Tre parchi poco conosciuti dove ammirare il foliage a Parigi

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L’autunno è uno dei momenti migliori per scoprire Parigi. Dalla metà di ottobre, calano i picchi del turismo dell’alta stagione e la città diventa meno affollata e piacevole da girare. I colori dei parchi e dei giardini si fanno più vivi e si entra nel periodo del foliage, bello da apprezzare anche in una grande metropoli ricchissima di verde. Parigi vanta 500 fra parchi e giardini per un totale di 2300 ettari di spazi verdi aperti al pubblico. Probabilmente, che conosciate bene la città o che sia la prima visita, avrete modo di attraversare le aree verdi più famose e centrali: le Tuileries, i giardini del Lussemburgo, il giardino di Palais Royal, Parc Monceau. E, spingendosi verso gli arrondissement più periferici, il Bois de Boulogne, il Par des Buttes-Chaumont, il Bois de Vincennes. Ma Parigi è ricchissima di aree verdi anche meno conosciute. Vi proponiamo la visita di tre indirizzi da andare a scoprire proprio nelle settimane più belle del foliage.

Parigi d’autunno © Stonel/Shutterstock
Parigi d’autunno © Stonel/Shutterstock
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Parc Monsouris, il parco all’inglese di epoca haussmanniana

Situato nel 14° Arrondissement, è il grande polmone verde dell’area sud di Parigi. Durante il Secondo Impero, sotto l’impulso di Napoleone III e del barone Haussmann, prefetto del dipartimento della Senna, oltre al rinnovamento edilizio del centro città si vollero creare dei grandi parchi ai quattro angoli cardinali dell’area metropolitana, per favorire condizioni più salubri di vita.

Venne creato un dipartimento delle Promenades et del plantations, antesignano di quello che adesso è il Servizio del verde pubblico, affidato alla responsabilità dell’ingegner Jean-Charles Adolphe Alphand (1817-1891) che, oltre a Montsouris, progettò anche il Bois de Boulogne e quello di Vincennes. I lavori a Montsouris cominciarono nel 1867 e, ritardati dalla guerra Franco-Prussiana, vennero completati nel 1878. Su questo terreno in pendenza, in precedenza occupato da una cava e dove attorno ai mulini sulle rive della Bièvre c’erano colonie di topi (ecco, forse, l’origine del nome) venne costruito un grande parco all’inglese di 15 ettari ispirato a quelli londinesi. Il lago centrale è contornato da boschi e prati ideali per passeggiare (anche in calesse), correre o rilassarsi nelle terrazze di caffetterie e ristoranti.

Il parco vanta un patrimonio di oltre 1400 alberi, molti dei quali centenari. Il maestoso ginkgo biloba è situato sui bordi del lago e in autunno le sue foglie assumono un colore giallo intenso che si riflette nelle acque. Altri alberi da osservare sono il platano, probabilmente anteriore al 1840, che si innalza fino a 40 metri e ha una circonferenza del tronco di quasi 6 metri. Non distante dal Pavillon de Météo France (la più vecchia stazione metereologica francese che registra dati dal 1873) si trova una magnifica sequoia che arriva a trenta metri di altezza. Approfittando del foliage, gli appassionati d’arte potranno anche ammirare una ricca collezione di sculture in bronzo e in pietra; fra le tante segnaliamo Drame au désert di Georges Gardet (1891) nella parte alta del parco e la statua equestre del Generale San Martin di Van Peborgh (1960).

La quiete del Domaine National de Saint-Cloud  © picsart_ah/Shutterstock
La quiete del Domaine National de Saint-Cloud © picsart_ah/Shutterstock

Domaine National de Saint-Cloud, dove è passata la storia

Alle porte di Parigi, ma facilmente raggiungibile in metro o in tramway, il parco di Saint-Cloud offre agli amanti della natura un immenso spazio di 460 ettari di giardini, boschetti, radure, fontane, sculture. Il domaine che si trova nel Dipartimento Hauts-de-Seine è aperto tutti i giorni dell’anno gratuitamente e fino a tutto ottobre ha un orario prolungato fino alle 21.

La vastità dello spazio verde si presta ad un’osservazione del foliage percorrendo viali alberati, spazi aperti, giardini classici alla francese progettati da André Le Nôtre e dai suoi successori, spazi romantici, cascate e giochi d’acqua. Dalla terrazza dell’antico castello, andato distrutto durante la guerra Franco-Prussiana, si ha una magnifica e inconsueta vista su Parigi.

Il parco è uno dei più belli d’Europa, classificato come monumento storico dal 1994, anche perché è stato protagonista di numerosi eventi nella storia di Francia: nei secoli la proprietà è appartenuta a Caterina de Medici, a Monsieur, il fratello di Luigi XIV, a Maria-Antonietta, a Napoleone Bonaparte e poi al nipote, Napoleone III. Se il parco nel periodo del foliage vi ha incantato, potrete ritornarvi anche in altre stagioni dell’anno perché qui, a fine agosto, si svolge uno dei più importanti festival musicali della regione parigina: Rock en Seine accoglie i più grandi gruppi musicali a livello internazionale. Il 30 agosto 2026 sono già annunciati i Cure che ritorneranno sulle rive della Senna sette anni dopo il loro storico concerto del 2019. Ma il parco di Saint-Cloud è anche lo scenario di uno dei più grandi spettacoli di fuochi artificiali d’Europa: un appuntamento che ricorda le sontuose feste reali che si svolgevano nel XVII e XVIII secolo.

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Un parco di 20 ettari su un’isola della Senna. Anche in questo caso siamo appena fuori dai confini di Parigi, esattamente nel territorio di Issy-les-Moulineaux, sempre nel Dipartimento Hauts-de-Seine. Si arriva comodamente con poche fermate della RER C (Issy Val-de-Seine) o con la linea di metro 9 (fermata Marcel Sembat), poi 15 minuti a piedi.

Accostate sulle rive ci sono decine di imbarcazioni da trasporto oggi diventate abitazioni alternative. In effetti, negli anni Sessanta del Novecento la prima destinazione per quest’area sembrava essere quella di area portuale per accogliere lo stoccaggio di sabbia e cemento, materiali utili all’urbanizzazione galoppante in quei decenni.

Furono le proteste dei sindaci della zona a preservare come spazio verde una zona che in origine era un’area agricola alle porte della metropoli e durante l’esposizione universale del 1867 aveva ospitato il Pavillon de l’agriculture. Dopo la demolizione di 35 edifici, l’apporto di 45 mila metri cubi di terra fertile, la piantumazione di 1500 alberi e 3500 arbusti, il parco fu finalmente pronto nel 1980. Fra il 1993 e il 1996, una nuova iniziativa portò all’ingrandimento dell’area verde da 12 ai 20 ettari attuali: si tratta di uno dei parchi più giovani dell’area parigina, testimonianza di una nuova sensibilità ecologica da parte degli amministratori locali. S

i possono visitare vari spazi: il jardin de lavandes (piante mediterranee), i jardins imprévus (rane, tritoni anatre si mescolano alla vegetazione che serve a impollinare la api), i jardins clos (coltivazioni di verdure stagionali ispirate agli orti dei monasteri), il jardin de messicoles (dedicato alle piante spontanee che si mescolano alle messi), il jardin antérieur (ispirato alle coltivazioni di frutta dei monaci dell’abbazia di Saint-Germain-des-Prés che possedeva l’isola nel Medioevo).

Da non mancare la visita all’opera emblematica del parco: la Tour aux figures, una coloratissima torre alta 24 metri realizzata dall’artista Jean Dubuffet inaugurata nel 1983. Il restauro dell’opera, a cura del Dipartimento Hauts-de-Seine, ha permesso di riaprirla al pubblico nel settembre del 2020 per visite guidate anche all’interno dell’edificio.

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