Da Memphis a Montgomery: la lotta per i diritti civili
Leader visionari e attivismo non violento promossero il Movimento per i diritti civili, una lotta per l’uguaglianza razziale incentrata nel profondo Sud degli Stati Uniti. Ripercorrete la loro storia da Memphis a Montgomery, dove ebbe luogo, per preserve il ricordo del lungo percorso verso la desegregazione e del diritto al voto per gli afroamericani.

Una ghirlanda bianca al primo piano del Lorraine Motel, nel centro di Memphis, attira lo sguardo verso la stanza 306. Qui, il 4 aprile 1968, fu assassinato Martin Luther King Jr, uno dei tanti afroamericani che negli anni ‘50 e ‘60 sfidarono le leggi segregazioniste Jim Crow. Il loro attivismo trasformò il Sud degli Stati Uniti, e un viaggio tra i luoghi chiave dei diritti civili, da Memphis a Selma, vi farà scoprire questa storia trascinante. Il Lorraine Motel è il cuore pulsante del National Civil Rights Museum di Memphis, la cui iconica facciata di metà secolo evoca un’epoca segnata da leggi discriminatorie ed episodi di orribile violenza. A pochi passi di distanza, mostre interattive e immersive – un autobus della città di Montgomery, un bancone per il pranzo segregato – evocano in modo viscerale la realtà dell’epoca.
A 10 minuti di auto dal museo, scoprite un altro lato della storia di Memphis allo Stax Museum of American Soul Music, che celebra le vicende e i sound di icone afroamericane quali Otis Redding e Isaac Hayes.
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L’esempio dei Freedom Riders
Da Memphis, in tre ore di auto verso sud si arriva a Jackson, una seconda tappa di forte impatto. Nel Mississippi Civil Rights Museum, le foto segnaletiche in bianco e nero dei Freedom Riders che campeggiano nella Galleria 5 dimostrano l’efficacia della protesta non violenta di gruppo e sottolineano il coraggio di queste persone, che nel 1961 contribuirono alla desegregazione degli autobus e delle autostazioni.
Hezekiah Watkins, uno dei più giovani Freedom Riders, fa parte dello staff del museo. “Racconta ai visitatori la sua esperienza personale: l’arresto e la detenzione nel braccio della morte della prigione statale”, dice Pamela D.C. Junior, direttrice del museo. “La sua storia ha un forte impatto su studenti e adulti”.
Il Mississippi divenne un epicentro dell’attivismo per la sua storia di ‘stato schiavista’ del Sud e grande produttore di cotone a metà del XIX secolo; in seguito si distinse per la violenta resistenza alla desegregazione. Quando i visitatori entrano nella Galleria 3, fulcro ispiratore del museo, la canzone This Little Light of Mine aumenta di volume mentre si accende una scultura luminosa che simboleggia il potere della comunità. “Vogliamo ricordare ai visitatori che tutti noi abbiamo una luce da far brillare”, spiega Junior, “proprio come i membri del movimento”.

Gente comune che realizza il cambiamento
Dal museo, con una breve corsa in auto attraverso il centro di Jackson si raggiunge il Medgar and Myrlie Evers Home National Monument. La casa di queste icone dei diritti civili, dall’esterno verde menta, era colma di gioia e amore, ed è proprio la vita quotidiana degli Evers che Keena Graham, attuale sovrintendente, vuole far conoscere durante i tour. Oltre a essere un importante luogo di ritrovo per gli organizzatori del movimento (Medgar fu il primo segretario di zona della NAACP del Mississippi; Myrlie sarebbe poi diventata presidente nazionale della NAACP), è il posto in cui i figli degli Evers raccoglievano le more in cortile e i vicini di casa venivano in visita.
Davanti a questa casa Medgar Evers fu ucciso con un colpo di fucile nel 1963, mentre la famiglia lo aspettava all’interno. Ma Graham vuole che il sito sia ricordato per qualcosa di più di questo tragico evento. “Questa casa può sembrare un posto qualunque, ma qui avvennero molti fatti importanti. Era il centro nevralgico del movimento di Jackson, frequentato da gente come James Baldwin, Sonia Sanchez, Lena Horne. James Meredith usava la casa per telefonare a Thurgood Marshall e pianificare la sua strategia per entrare alla University for Mississippi.’
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La storia di quattro ragazzine
Da Jackson percorrete circa 230 km a nord-est per un’altra tappa storica altrettanto viscerale. Il Birmingham Civil Rights Heritage Trail inizia nei pressi della 16th St Baptist Church, un tempo punto di riferimento per gli attivisti e ora tappa di una passeggiata di sette isolati attraverso una città che svolse un ruolo cruciale nel movimento. Le chiese erano spesso tra i pochi luoghi in cui i neri potevano riunirsi legalmente nel profondo Sud e i pastori diventavano regolarmente leader dei diritti civili.
Alle 10.22 del 15 settembre 1963, quattro ragazzine nere furono uccise da una bomba esplosa nel seminterrato della chiesa mentre frequentavano il catechismo. Altre venti rimasero ferite. Dall’altra parte della strada, una cronologia nel museo del Birmingham Civil Rights Institute ripercorre i decenni di sforzi per processare i responsabili. Vari reperti esposti in altre sedi – tra cui le sbarre della cella in cui Martin Luther King scrisse la sua Lettera dal carcere di Birmingham – illustrano la storia della segregazione in città e la sua importanza durante l’era dei diritti civili. Riaperta nel 1964, la 16th St Baptist Church è aperta al pubblico per le funzioni domenicali e le visite dell’edificio.

Una grande eredità a Montgomery
Circa 154 km a sud di Birmingham, la storia del movimento continua a Montgomery, capitale dell’Alabama, dove nel 1955 Rosa Parks si rifiutò di cedere il posto su un autobus cittadino segregato. Il suo gesto diede il via a un boicottaggio degli autobus durato un anno, una protesta su larga scala pianificata con successo che alla fine portò alla desegregazione degli autobus di Montgomery e segnò un momento fondamentale nel Movimento per i diritti civili.
Su una parete del Legacy Museum, nel centro di Montgomery, sono disposti grandi vasi di vetro pieni di terra raccolta nei luoghi di linciaggio di afroamericani. Etichettati con il nome della vittima e il luogo, sono una cupa testimonianza del terrorismo razzista. Il museo illustra anche la tratta degli schiavi, le limitazioni del diritto di voto e le disuguaglianze razziali nel sistema giudiziario penale, ed espone opere di artisti neri. Al National Memorial for Peace and Justice, 800 sculture d’acciaio simili a bare verticali riportano i nomi delle 4400 vittime di linciaggio. Molte sono sospese sopra una passerella inclinata, a ricordo delle vittime impiccate.
Le marce per il diritto di voto
Da Montgomery, un viaggio verso ovest di 80 km attraverso il paesaggio rurale porta a Selma. All’inizio degli anni ‘60 la stragrande maggioranza dei neri residenti in città non era registrata per votare a causa di test di alfabetizzazione iniqui, tasse elevate e minacce da parte dei bianchi locali. Gruppi di attivisti e leader dei diritti civili, tra cui M.L. King e il defunto membro del Congresso John Lewis, organizzarono attività a favore del diritto di voto.
Il 7 marzo 1965, dopo il pestaggio e l’uccisione dell’attivista Jimmie Lee Jackson, i manifestanti iniziarono una marcia di 54 miglia da Selma a Montgomery per commemorare la vittima e condannare la brutalità della polizia. Le truppe, di cui alcune a cavallo, attaccarono i 600 partecipanti con manganelli, fruste e gas lacrimogeni mentre attraversavano l’Edmund Pettus Bridge di Selma. I notiziari nazionali immortalarono la loro brutalità e l’evento fu definito ‘domenica di sangue’. Una successiva marcia di 25.000 persone si concluse al Campidoglio dell’Alabama. Il 6 agosto 1965 il presidente Johnson firmò il Voting Rights Act, uno dei maggiori successi del Movimento per i diritti civili.
Terminare l’itinerario al ponte sembra appropriato. Benché sia stato il luogo di una vittoria conquistata faticosamente che ha innescato un cambiamento duraturo, c’è chi sostiene che la sua eredità – impedire la limitazione del diritto di voto degli elettori neri e delle minoranze – sia messa a repentaglio dalle nuove restrizioni al voto proposte in molti stati del Sud. A distanza di decenni, la ricerca della parità, della comprensione e del risanamento non è ancora finita.