Altab Ali Park, un parco che prende il nome dall’operaio di Sylhet impiegato nell’industria tessile assassinato a soli 25 anni dai razzisti nel 1978, la cui morte ha scatenato il movimento interno alla comunità contro i fascisti.
Nel parco si trova la replica di un memoriale a Dhaka noto come Shaheed Minar o Monumento dei Martiri, una suggestiva rappresentazione astratta di una madre circondata dai suoi figli caduti, davanti a un punto rosso che ricorda la bandiera del Bangladesh e simboleggia il sangue del martire. L’originale è stato costruito per ricordare le vite perse durante la Guerra d’indipendenza nel 1971. "È stato eretto qui per onorare Altab Ali, ma costituisce anche uno spazio in cui possiamo venire a commemorare il Giorno dell’indipendenza e le vittime del nostro popolo", spiega Hussain. Fa tutto parte del ricco patrimonio che Banglatown si dedica a onorare e preservare. Dopo il riconoscimento da parte del consiglio, Hussain spera che Brick Lane diventerà una delle tante Banglatown nei distretti urbani di tutto il mondo. "Grazie al riconoscimento delle autorità, penso che nel tempo si dedicherà molta più attenzione al tema, fino a diventare un’istituzione cittadina, come lo è Chinatown in tutto il mondo."