Tutto il meglio di Parma in un weekend

Redazione Lonely Planet
5 minuti di lettura

Consapevoli del fatto che vi aspetta una full immersion di gusto e cultura, mettetevi in viaggio verso Parma, una delle città più eleganti e golose al mondo. Ambasciatrice della Food Valley d’Italia nel mondo, la piccola capitale del ducato farnesiano è stata proclamata dall’UNESCO ‘Città creativa per la gastronomia’. La stessa passione, però, i parmigiani la nutrono per la musica e l’opera, e in particolare per Arturo Toscanini, Niccolò Paganini e, primo fra tutti, Giuseppe Verdi, amato non solo dal ristrettissimo Club dei 27, ma anche da una folla di melomani che vengono a rendergli omaggio a Roncole, Busseto e Sant’Agata, quel fazzoletto di pianura contadina intriso di nebbia e poesia di cui il maestro è figlio.

La Piazza Duomo di Parma, dove si affacciano la Cattedrale e il Battistero ©Sergey Dzyuba
La Piazza Duomo di Parma, dove si affacciano la Cattedrale e il Battistero ©Sergey Dzyuba
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L’elenco delle attrattive imperdibili comprende anche gli antichi castelli di pianura e di collina, una gita sul Po nelle terre di Guareschi e Don Camillo e, per chi ama camminare, la Via Francigena dalla pianura all’Appennino tosco-emiliano, sulle orme dei pellegrini medievali. Ma senza indugiare, ecco tutte le bellezze artistiche su cui soffermarvi durante un weekend a Parma.

La grande cupola affrescata dal Correggio, nel duomo di Parma ©EnricoAliberti ItalyPhoto
La grande cupola affrescata dal Correggio, nel duomo di Parma ©EnricoAliberti ItalyPhoto

Il Duomo di Parma

Consacrato da papa Pasquale II nel 1106, il Duomo di Parma è un esemplare edificio d’architettura romanico-padana. La facciata in origine era stretta fra due torri, di cui oggi rimane solo quella di destra, costruita in stile gotico e coronata sulla cuspide dalla statua dell’Angiolén, l’angioletto in rame sbalzato e dorato caro ai parmensi.

Oltre che a visitare una chiesa, preparatevi a consultare una vera e propria enciclopedia d’immagini scolpite nella pietra, che tramandano la cultura immaginifica sin dal Medioevo. Posizionatevi sotto la grande cupola affrescata dal Correggio e ammirate uno dei massimi capolavori dell’arte italiana del Cinquecento, coraggioso e rivoluzionario per l’epoca, l’Assunzione della Vergine. Qui il maestro della luce emiliano fa letteralmente girare la testa, con il suo vortice di nubi plastiche e schiere di santi, angeli e beati che ascendono nudi in un moto tumultuoso verso uno squarcio di cielo dove Cristo attende la Madonna sospeso in un luminosissimo, quasi accecante pulviscolo bianco dorato.

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Uno spettacolo al Teatro Regio

Da sempre l’anima più autentica di Parma è incarnata dal suo teatro neoclassico, realizzato per volere di Maria Luigia d’Asburgo a inizio ‘800 con le sembianze di un tempio greco. Sarà emozionante trovarsi in un tempio della lirica dove si sono esibiti i musicisti, i direttori d’orchestra e i cantanti più famosi della storia, tra cui Paganini, Verdi e Toscanini, la Callas (fischiata due volte), la Tebaldi e Domingo, e poi Abbado e Muti, forse anch’essi intimiditi almeno una volta dai leggendari commenti dei loggionisti, spesso pronunciati in dialetto parmigiano, pungenti e ironici quanto competenti. Se volete unirvi ai melomani che assistono alle prove delle prime, informatevi su date e orari alla biglietteria.

La Spezieria di San Giovanni

Dietro un piccolo portone in legno di fianco al monastero di San Giovanni si cela l’antica farmacia dove i monaci benedettini, che coltivavano le erbe, le mescolavano alle spezie per produrre tisane, sciroppi e unguenti medicamentosi. Gli splendidi arredi lignei sono rimasti immutati dal XVI-XVII secolo, con affreschi dei maestri della medicina e della farmacologia antica nelle lunette, una notevole collezione di vasi da farmacia, albarelli, fiaschette, mortai e alambicchi per la preparazione dei medicinali; c’è persino il banco delle consegne con le bilance di precisione. Per fortuna l’ingresso alla Sala dei Veleni è stato murato!

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Fatevi ammaliare dagli affreschi nella Camera di San Paolo ©Renata Sedmakova
Fatevi ammaliare dagli affreschi nella Camera di San Paolo ©Renata Sedmakova

Gli affreschi del Parmigianino nella Camera di San Paolo

Questa è una tappa obbligata per gli amanti dell’arte, che nelle stanze della colta badessa Giovanna da Piacenza nel Monastero di San Paolo potranno deliziarsi con la pittura giocosa e rivoluzionaria del Correggio. Nel 1519 il pittore trasformò il soffitto a volte della sala da pranzo in un pergolato in cui s’intrecciano nastri e festoni di frutta, putti che abbracciano cani e innalzano trofei e figurazioni mitologiche di tema classico. Più classica è la seconda stanza, affrescata da Alessandro Araldi nel 1514 con decorazioni a grottesche, angeli musicanti e scene dell’Antico e Nuovo Testamento.

L’interno del Teatro Farnese ©Gimas
L’interno del Teatro Farnese ©Gimas
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Il gigantesco Palazzo della Pilotta con il Teatro Farnese

Il palazzo nobiliare fu costruito nel 1583 per la pelota, l’equitazione, la scherma e i tornei d’armi e il teatro, ma nella seconda metà del Settecento il complesso divenne sede delle principali istituzioni culturali e museali della città, ruolo che mantiene tutt’oggi (è sede della Galleria Nazionale, del Museo Archeologico Nazionale, della Biblioteca Palatina e del Museo Bodoniano, oltreché del Teatro Farnese).

Il binomio Parma-musica è nato invece al Teatro Farnese, tutto legno e stucchi, eretto nel 1618 da Giovan Battista Aleotti su modello dei teatri rinascimentali di Vicenza e Sabbioneta, e inaugurato nel 1928 per il matrimonio di Margherita de’ Medici e Odoardo Farnese con uno spettacolo musicale arricchito da un torneo. Pensato per le feste di corte, il Farnese fu il primo teatro della storia a usare un ingegnoso sistema di macchine mobili nascoste dietro la scena, capaci di dare forma allo stupore e alle fantasie tipiche del barocco. Quella che si può visitare oggi è una ricostruzione dell’edificio originale, quasi totalmente distrutto da un bombardamento nel 1944. Il teatro non ha una programmazione fissa, ma accoglie occasionalmente spettacoli teatrali e appuntamenti internazionali di musica classica e contemporanea. Informatevi per tempo: opere e concerti in questo spazio hanno una magia tutta speciale. In alternativa, accontentatevi di ammirare gli straordinari apparati effimeri creati per feste e spettacoli antichi e contemporanei nel nuovo percorso museale allestito nelle due gallerie, ricco di libri antichi, video e ricostruzioni virtuali.

Da Berceto e dintorni partono numerosi trekking ©LEONARDO VITI
Da Berceto e dintorni partono numerosi trekking ©LEONARDO VITI

I mercatini di Piazza della Ghiaia e dell’oltretorrente

I parmigiani hanno la passione per l’antiquariato e il vintage: abiti e borse dei tempi andati, da abbinare magari con capi e accessori all’ultima moda. In Piazza Ghiaia, sotto la vela firmata dall’architetto Paolo Portoghesi nel 2010, il martedì si svolge la Fiera del Vintage, mentre il mercoledì e il sabato è il turno del mercato settimanale e il venerdì della Fiera dell’Artigianato Artistico. In Galleria Bassa dei Magnani, la moda retrò e le curiosità del passato occupano le bancarelle del Mercato Vintage il mercoledì. Per chi preferisce il tradizionale antiquariato, che rimane il cuore pulsante dell’identità parmigiana, l’appuntamento è il giovedì per il mercatino sotto gli affascinanti portici di Strada Massimo D’Azeglio, dove si possono trovare mobili, arredi, gioielli e libri. Una volta al mese, infine, il ‘quartiere degli antiquari’, intorno a Via Nazario Sauro, ospita Artesauro, caratteristico mercatino con oggetti di antiquariato, abbigliamento e oggettistica varia.

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Un’escursione sulla Via Francigena da Berceto

Tanti sono i trekking in partenza da Berceto e dintorni, proposti da guide ambientali ed escursionistiche: dalla due giorni Berceto–Pontremoli, percorrendo l’antico tracciato della Via Francigena, agli spettacolari affioramenti di pinnacoli d’arenaria chiamati Salti del Diavolo, con partenza da Cassio, sulla Via percorsa dagli Scalpellini che andavano a estrarre la pietra. Bella anche la gita alle miniere di Corchia, proposta pure in notturna.

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