Due giorni alla scoperta di Ferrara e dintorni
Un weekend a Ferrara e nei suoi dintorni vi porterà alla scoperta di una cittadina dal fascino unico, dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, un piccolo gioiello che brilla in un territorio pianeggiante solo in apparenza regolare e monotono, ma di fatto modellato dall'uomo nella storia in dialogo con la natura e dominato da abbazie, rocche e castelli imponenti.

Cosa vedere a Ferrara in due giorni
Piccola, ma con tanto da offrire: un borgo medievale pressochè intatto, palazzi rinascimentali sfarzosi, un grande castello, una magnifica cattedrale... E poi la cucina strepitosa (non dimentichiamocelo, siamo in Emilia Romagna!), i musei interessanti, la ricchezza degli eventi, la vivacità dell’atmosfera unita alla quiete e all’eleganza. E, soprattutto, la possibilità di conoscere tutto questo pedalando su due ruote, seguendo il proprio ritmo, in armonia con quello dei luoghi.
Da non perdere
Dopo aver affittato una bicicletta, raggiungete il Castello Estense, edificato nel 1385, imponente e sorprendente, che, nonostante le sue quattro torri, il massiccio corpo centrale e il fossato, è inserito nel tessuto urbano, poiché in origine si trovava ai margini della città medievale, prima che questa fosse ampliata.

Di nuovo in sella per raggiungere uno dei capolavori dell’architettura rinascimentale italiana, il Palazzo dei Diamanti, una splendida residenza progettata nel 1493 da Biagio Rossetti in Corso Ercole d’Este per ospitare il fratello del duca Ercole, Sigismondo. Tratto inconfondibile del palazzo, nonché uno dei simboli della casa estense, sono le pietre tagliate a punta di diamante sulla facciata bianca bugnata. All’interno, visitate la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, con mostre sempre di alto livello, e soprattutto la Pinacoteca Nazionale, che custodisce un’importantissima collezione di pittura italiana e non solo (dal Trecento in poi). La residenza è la stella incontrastata dell’Addizione Erculea, ovvero il quartiere voluto da Ercole I nel 1492, il cui progetto fu, appunto, affidato all’architetto Rossetti. La firma è la stessa anche per il magnifico Palazzo Costabili, iniziato nel 1495, che dal 1935 ospita il Museo Archeologico Nazionale, imperdibile per la sua ricchissima collezione di reperti per lo più provenienti dalla città e dalla necropoli etrusca di Spina, che sorgeva nel Delta del Po, nei pressi dell’attuale Comacchio.
Storia e cultura, arte e bicicletta: anche la pancia, però, vuole la sua parte. Rifocillatevi dunque nell’enoteca storica Hostaria del Chiucchiolino ‘Al Brindisi’, che pare sia la più antica mescita di vino d’Italia, risalente addirittura al XV secolo.
Da Via delle Volte al Monastero di Sant’Antonio in Polesine
Ricaricati di nuove energie, dedicate il tempo rimasto a scoprire altre meraviglie ferraresi. I fondachi medievali, la pavimentazione in ciottoli di fiume, i passaggi coperti, la scenografia suggestiva di luci e ombre della lunga Via delle Volte, la spina dorsale della città lineare dell’VIII e del IX secolo, vi farà viaggiare nel tempo; con una passeggiata, a piedi o in bicicletta, per il Ghetto Ebraico, coglierete l’atmosfera e condividerete le memorie di questo quartiere medievale, che ha ospitato la comunità ebraica, una delle più antiche d’Italia, dal 1627 all’Unità d’Italia. Fermatevi poi in Piazza Trento e Trieste, meglio nota con il nome originario di Piazza delle Erbe, lungo il fianco meridionale della Cattedrale, che per secoli fu sede del mercato cittadino, e in Piazza del Municipio, cui si accede attraverso il Volto del Cavallo, l’apertura sulla facciata del Palazzo Municipale, un tempo Palazzo Ducale.
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Un po’ più lontani dal nucleo centrale, valgono la visita Palazzo Schifanoia, esplicita dichiarazione di guerra alla noia degli Estensi, una delle residenze destinate allo svago della famiglia, così come la Certosa di Ferrara, il monastero costruito dal 1452 al 1461 per volere di Borso d’Este, che dal 1811 ospita il maggior cimitero cittadino, istituito da Napoleone. Il Monastero di Sant’Antonio in Polesine, fondato dalla beata Beatrice II d’Este e tuttora monastero benedettino femminile di clausura, è invece visitabile solo in orari limitati: suonate il campanello ed entrate ad ammirare i meravigliosi affreschi nascosti oltre le grate, dopo aver visitato in autonomia la chiesa, piccolo gioiello barocco.
Vi meritate una cena in uno degli ottimi ristoranti della città, per esempio La Romantica, che offre grandi classici locali (tagliatelle fatte in casa, salama da sugo e paste ripiene), un saporito menu di pesce e una ricca scelta di vini.

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Secondo giorno: i dintorni di Ferrara
L’Abbazia di Pomposa
Il tempo è poco: certi che tornerete a Ferrara per approfondirne la conoscenza e vedere ciò che ancora vi manca, partite alla volta dell’Abbazia di Pomposa, una frazione del comune di Codigoro, che si presenta già da lontano con il suo campanile, svettante nella piatta pianura. Sorge ancora isolata come quando era circondata dalle acque e testimonia l’esistenza di una comunità di monaci dell’Ordine di San Colombano nell’Insula Pomposiana (una striscia di terra in mezzo alle acque del Po e dell’Adriatico), che qui visse a partire dal VI-VII secolo. Dopo esservi inebriati del paesaggio suggestivo in cui l’abbazia è immersa, visitate il complesso, con il già citato campanile, il monastero, il Museo Pomposiano e il trecentesco Palazzo della Ragione.

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Un mondo d’acqua: il Delta del Po e Comacchio
L’altra grande protagonista della zona è l’acqua, che bagna, colora e profuma le terre incantate del Delta del Po, tra fenicotteri, castelli e tramonti struggenti, da esplorare il più possibile in bicicletta, a piedi o in barca, prima di raggiungere l’ultima tappa: Comacchio.
Comacchio è una cittadina interessante con una storia molto avvincente, legata all’acqua, su cui letteralmente galleggia, e al sale, che ne ha scandito i passi e determinato le vicende. Contate i suoi molti ponti, ammirando il più importante, il secentesco Trepponti, e poi correte a scattare le migliori fotografie del viaggio nelle Valli di Comacchio, la parte più importante del Parco Regionale del Delta del Po, e nel paesaggio struggente delle Saline.

Se capitate da queste parti tra settembre e ottobre, celebrate anche voi il prodotto gastronomico più noto della zona partecipando alla Sagra dell’Anguilla.