All’aeroporto di Singapore non servirà più il passaporto

Redazione Lonely Planet
2 minuti di lettura

A partire dal 2024 l’aeroporto Changi di Singapore introdurrà una novità rivoluzionaria. I passeggeri in uscita, infatti, non dovranno più mostrare passaporto e carta di imbarco ai controlli. Basterà avere il token di autenticazione digitale, generato automaticamente usando i dati biometrici e il riconoscimento facciale.

L'aeroporto Changi a Singapore © Jakub Zajic / Getty Images
L’aeroporto Changi a Singapore © Jakub Zajic / Getty Images
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Dall’inizio di quest’anno, l’aeroporto Changi, considerato uno dei migliori al mondo, ha visto arrivare circa 9 milioni di visitatori. L’idea di introdurre questo token digitale nasce dalla necessità di snellire le procedure di controllo, mantenendone però inalterata l’efficienza, e permettere così ai viaggiatori che arrivano a Singapore di vivere un’esperienza positiva, all’insegna della semplicità.

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Ad annunciare questa innovazione è stato il ministro delle Comunicazioni Josephine Teo. «Singapore sarà uno dei primi paesi al mondo a introdurre il controllo automatizzato dell’immigrazione senza passaporto». La tecnologia biometrica viene già usata in questo aeroporto. Per esempio presso le corsie automatizzate dei punti di controllo dell’immigrazione. I prossimi step, però, permetteranno ai passeggeri di non dover più presentare ripetutamente i propri documenti di viaggio, rendendo così molto più snello l’intero viaggio, dalla consegna dei bagagli all’imbarco. Al momento, però, va ricordato che i passeggeri dovranno comunque portare con sé il passaporto perché ancora necessario in molti altri aeroporti del mondo.

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Il vortice di pioggia all'interno dell'aeroporto Changi di Singapore © Sing Studio / Shutterstock
Il vortice di pioggia all’interno dell’aeroporto Changi di Singapore © Sing Studio / Shutterstock

Anche altri paesi sono sulla stessa strada di Singapore

Anche altri paesi negli ultimi anni hanno sperimentato l’uso dei dati biometrici per snellire le pratiche di imbarco e immigrazione. Per esempio, già nel 2018 l’aeroporto internazionale di Dubai ha introdotto i tunnel biometrici – chiamati Smart Gates – che, grazie all’utilizzo di un software di riconoscimento facciale riesco a verificare l’identità dei viaggiatori in soli cinque secondi

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L’aeroporto internazionale di Hong Kong ha invece iniziato a usare il Flight Token, un sistema di identificazione biometrica self-service che permette ai passeggeri di passare dal check-in alla consegna dei bagagli, dai controlli di sicurezza all’imbarco senza mostrare passaporto e carte d’imbarco. Questo sistema è al momento disponibile solo per chi viaggia con Cathay Pacific in direzione Bangkok, con China Airlines verso Taipei e con Japan Airlines per chi va a Tokyo

Un particolare dei Gardens by the Bay, Singapore © Twenty20
Un particolare dei Gardens by the Bay, Singapore © Twenty20

Anche il Giappone sta testando l’utilizzo dei dati biometrici negli aeroporti Narita e Haneda di Tokyo. Utilizzando determinate compagnie aeree, i passeggeri possono registrare i propri dati biometrici e accedere ai self-service di consegna dei bagagli, ai controlli di sicurezza e all’imbarco senza usare documenti. La registrazione dei dati biometrici non è permanente. Le informazioni vengono infatti cancellate entro 24 ore dalla registrazione. 

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