Il Camiño de Inverno: a piedi verso Santiago De Compostela attraverso la Galizia
C'è una canzone, Morriña di Baiuca (un gruppo musicale galego) che descrive esattamente il sentimento che mi accompagna da quando sono tornata dal Camiño de Inverno, una variante del Cammino francese verso Santiago. Morriña, infatti, è la nostalgia per la propria terra di origine e, anche se non posso considerare così la Galizia, per me rappresenta la terra a cui tornare, da cui sono richiamata e su cui, da otto anni, percorro i miei passi diretta alla cattedrale più desiderata da ogni pellegrino. Di chilometri, anche quest’anno, ne ho percorsi parecchi. 263 sono quelli attestati dal certificato rilasciato dall’Oficina del Peregrino, ma a me sembrano molti di più: vuoi per la fatica fisica di camminare una media di 30 chilometri al giorno, ho completato questo Cammino in 9 giorni, vuoi per l’intensità di ogni singolo passo.

Cos’è il Camiño de Inverno?
Ufficializzato nel 2016 con l’approvazione da parte del Parlamento galiziano della Legge sul Patrimonio Culturale della Galizia che lo ha riconosciuto come nuovo itinerario di pellegrinaggio, il Camiño de Inverno è un percorso storico che presenta tracce del passaggio soprattutto dei Romani. Oggi rappresenta una variante della molto battuta via francese verso Santiago de Compostela; il nome nasce dall’essere un’alternativa invernale ai 1.300 metri di O Cebreiro, spesso inaccessibile per la neve.
Nonostante l’appellativo il Camiño de Inverno si può percorrere tutto l’anno e, anzi, invito a scoprirlo con i colori brillanti delle stagioni più calde. Il contesto paesaggistico in cui è inserito lo rende davvero affascinante: da El Bierzo, ad ovest della regione della Castiglia e León, si cammina già dalla seconda tappa, nella natura mistica e magica della Galizia, in particolare della Ribeira Sacra, denominata Riserva della Biosfera Unesco con la Sierra do Oribo e Courel. Uno scenario di indiscutibile bellezza, caratterizzato dall’erosione dei fiumi Sil e Miño che hanno creato un canyon spettacolare, fra villaggi che conservano un rilevante patrimonio culturale-storico e vigneti secolari.
La criticità del Camiño de Inverno è legata alla temporanea (sono in corso lavori di potenziamento) mancanza di servizi che rende obbligatoria la suddivisione delle tappe, spesso lunghe oltre 25 km. Per questo è ancora poco frequentato: confrontando i dati dell’Oficina del Peregrino, è 1.379 il numero di pellegrini che lo ha percorso dall’inizio del 2023 al momento in cui scrivo, contro i 155 mila del Cammino Francese.
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Le tappe più significative
Sono le 5:58 del 4 agosto quando a Ponferrada - inizio del Camiño de Inverno- fotografo il primo mojón, il cippo in pietra che segnala la direzione con l’inconfondibile freccia gialla. Ad imprimersi fra i ricordi della prima tappa ci sono le tinte rosse del paesaggio di Las Médulas: questo sito archeologico è la più grande miniera a cielo aperto per l’estrazione dell’oro di epoca Romana; dal 1997 è Patrimonio dell’Umanità Unesco.
Il cammino procede attraverso il territorio di Valdeorras, terreno fertile per una delle maggiori produzioni vitivinicole della Spagna. Il piccolo villaggio di Alvaredos è considerato, invece, la porta d’ingresso alla Ribeira Sacra, dove la natura è così potente da rendere lo spazio ed il tempo del camminare una opportunità per contemplare la spiritualità di questi luoghi, considerati sacri per la presenza di numerosi monasteri e chiese.
Quiroga, Monforte de Lemos e Chantada sono famose mete turistiche, straordinarie le tappe che le collegano. Il punto più alto del Camiño de Inverno si raggiunge con i 1.180 metri del monte Faro da dove lo sguardo si spinge su tre delle quattro province della Galizia: Ourense, Lugo e Pontevedra. Deliziosa anche Lalín, a circa 60 chilometri da Santiago, dove presso il punto di informazione al pellegrino, è possibile apporre sulla propria credencial un sello (timbro) molto originale, inoltre da qui il Camiño de Inverno si incrocia con la Via de la Plata e il Cammino Sanabrese.

L’accoglienza dei galiziani
La forza del Camiño de Inverno, oltre alla natura spettacolare, sono le persone del posto e la loro benevolenza. Spesso lungo il cammino si incontrano angoli allestiti con acqua, frutta; c’è persino chi mette a disposizione una stanza della propria casa con una macchinetta del caffè e una panca su cui riposare o chi mi ha aperto la porta quando ho bussato per chiedere di riempire la borraccia. La ricchezza degli incontri è un valore inestimabile: fra i più curiosi ci sono gli anziani, che rispondendo ad un saluto chiacchierano sempre volentieri e offrono il loro supporto, fosse anche disegnare con il bastone, sulla polvere della strada, la direzione.
Chi gestisce gli albergue accoglie i pellegrini nelle proprie abitazioni con cura, ospitalità, gentilezza. Capita di arrivare mentre in cucina la tavola è apparecchiata per il pranzo, di sentirsi parte della famiglia anche se per poche ore, di raccontare ed ascoltare ognuno la propria storia.

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L’arrivo a Santiago
È un sabato d’agosto quando la campana suona le 14 e, in una giornata di sole e cielo azzurro, giungo in Praza de Obradoiro a Santiago di Compostela. A gioire di questo arrivo, però, non sono sola. Posso beneficiare dell’emozionante abbraccio con cui mi stringo a Cristina e Teo, le mie compañeras spagnole, dono di questo Camiño de Inverno, divenute parte della numerosa famiglia che ho creato in questi anni di cammino. Dopo i festeggiamenti trovo sempre il tempo di sedermi davanti alla cattedrale a riflettere con gratitudine su quanto e come, lungo il Cammino di Santiago, si sperimenti la vita.