Thailandia, Valencia e altre mete che richiederanno una tassa d'accesso dal 2023

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È arrivata la conferma: da giugno, per visitare la Thailandia sarà necessario pagare un piccolo contributo d'ingresso. Purtroppo, non è l'unica destinazione a introdurre questa tassa nel 2023. Ecco le altre mete che diventeranno presto a pagamento.

Turisti in Thailandia
Anche la Thailandia introdurrà una tassa di ingresso nel 2023 © Getty Images
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Il governo thailandese ha approvato la legge che imporrà un contributo d’ingresso di 300 baht ai visitatori internazionali, indipendentemente dalla loro provenienza. Ai visitatori giunti in aereo la tassa (circa 8 €) verrà addebitata come extra al prezzo del volo, mentre coloro che arrivano in autobus, treno o nave dovranno pagare 150 baht (4 €) oltre al biglietto del mezzo di trasporto.

Traghetto, Thailandia
La quota sarà inclusa nelle tariffe di aerei, autobus e navi © Pakin Songmor/Getty Images

Il ministero del turismo thailandese ha dichiarato che le entrate generate dalla tassa saranno utilizzate per finanziare l’implementazione di strategie sostenibili nella gestione delle risorse locali e per coprire l’assicurazione sulla salute dei turisti che non possono permetterselo. "È capitato spesso che il nostro governo abbia dovuto finanziare le cure dei turisti che non avevano un’assicurazione", ha spiegato a Reuters il ministro del turismo del paese, Yuthasak Supasorn, quando l’anno scorso ha proposto la tassa di soggiorno.

La quota è una tantum e viene richiesta solo alle persone che pernottano nel paese. Non devono pagare coloro che transitano dalla Thailandia, i bambini di età inferiore a due anni e chi viaggia con un passaporto diplomatico o un permesso di lavoro.

Con il turismo di massa in aumento, tasse come questa diventeranno sempre più comuni. Nel 2019, la Nuova Zelanda ha iniziato a richiedere una tassa di ingresso di 35 $ neozelandesi (circa 20 €), mentre due anni dopo il Giappone ha introdotto la "tassa sayonara", un contributo di 1000 yen (7 €) da pagare prima di lasciare il paese.

La maggioranza degli stati, soprattutto in Europa, raccoglie il tributo attraverso le strutture ricettive o le agenzie di prenotazione, e sfruttano il ricavato per migliorare i servizi. Di solito la somma richiesta è irrisoria, ma quest’anno, molte destinazioni stanno alzando il prezzo per far fronte ai rincari e alla crisi.

Ecco le nuove mete di viaggio che vi chiederanno un contributo d’ingresso nel 2023.

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Coppia di turisti scatta un selfie davanti alla Sagrada Familia
Barcellona aumenterà la tassa di soggiorno quest’anno © Getty Images

Spagna

Dal 2023, Valencia impone una tassa di soggiorno che può variare da 0,50 a 2 € a notte (a seconda della tipologia di alloggio). La tassa verrà riscossa dall’hotel, dal B&B o da chi vi affittato l’appartamento o la stanza. Si applica per i soggiorni in tutta la comunità valenciana, non solo nella città. Quindi anche per le famose mete turistiche di Alicante, Benidorm e Costa Blanca, dovrete mettere in conto di pagare un extra.

Barcellona ha deciso di rincarare la tassa di soggiorno per chi visita la città. Il contributo si paga per un massimo di sette notti, quindi pagherete la stessa cifra per trattenervi una settimana o un mese intero. Al momento, i visitatori pagano 4 € a notte per affittare un alloggio in città, ma nel corso dell’anno il tributo salirà a 5 €.

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Italia

Venezia, come la maggior parte delle città italiane, addebita già una tassa di soggiorno che varia nel prezzo a seconda del tipo di alloggio e del periodo dell’anno in cui si viaggia. Ma quest’anno, nel tentativo di contenere l’overtourism, la città sull’acqua richiederà un contributo anche solo per accedere, una tassa d’ingresso che varierà in base all’affluenza della stagione. Il costo più elevato durante l’alta stagione mira a ridurre il numero di visitatori nei periodi più gettonati.

Quindi anche se visitate Venezia dalla mattina alla sera, senza pernottamento, vi richiederanno una tassa d’ingresso che può oscillare dai 3 € in bassa stagione ai 10 € in estate, nella settimana di Pasqua e durante le altre festività. La data in cui il governo comincerà ad applicare il tributo non è stata ancora annunciata, ma è probabile che la sperimentazione cominci già da quest’estate.

Un canale di Venezia
La tanto attesa tassa d’ingresso per visitare dovrebbe essere introdotta nel corso nel 2023 © Apexphotos/Getty Images

Bhutan

Tutti questi tributi sono spiccioli paragonati alle cifre richieste dal Bhutan. Il paese ha rivisto il modello turistico introdotto a settembre e ha deciso di sostituire la tassa giornaliera di 250 € in cui erano inclusi tutti i servizi, con un pacchetto in linea con la Sustainable Development Fee del valore di 200 $ che non comprenderà più cibo, alloggio, trasporti e tutto il resto che era incluso nel vecchio pacchetto all inclusive.  

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Unione Europea

A partire da novembre, i residenti extra UE e coloro che devono richiedere un visto speciale per entrare in Europa dovranno richiedere un’autorizzazione di viaggio attraverso Etias, acronimo di European Travel Information and Authorisation System. Funziona da esenzione dal visto elettronico ed è fondamentalmente la versione europea dell’ESTA, il visto richiesto per visitare gli Stati Uniti. Viene richiesto ai viaggiatori provenienti da paesi come America, Regno Unito, Canada, Australia, ecc. L’ETIAS costa circa 7 € a persona.

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Bhutan Italia Spagna Thailandia
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