Un weekend di musica, danza e teatro al Reggio Parma Festival
È possibile fare un weekend tra Reggio Emilia e Parma e non avere neppure l’occasione di pensare al Parmigiano Reggiano e al Prosciutto di Parma. Ed è bellissimo. L’arte diventa il vero nutrimento, le piazze si fanno palchi in cui va in scena la città, vestita con l’abito bello. Un ruscello elegante in direzione dei teatri che richiamano il popolo tutto (tutto davvero) verso la catarsi. E non è solo Parma, e non è solo Reggio Emilia, ma è il Reggio-Parma Festival, ed è il motivo per cui dovreste considerare un weekend in queste città nei prossimi mesi.

Cosa è il Reggio-Parma festival
Dal punto di vista tecnico è un insieme di enti, partner, luoghi ma soprattutto appassionati di arte che hanno capito che uno sforzo unitario vale molto di più della somma delle parti. Perno del Festival sono da sempre il Festival Aperto a Reggio Emilia, il Festival Verdi e il Teatro Festival a Parma, ideati e realizzati dalle fondazioni socie. Nel corso degli anni, tuttavia, ai tre festival si sono affiancati numerosi altri progetti che hanno coinvolto creatività e professionalità del territorio e artisti di fama internazionale, dando vita a opere capaci di raggiungere nuove platee. Si tratta di un mix tra spettacolo dal vivo e altre forme d’arte, dalla fotografia al cinema, dalla letteratura all’arte figurativa contemporanea.
Dal punto di vista del pubblico e del perché andarci, è un momento in cui si sente, in un modo speciale ed unico, quanto la cultura possa unire gli abitanti della città in luoghi sacri, chiamati teatri, dove insieme ci si emoziona, ci si commuove, ci si indegna, si protesta in un modo che è sia antico che innovativo. Un esempio: l’energia cruda che, durante la rappresentazione di May B (il capolavoro di Maguy Marin che a maggio ha inaugurato la stagione) emergeva dal palco del Teatro Regio di Parma raggiungendo tutti. Come se l’argilla sul volto degli attori pian piano potesse farsi largo, dalla platea ai loggioni, macchiando il volto degli spettatori, tirati a lucido, ma ora anche macchiati da una consapevolezza terrosa e indelebile.

Cosa si vedrà quest’anno al Reggio-Parma festival
La stagione 2023 è dedicata a Maguy Marin con il progetto “La Passione dei Possibili”: in programma da maggio a dicembre 2023 al Teatro Regio e Teatro Due di Parma, al Teatro Municipale Valli, Teatro Ariosto e Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia. Si tratta di una delle coreografe e artiste più eclettiche dell’intero panorama internazionale. In autunno, il progetto entrerà nel vivo con un fitto calendario di spettacoli: qui ci sono tutte le date ma segnatevi Singspiele (14 e 15 novembre, Teatro Due, Parma) e il debutto italiano della nuova creazione (il 18 e 19 novembre al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia).

Cosa vedere a Reggio Emilia
Nel vostro weekend tutto arte, il posto migliore in cui iniziare l’esplorazione è Reggio-Emilia, che dalla sua stazione futuristica circondata dalla monotonia della campagna avverte: qui nulla è come sembra e l’inaspettato spunta fuori all’improvviso, proprio come un Calatrava in mezzo alla pianura.
La metafisica Piazza della Vittoria diventa luce bianca ed accecante d’estate ed è ampia abbastanza per far circolare nebbie nostalgiche d’inverno. Qui il Teatro Valli si affaccia tronfio, ma non lasciatevi ingannare dalla sua pomposità. Intanto è un teatro del popolo: fu costruito nel 1757, in seguito alla distruzione del teatro Ariosto a causa di un incendio, con i fondi di privati che avevano un unico obiettivo: farlo più grande e più bello di quello di Parma. Visitatelo nei suoi meandri più segreti e scoprirete antiche macchine per i suoni, capaci di creare uragani e tuoni, inerpicatevi nelle Sale dell’Astrolampo e dei Pittori. Giunti al salone principale vi sembrerà ormai di incontrare un vecchio amico pronto per un’occasione speciale e tutto sarà più familiare.
Andate poi ai Musei Civici, per una visita che davvero è difficile preannunciare. Ogni piano è un mondo, e in ogni mondo si aprono porte spazio temporali che potrebbero, all’improvviso, farvi balzare dal qualche altra parte. Dalla collezione privata di Lazzaro Spallanzani, acquistata dal Comune nel 1799 e successivamente allestita nel Gabinetto di Antichità patrie con una rigorosa estetica ottocentesca, fino alla Manica Lunga, spazio del museo temporaneo, che occupa tutta la grande navata dell’ultimo piano e dove sono stata accolta da alcuni degli scatti di Ghirri. Un percorso tra secoli, personaggi, arti diverse. Lo stesso spirito di contaminazione che caratterizza anche il festival.
Da non perdere i Chiostri di San Pietro, un complesso monumentale in stile rinascimentale che si anima con un calendario internazionale di mostre di arte contemporanea e fotografia (sarebbe proprio il caso di tornare a Reggio anche per il festival Fotografia Europea, che si tiene in primavera).

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Cosa vedere a Parma
Parma sarà anche piccina, ma nasconde abbastanza tesori da rendere un weekend un po’ stretto per vederli tutti. Per cui, per cosa vedere a Parma in un classico weekend, guardate qui , ma se siete appassionati di musica e teatro, abbiate il coraggio di tralasciare i grandi classici e provare qualcosa di nuovo.
Iniziate dalla Casa della Musica, ospitata nel quattrocentesco Palazzo Cusani: vi permetterà di immergervi nello spirito musicale della città, con la statua di Giuseppe Verdi seduto su una panchina pronto ad accogliervi all’ingresso. All’interno, il Museo dell’Opera – Viaggio nel Teatro Musicale a Parma ripercorre quattro secoli di storia del teatro d’opera, mentre il massiccio Archivio del Teatro Regio conserva abiti, documenti, bozzetti, cartelloni storici e tantissime altre curiosità.
Poco più avanti, alla Casa del Suono, sarete catapultati in un’esperienza più innovativa. Il percorso vi porta attraverso l’evoluzione della tecnologia, dal fonografo all’mp3. Poi chiudetevi nella Sala Bianca, dove il Lampadario Sonoro vi permetterà di ascoltare effetti sonori tridimensionali d’ultima generazione.

Prima di assistere a uno degli eventi in programma al Teatro Regio, realizzato per volere di Maria Luigia d’Asburgo tra il 1821 e il 1829 con le sembianze di un tempio greco, partecipate a una visita guidata. L’ellittica platea dall’acustica pressoché perfetta, lo splendido e scintillante lampadario ottocentesco del peso di 1100 kg, fabbricato a Parigi sono capolavori in sé. Ma saranno le storie dei grandi maestri passati di qui, tra cui Paganini, Verdi e Toscanini, la Callas (fischiata due volte), e i leggendari commenti dei loggionisti, spesso pronunciati in dialetto parmigiano (tanto ironici quanto competenti) a farvi emozionare. Non dimenticate di fare un aperitivo al bar del teatro, come i veri local, prima di prendere posto e godervi lo spettacolo.
Potrebbe andare bene così quanto a pieno di bellezza ed emozioni, ma se vi avanza del tempo fate un salto al Palazzo della Pilotta e al Teatro Farnese, dove il legame tra la città e la musica è nato. Fu il primo teatro della storia a usare macchine mobili nascoste dietro la scena, capaci di dare forma allo stupore e alle fantasie tipiche del barocco. Oggi ne visiterete una ricostruzione, ma l’odore di legno e il senso di misticismo del luogo saranno sufficienti a farvi venir voglia di ricominciare daccapo il vostro fine settimana di musica, danza e teatro.