Forte dei Marmi: cinque motivi per scoprire la località glamour anche fuori stagione

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Forte dei Marmi per tutte le stagioni: la famosa località della Versilia non vive solo in estate, con le feste e la mondanità. Quando le vie del centro sembrano svuotarsi, la grande e lunga spiaggia sabbiosa si fa quasi deserta e, in certe giornate, il vento di libeccio soffia forte spazzando il mare, è il momento giusto per vivere un'atmosfera diversa in un angolo di litorale toscano celebre in tutto il mondo. Ecco 5 buone ragioni per visitare il Forte senza l'assillo della folla estiva, dedicandosi alla scoperta del territorio, della cultura, della gastronomia e per approfittare di questo rigenerante periodo fuori stagione.

Forte dei Marmi tramonto
Tramonto sul Pontile con vista sulla spiaggia e le Alpi Apuane © Photo Dario Bragaglia/Lonely Planet Italia
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Il Pontile e il piacere del "mare d’inverno"

Il Pontile che si protende per circa 300 metri nel blu del Mar Tirreno è senza dubbio uno dei simboli della stazione balneare toscana. Oggi è la meta immancabile di ogni passeggiata di turisti e locali. "Noi gente di Forte dei Marmi, senza il pontile perdiamo l’orizzonte" raccontava lo scrittore Fabio Genovesi, fortemarmino doc, quando nel 2019 venne chiuso a causa dei lavori di ristrutturazione per metterlo in sicurezza. Oggi ha una funzione esclusivamente legata al loisir, ma non bisogna dimenticare che le sue origini si fanno risalire addirittura al XVI secolo, quando Michelangelo Buonarroti sceglieva il materiale per le sue sculture sulle Apuane di Seravezza e i blocchi scendevano fino al Forte lungo la "strada del marmo" prima di essere imbarcati. Il pontile precedente all’attuale risaliva al 1877: era in legno, largo 5 metri e sulla piattaforma era montata una gigantesca gru soprannominata "La Mancina", perché girava solo a sinistra. Venne fatto saltare dai Tedeschi durante la seconda Guerra Mondiale per evitare lo sbarco degli Alleati, ma prima aveva fatto incantare (e passeggiare) personaggi come Thomas Mann, Riccardo Bacchelli, Curzio Malaparte, Aldous Huxley, Giacomo Puccini. Per citare solo alcuni dei tanti scrittori, artisti, musicisti che hanno amato e frequentato Forte dei Marmi. Ricostruito in cemento armato a partire dal 1955, il Ponte diventa un scenario meraviglioso al tramonto, quando lo sguardo abbraccia tutto l’arco ligure fino alle montagne del Ponente.

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L’Antro del Corchia, un’avventura nel cuore delle Apuane

Non solo mare, perché le Alpi Apuane sono la cornice imprescindibile del Forte. Basta alzare lo sguardo per incontrare vette e creste che arrivano a sfiorare i 2000 metri. Imboccata la valle del fiume Versilia e poi quella del Vezza si sale vertiginosamente fino al borgo di Levigliani. Con le navette del Corchia Park si arriva fino all’imbocco dell’Antro, uno dei più grandi ambienti ipogei d’Europa. Gli speleologi provenienti da tutto il mondo hanno già esplorato circa 70 km di grotte, ma si pensa che il complesso carsico si estenda per 150 km. I turisti ben equipaggiati (la temperatura interna è di 7°) possono percorrere 2 chilometri su un itinerario attrezzato con comode passerelle. È un susseguirsi di ambienti fiabeschi ricchi di stalattiti e stalagmiti, piccoli laghetti, cascatelle. Passando dalla Galleria Franosa alla Galleria degli Inglesi (in onore degli esploratori britannici) si arriva all’anello finale, il più spettacolare di questo breve trekking nelle viscere del Monte Corchia. Nella bella stagione, all’ingresso della grotta vengono organizzate degustazioni di prodotti tipici versiliesi (salumi e formaggi) accompagnati da bottiglie di vino ipogeo. Infatti, alcuni piccoli produttori locali affinano il loro vino in una speciale cantina ricavata all’interno dell’Antro del Corchia.

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Il paesaggio delle cavedi marmo di Carrara e delle Alpi Apuane ©Alessandro Colle/Shutterstock
Il paesaggio delle cavedi marmo di Carrara e delle Alpi Apuane ©Alessandro Colle/Shutterstock

Le cave di marmo: nelle cattedrali dell’oro bianco

Il marmo di Carrara e delle Alpi Apuane è legato indissolubilmente alla storia dell’arte, basti citare il Mosé di Michelangelo. La cave del Monte Altissimo, oggi proprietà della Henraux S.p.A., vennero esplorate nel 1517 dal Buonarroti che vi individuò vasti giacimenti di marmo statuario. Caduta poi in disuso, l’attività estrattiva sull’Altissimo venne riattivata nel 1821 dal francese Jean Baptiste Alexandre Henraux, ex ufficiale napoleonico. Questa società attiva da oltre due secoli ha legato il suo nome a opere grandiose quali, a titolo di esempio, la cattedrale di Sant’Isacco a San Pietroburgo, l’abbazia di Montecassino ricostruita negli anni Cinquanta del Novecento e il pavimento policromo di San Pietro in Vaticano. Henraux vanta innumerevoli realizzazioni contemporanee, come il Bulgari Hotel di Londra, e collaborazioni con artisti del calibro di Tony Cragg, Mimmo Paladino, Craig Copeland e Renzo Maggi.

La cave di marmo sono ancora oggi un ambiente affascinante, in alcuni casi delle vere e proprie cattedrali dell’Oro bianco. Per avere un piccolo assaggio di cosa significa questa lunga tradizione legata all’attività estrattiva, ci si può affidare a un "marmo tour". Il Corkia Park organizza delle visite guidate che in alcuni casi prevedono anche la colazione o la merenda del cavatore, a base di lardo (quello famoso di Colonnata viene prodotto non molto lontano da qui). In alternativa, alcuni alberghi (come il Grand Hotel Imperiale) organizzano escursioni in 4x4 a cave ancora in funzione. Dall’alto, a oltre mille metri di altitudine, la vista a picco sul litorale toscano e, nelle giornate serene, sulle isole di Gorgona, Capraia e sulla Corsica sarà un ricordo indimenticabile.

Lo scultore Renzo Maggi ha il suo studio all’interno della sede di Henraux a Forte dei Marmi © Photo Dario Bragaglia/Lonely Planet Italia
Lo scultore Renzo Maggi ha il suo studio all’interno della sede di Henraux a Forte dei Marmi © Photo Dario Bragaglia/Lonely Planet Italia
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Arte e cultura, il Forte luogo preferito da artisti e scrittori

Non ci sono solo le cave nella storia di Forte dei Marmi. Fra i tanti artisti che hanno legato il loro nome alla località toscana (Giorgio De Chirico, Henry Moore, Marino Marini) c’è anche Carlo Carrà, a cui è stato dedicato un percorso artistico. Fra la Chiesa e la piazza del Fortino Leopoldo I del 1788 (da qui nasce il nome), fra il lungomare e la località Fiumetto sono state installate trenta riproduzioni a dimensione reale di opere del pittore legato al movimento futurista. Si può visualizzare la mappa su Google o richiedere il depliant all’Ufficio Informazioni turistiche. L’itinerario può essere completato anche in bicicletta. La Ciclovia della Versilia da Viareggio a Forte dei Marmi scorre a pochi metri dal litorale ed è uno dei modi più belli per scoprire questo tratto di costa. Sul fronte culturale, da non mancare la visita all’incantevole borgo di Seravezza con il suo Palazzo Mediceo (Patrimonio Unesco) che ospita mostre temporanee e il Museo delle tradizioni della Versilia.

Seravezza, sulle Alpi Apuane ©federico neri/Shutterstock
Seravezza, sulle Alpi Apuane ©federico neri/Shutterstock

Gastronomia e relax: le tentazioni della tavola e i locali mitici

Volete degustare un piatto di pasta alla trabaccolara? Il posto giusto è il ristorante L’Olivo del Grand Hotel Imperiale, accessibile anche ai clienti esterni. È una ricetta tipica della cucina versiliese. In origine nasce dalla tradizione dei pescatori di San Benedetto del Tronto che nel periodo fra le due guerre abbandonarono l’Adriatico per spostarsi in Versilia. Le loro barche erano dette trabaccoli, da cui deriva il nome del condimento ottenuto dalla sfilettatura dei pesci che avevano meno mercato. Un piatto povero della tradizione viareggina che oggi si può trovare, in versione più ricca, nei ristoranti della Riviera Apuana. Anche le altre ricette di Mario Cucchiara, chef de L’Olivo, affondano nella tradizione mediterranea e toscana: dagli spaghetti alle arselle realizzati con pasta fresca fino alla classica pappa con il pomodoro. E poi una bella selezione di pecorini, prosciutti e olii toscani disponibili in hotel anche al momento della prima colazione. La serata può concludersi (o iniziare) al Golden Bar con un signature drink del barman Diego Frediani.

Al Forte i locali per divertirsi anche fuori stagione non mancano, a partire dalla Capannina, il locale aperto da Achille Franceschi nel 1929 che nei decenni è diventato uno dei punti di riferimento della vita notturna. Negli anni ’30 era frequentata da nobili come gli Sforza, i Della Gherardesca, i Rucellai e da poeti come Montale e Ungaretti. Poi negli anni ’60 e ’70, sul palco sono saliti, fra i tanti, Patty Pravo, Ornella Vanoni, Edith Piaf, Gloria Gaynor, Edoardo Vianello e Gino Paoli. E ritornelli come quelli di "sapore di sale" e "con le pinne il fucile e gli occhiali" hanno contribuito a creare un mito che dura ancora oggi, sull’onda nostalgica dei film con Christian De Sica e Jerry Calà.

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