Ci sono luoghi ai quali sentiamo di appartenere più di altri, paesaggi con cui le nostre frequenze si sintonizzano al primo sguardo per questioni genetiche e per averli frequentati sin da piccoli. Per me questi posti sono Verona e la sua provincia. Ho imparato a conoscerli quando ero bambino e trascorrevo da queste parti i mesi delle vacanze estive, ma ogni volta che ritorno scopro qualcosa in più: da un lato perché, come accade quasi inevitabilmente, molti di questi luoghi si sono trasformati ed evoluti nel tempo, dall’altro perché sono cambiato io e, insieme a me, è mutato il mio modo di guardarli e di viverli.

Guardare Verona con altri occhi
Trovare dei punti di vista inusuali è uno dei modi per riuscire a scoprire la vera essenza dei luoghi. Tutti conoscono le bellezze marmoree e le atmosfere romantiche di Verona, con le vie del centro impreziosite da palazzi storici, con l’Arena, le chiese e gli altri monumenti che hanno reso questa città celebre in tutto il mondo. Ma esistono anche modi diversi per visitarla, è possibile vederla sotto altri punti di vista. Quando mi sono ritrovato a fare rafting su un gommone sul Fiume Adige, per attraversare la città percorrendo le curve perfette che l’acqua ha saputo disegnare, transitando sotto Ponte Scaligero e Ponte Pietra, guardando le facciate dei palazzi che da secoli si specchiano nell’acqua, mi sono reso conto dell’importanza che questo fiume ha avuto per la città nel corso dei secoli come via di comunicazione. E lo stesso pensiero l’ho avuto quando ho pedalato lungo la meravigliosa pista ciclabile che da Dolcè, nella Val d’Adige, corre lungo il fiume per arrivare a Verona e poi proseguire oltre, attraverso la pianura veronese. È proprio grazie alla bicicletta se nel corso degli anni ho conosciuto meglio i paesi della provincia: tra piste ciclabili, strade a bassa percorrenza e strade bianche, i percorsi dove pedalare in tutta tranquillità non mancano. E andando in bici, il rapporto con i luoghi cambia, diventa più intimo, più lento: pedalando ci si immerge nei paesi e negli spazi aperti della campagna, si osservano con più calma i dettagli, si respirano i profumi della natura e si notano tutte le sfumature dei panorami che cambiano.

Uscire dalle rotte più battute ed esplorare altre dimensioni
Per innamorarsi davvero di Verona, bisogna avere il coraggio di allontanarsi dalla città e di aprire lo sguardo sulla provincia, per scoprire un territorio tanto ricco quanto vario e capace di sorprendere.
A iniziare dalla Lessinia: oltre all’ampio altopiano e alle sue montagne, dove sono proprio gli alti pascoli a occupare il posto d’onore, questo territorio nasconde una dimensione sotterranea fatta di grotte e canyon scavati dall’acqua nelle rocce carsiche. Ed è il carsismo la caratteristica che mi ha affascinato da sempre: il Ponte di Veja, massiccio ponte naturale di roccia a un’arcata, eccezionale per le dimensioni e formatosi dal collassamento di un’enorme grotta, raccontato da Dante e dipinto da Mantegna, la Valle delle Sfingi, punteggiata da massi modellati dalla natura che, erodendoli, ha donato loro dei profili particolari che lasciano intuire alla fantasia visi e forme antropomorfe, la Spluga della Preta, un misterioso abisso carsico che raggiunge quasi mille metri di profondità con parecchi chilometri di sviluppo e pozzi alti centinaia di metri, e la sorprendente Pesciara di Bolca, uno dei più importanti giacimenti di fossili del mondo.
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La rinascita della pianura dei Dogi
Dalle montagne della Lessinia la provincia di Verona scende da un lato verso la pianura con i campi strappati alle pendici montane e trasformati in terrazze che poggiano sulle millenarie ‘marogne’ (muri a secco) della Valpolicella, dall’altro con le distese ammantate di vigneti dominati dal Castello Scaligero e dalle imponenti mura di Soave. Da qui il panorama si apre ai grandi spazi della Pianura Veronese, caratterizzata dallo scorrere di corsi d’acqua e dalle risorgive, che ne hanno plasmato l’aspetto.
Quest’area naturalistica custodisce numerosi tesori nascosti, ma soprattutto racconta la storia dell’evoluzione dell’uomo, che nel corso del tempo ha cambiato il modo di approcciarsi con la natura grazie a una maggiore sensibilità verso l’ambiente e alla sua valorizzazione.
Le cave un tempo utilizzate per estrarre i materiali per la costruzione di case sono state rinaturalizzate e le rive dell’Adige sono un’oasi di biodiversità, dove si possono vedere da vicino diverse specie di flora e di fauna che qui hanno riacquistato i loro spazi.