Treviso in un giorno (o due): cosa vedere e fare quando piove o splende il sole
Preparatevi a vivere un viaggio intenso e pieno di bellezza, alla scoperta di un territorio effervescente come le bollicine del Prosecco. Treviso vi accoglierà con i palazzi, i canali e le osterie, mentre le colline vi trascineranno dentro ai loro panorami da sogno plasmati dal lavoro dell’uomo. Treviso è la sorpresa perfetta per chi cerca un capolavoro di tranquillità e un'alternativa a Venezia: canali, borghi, cibo genuino e autentico, musei ricchi, atmosfere rilassate. Che il sole splenda o la pioggia che batta lieve, avrete sempre qualcosa di speciale da vedere, assaggiare o semplicemente vivere.

Cosa vedere a Treviso quando splende il sole
I canali
I canali scorrono tra le vie del centro storico offrendo scorci davvero pittoreschi. Le loro acque hanno accompagnato l’evoluzione della città nel corso dei secoli e oggi ne rappresentano l’inconfondibile cifra stilistica. Riconoscerli vi sarà utile per districarvi nel labirinto di viuzze, ma anche per trovare gli angoli più suggestivi.
Sono tanti gli angoli suggestivi della città, ma i luoghi iconici sono due. Il primo è la Pescheria, dove il Cagnan Grande si divide per abbracciare l’isoletta su cui da secoli si tiene il mercato del pesce. La Ca’ dei Carraresi tuffa le sue mura medievali nel canale e una ruota in movimento testimonia il luogo dove sorgeva il vecchio mulino.
Il secondo è il Canale dei Buranelli: cercate Vicolo Buranelli e poi seguite il tracciato dell’omonimo canale ovunque possibile, per fare la conoscenza di alcuni degli scorci più noti. Affacciato sulle sue sponde troverete anche il complesso edilizio del Cinquecento da cui prende il nome, che serviva come dimora per i commercianti di pesce che arrivavano da Burano. Passeggiando per Treviso, scoprirete anche il Cagnan Grande, il Sile, il Siletto, il Cantarane e il Botteniga che lambisce le mura, a difesa della città.
I nostri consigli
- I canali, in particolare il Sile, si possono esplorare sulle due ruote: pedalando lungo le loro sponde scoprirete scorci naturali davvero suggestivi.
- Se camminare tra i banchi della Pescheria vi ha fatto venire voglia di un buon piatto di pesce, andate sotto i portici, lungo il Canale dei Buranelli: la Trattoria dei Bana riuscirà a soddisfare ogni vostro appetito.

Piazza del Duomo
Tra le sue cortine irregolari, Piazza del Duomo conserva numerose tracce di storia trevigiana. Ci sono il Battistero di San Giovanni, che ingloba nelle pareti resti romani e conserva all’interno affreschi bizantini, la torre romanica, che ora è il campanile della cattedrale, e un bel palazzo in stile gotico veneziano, la Casa del Corno. Il Duomo, dedicato a san Pietro Apostolo e forse sorto sul sito di una chiesa longobarda, oggi si mostra nelle forme neoclassiche settecentesche. A testimoniare la sua storia più antica c’è però la cripta, che vale una discesa per la selva di colonne e capitelli di recupero, uno diverso dall’altro. Nella chiesa la vera attrazione sono le tele dipinte, una su tutte la pala d’altare di Tiziano nella Cappella del Cinquecento, a destra dell’altare maggiore. Date uno sguardo sacro all’Annunciazione e uno profano al dipinto del Pordenone alla vostra sinistra, in cui la prima cosa che noterete non è l’Adorazione dei Magi.
Calmaggiore
È l’elegante via di connessione tra il centro politico e religioso della città, da percorrere con calma, con un occhio alle vetrine dei negozi sotto i portici e l’altro ai palazzi sovrastanti.
Fontana delle Tette
Per fare la conoscenza di uno dei simboli della città, raggiungete dal Calmaggiore la Galleria della Strada Romana. La fontana di fronte a voi è una copia (l’originale, danneggiato, è in una teca sotto il portico del Palazzo dei Trecento), ma rende comunque bene l’idea: dal 1559 al 1797, ogni anno per tre giorni, i suoi seni elargirono alla cittadinanza vino bianco e rosso.
Fontana dei Tre Visi
Meno conosciuta rispetto alla Fontana delle Tette, ma forse più significativa, questa fontana, copia di un originale ottocentesco e in origine collocata sulla scalinata del Palazzo dei Trecento, rimanda a una delle ipotesi sulle origini del toponimo della città e alla sua formazione a partire dai tre nuclei primitivi a Piazza dei Signori, del Duomo e Sant’Andrea. La parte superiore, caratterizzata da tre volti barbuti che guardano in tre direzioni diverse, è sorretta da un pilastro ornato da quattro teste di leone dalle quali sgorga l’acqua che si riversa in una vasca circolare.
Piazza dei Signori
Entrate nella piazza principale, che restituisce l’immagine di una città voluttuosa, ricca e festosa, e immergetevi nella vita brulicante che va in scena tra uno spritz e un passeggio, all’ombra dei palazzi monumentali. Alzate lo sguardo per ammirare le trifore romaniche e le merlature del Palazzo dei Trecento, le imponenti facciate del Palazzo della Prefettura, rimaneggiato più volte nel XIX secolo, e la Torre Civica, con la sua storica ‘marangona’ (campana maggiore).
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Mangiare nelle osterie
Cuore pulsante della vita del centro cittadino, le osterie raccontano la storia enogastronomica di Treviso. Che sia mattina, pomeriggio o sera, l’ora di pranzo, di cena o dell’aperitivo, il momento per fermarsi e ordinare un’ombra de vin accompagnata da qualche cicheto è sempre quello giusto.
Se volete assaporare fino in fondo la città, in tutti i sensi, varcate la soglia di un’osteria. Ci sono quelle storiche, dove gli arredi e l’atmosfera hanno attraversato immutati i decenni, e ci sono quelle che ripropongono in chiave moderna la grande tradizione delle ombre de vin, ovvero i bicchieri di vino, dei cicheti, i piccoli assaggi di cibo, e dei tramezzini, che qui hanno la pancia come quelli di Venezia.
All’ora dell’aperitivo, le vie del centro si animano e nei locali risuona il vociare effervescente dei clienti. Le osterie, tappa fissa e imprescindibile di una serata trevigiana, diventano così veri e propri punti cardinali grazie ai quali orientarsi. Potete quindi smettere di fare programmi, lasciarvi trasportare dall’onda della movida e trascorrere la vostra serata passando da un’osteria all’altra, tra calici di vino e stuzzichini. Attenzione, però, il giro delle osterie può essere pericoloso: se non sapete mantenere saldamente il controllo e vi scappa la mano, il giorno dopo potreste irrimediabilmente alzarvi con un gran mal di testa e ricordi confusi.

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Musei Civici Treviso
Dalla sede principale dei Musei Civici nel Museo Santa Caterina c’è già di che uscire soddisfatti: a cominciare dagli affreschi delle Storie di sant’Orsola di Tommaso da Modena, del XIV secolo, per arrivare alla bellissima Pisana del trevigiano Arturo Martini in pietra di Vicenza. Il complesso comprende anche il Museo Bailo, dove potrete ammirare il resto della collezione dedicata a Martini, oltre a numerosi dipinti e sculture dell’Ottocento e del Novecento. La sede di Ca’ de Noal – Casa Robegan, invece, è aperta solo per mostre temporanee ed eventi.
Museo Nazionale Collezione Salce
La collezione è il frutto dell’attività del trevigiano Nando Salce: i manifesti inventariati, di ogni ambito geografico e tematico, sono 24.580 e raccontano la storia della grafica pubblicitaria, con particolare attenzione alla stagione d’oro dell’affiche italiana tra il 1896 e il 1915. Il museo ha due sedi, una a Santa Margherita, l’altra a San Gaetano. In entrambe, i materiali della collezione sono esposti a rotazione nell’ambito di mostre temporanee.
Ca’ dei Carraresi
Risalente al Medioevo, questo affascinante edificio si affaccia sulla Pescheria e ha una splendida vetrata che si specchia nel Cagnan Grande, divisa da cinque grandi aperture con arcate a tutto sesto poggianti su archetti ribassati. Ospita mostre di caratura internazionale ed eventi.
Da Treviso lungo il Sile
Probabilmente vi sarete accorti che a Treviso la bicicletta è un culto; senza contare che da qui passa anche la ciclabile che collega Monaco di Baviera a Venezia. Uno dei modi migliori per scoprire l’immediata periferia della città è montare in sella e pedalare sul sentiero lungo l’alzaia del Sile. In pochi chilometri, vi ritroverete immersi tra boschi e natura, lontani dalle auto e dai ritmi cittadini. Lo stesso percorso si può fare anche a piedi.