Itinerario di quattro giorni nei Parques Nacionales Naturales della Colombia
Sono uno scrittore freelance di viaggi e gastronomia e un giornalista specializzato in tematiche ambientali. Vengo dal nord della California, ma da oltre 20 anni viaggio in America Latina. Amo la natura, ballare la salsa e bere caffè. Ho vissuto un po’ ovunque, da Rio de Janeiro a Città del Messico, ma ora risiedo a Bogotá, in Colombia, dove scrivo le guide di viaggio Moon di questo fantastico paese e curo un’antologia sulle medicine vegetali. Attualmente sto lavorando a un libro in stile memoir ispirato alle esperienze che ho vissuto qui.
Instagram: @oceanmalandra

Perché andare in Colombia
Quando si parla di meraviglie della natura, la Colombia è un caso a sé. Vanta spiagge caraibiche, alte vette andine, la fitta foresta pluviale amazzonica, aridi deserti costieri e molto altro ancora, tanto da detenere il primato del paese con la maggiore biodiversità al mondo in rapporto alla superficie. Ecco perché i 59 splendidi parchi che compongono la rete dei Parques Nacionales Naturales (PNN) del paese costituiscono nel loro insieme una proposta di turismo all’aria aperta davvero unica al mondo. In questo itinerario di quattro giorni avremo tempo per visitare solo due tra i parchi più belli: il Parque Nacional Natural Tayrona e la Valle de Cocora. Tuttavia questo dinamico connubio vi farà scoprire due ecosistemi e regioni culturali completamente diversi, e alla fine dell’itinerario vorrete sicuramente esplorarne altri.
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Quando andare in Colombia
Paese tropicale situato vicino all’equatore, la Colombia gode di bel tempo praticamente tutto l’anno, anche se alcuni mesi sono più piovosi di altri.
- I mesi da dicembre a marzo sono il periodo migliore per visitare la costa caraibica, anche se bisogna tenere presente che il Parque Nacional Natural Tayrona è solitamente chiuso nel mese di febbraio per il periodo di ferie dei suoi custodi indigeni.
- La Valle de Cocora gode di un clima più caldo da maggio ad agosto (l’estate tradizionale in Colombia), quindi questo è un ottimo periodo per il viaggio.
- Evitate la bassa stagione (da agosto a novembre) perché porta forti piogge sulla costa caraibica e clima più freddo nelle regioni montuose dell’interno, come il Quindío.
Budget giornaliero
- Camera doppia in un hotel di media categoria, cabaña o “ecohab”: €30-50
- Cena in un ristorante locale: €10-15
- Ingresso ai musei: €2-5
- Calice di vino: €5
- Pinta di birra: €3

Primo giorno: la selvaggia costa caraibica
Iniziate il vostro viaggio a Santa Marta, una città di medie dimensioni situata in una splendida baia proprio accanto al Parque Nacional Natural Tayrona. Questo angolo di natura selvaggia dei Caraibi occupa le propaggini inferiori del più grande sistema montuoso costiero del mondo, la Sierra Nevada de Santa Marta. Grazie alla sua topografia unica, con montagne ammantate di giungla che scendono ripide verso il mare turchese, il parco presenta paesaggi scoscesi e insenature sabbiose che non hanno nulla da invidiare a nessun’altra zona del litorale caraibico dell’America Latina.
Iniziate la giornata facendo colazione da Ikaro, situato in una strada pedonale nel grazioso centro storico coloniale di Santa Marta, la città più antica di tutto il Sud America. Gustate un caffè biologico (fatto con i chicchi coltivati nelle vicine Sierras), un’omelette e un’açai bowl in un bell’ambiente pieno di verde, con una parete interamente tappezzata di piante e fioriere all’aperto. Poi fate una passeggiata fino al lussureggiante Parque de Los Novios e sul malecón di Santa Marta per ammirare la vista sulla baia e sul porto gremito di barche, dove i bambini del posto amano tuffarsi in mare.
Questo è anche un punto ideale per prendere un taxi per il mercato di Santa Marta (10 minuti; non più di €6), dove potrete acquistare frutta fresca e tutti gli altri generi alimentari da consumare all’interno del parco se non volete sempre ricorrere al suo ristorante sulla spiaggia. Gli autobus per Tayrona partono ogni mezz’ora da una piccola stazione alle spalle del mercato e fermano a El Zaino, l’ingresso principale del parco (45 minuti €5). È consigliabile partire il prima possibile, poiché sulla costa a mezzogiorno fa caldo ed è meglio iniziare l’escursione al più presto.
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A El Zaino (dove c’è anche un parcheggio per chi arriva in auto) bisogna pagare il biglietto d’ingresso nel parco (€15). Da qui si può proseguire a piedi o prendere l’autobus colectivo fino alla costa e ai primi campeggi all’interno del parco a Cañaveral. Chi ha poco tempo può trascorrere la notte qui in un ecohab, bungalow ispirati alle case con tetto di paglia dell’antica civiltà tayrona, che offrono una vista straordinaria sul Mar dei Caraibi. Tuttavia (tempo permettendo) vale sicuramente la pena di percorrere il sentiero costiero per raggiungere altri campeggi come Arrecifes e (soprattutto) Cabo San Juan. All’interno del parco troverete una varietà di opzioni per il campeggio, dalle cabañas alle tende a noleggio, e potrete anche portare la vostra attrezzatura se preferite essere autonomi.
L’escursione di due ore tra Cañaveral e Cabo San Juan attraversa la fitta foresta pluviale tropicale e supera molti spettacolari punti panoramici sul mare turchese; cercate di avvistare animali esotici come tamarini e iguane verdi. Una volta arrivati a Cabo San Juan, potete noleggiare una tenda o addirittura un’amaca per godervi il dolce sciabordio delle onde. Il ristorante locale serve specialità di pesce fresco pescato nella zona come il pargo (pagro) e la mojarra (pesce persico), oltre a cocktail di gamberetti.

Secondo giorno: mare, trekking e una città nascosta nella giungla
Appena svegli, tuffatevi nelle acque cristalline del Mar dei Caraibi, a due passi dalla vostra tenda, e poi tiratevi su con una sostanziosa colazione al ristorante o mangiando quello che vi siete portati. I fanatici della spiaggia possono scendere lungo la costa e raggiungere Playa Cristal, subito a est di Cabo San Juan, dove una piccola baia protetta offre acque calmissime, perfette per nuotare e fare snorkelling. Lungo la costa verso ovest, superata l’incontaminata Playa Brava (fate attenzione alle onde, molto pericolose) si raggiunge Playa Nudista, l’unica spiaggia del parco per naturisti.
Un’altra opzione è quella di dirigersi verso l’interno con un’escursione di due ore a El Pueblito, un sito archeologico che un tempo ospitava un vivace villaggio tayrona. Durante il tragitto potrete osservare moltissimi animali selvatici, tra cui iguane e basilischi (lucertole che corrono a pelo d’acqua su laghetti e fiumi). Qui vivono anche giaguari e scimmie urlatrici, i primi difficilissimi da avvistare e le seconde più facili da sentire che da vedere. Questa escursione può essere fatta anche come percorso ad anello da o per Playa Brava; assicuratevi di portare con voi un’abbondante scorta di acqua e crema solare, poiché l’intero tragitto dura dalle quattro alle cinque ore.
I tayrona erano un’antica civiltà evoluta i cui discendenti, i kogi, vivono nelle zone più elevate della Sierra Nevada de Santa Marta e ancora oggi gestiscono attivamente il parco. Da Santa Marta si può organizzare il trekking molto più lungo (quattro-cinque giorni) per raggiungere il vasto sito della Ciudad Perdida. Spesso definito la Machu Picchu colombiana, questo insediamento con terrazzamenti di pietra fu costruito intorno all’800 d.C. e presenta diverse piazze circolari con panorami mozzafiato sulle montagne ammantate di giungla.
Dopo il pranzo (al ristorante nel parco o attingendo alle vostre provviste), è arrivato il momento di tornare a Santa Marta seguendo lo stesso tragitto dell’andata. Cercate di raggiungere il villaggio di pescatori di Taganga, a soli 15 minuti da Santa Marta in taxi o in autobus, per ammirare il tramonto sulla baia incorniciata da maestose scogliere. Una sfilza di semplici ristoranti sul mare serve piatti di pesce fresco preparati con gli esemplari catturati il giorno stesso. Accompagnateli con una birra locale ghiacciata o con un coco loco (cocktail a base di acqua e latte di cocco con rum servito in una noce di cocco) e godetevi un po’ di relax dopo la vostra prima avventura in un parco nazionale.

Terzo giorno: è il momento del caffè
Prendete un volo la mattina presto da Santa Marta o Cartagena per Armenia, capoluogo del dipartimento di Quindío, famoso per la coltivazione di caffè di ottima qualità. Ad Armenia si trova anche il Jardín Botánico del Quindío (€10), che include un eccellente mariposario (santuario delle farfalle) a forma di gigantesca farfalla, esteso su una superficie di 680 mq. Qui vivono quasi 2000 specie di farfalle, tra cui la grande e iridescente morfo blu e la Greta oto o farfalla ali di vetro, dalle ali trasparenti.
Tornati alla stazione degli autobus di Armenia, prendete un autobus per il viaggio di un’ora fino a Salento (partenze ogni 20 minuti; €5) attraverso lo splendido scenario tropicale montano della regione del caffè. Salento, uno dei pueblos più belli di tutta la Colombia, ha un nucleo storico barocco con case dai colori vivaci piene di balconi e una piazza animata attorniata da caffè e ristoranti.
Dedicate il pomeriggio alla visita di questa tradizionale cittadina nella zona di produzione del caffè. Ci vogliono circa 20 minuti per salire al mirador (belvedere) nei pressi di Calle 6, ma sarete ricompensati da una splendida vista panoramica del pueblo e delle verdi montagne circostanti, un paesaggio punteggiato dalle coltivazioni di caffè.
Consigliamo vivamente di visitare un produttore di caffè locale. La visita guidata (da prenotare in anticipo) vi porterà in una piccola ma eccellente finca (fattoria) a conduzione familiare nella zona circostante. Questo villaggio di montagna da cartolina offre anche cascate da esplorare (a soli 10 minuti da Salento, le cascate di Santa Rita si trovano in una riserva privata attraversata da sentieri escursionistici), molti negozi di artigianato da visitare (la regione è famosa per gli oggetti in legno fatti a mano) e affascinanti stradine secondarie da scoprire. Qualunque cosa decidiate di fare, non mancate di prendere una tazza di caffè al Cafe Jesús Martín, gestito da colui che è stato definito ‘l’uomo che ha salvato il caffè colombiano’. Anni fa Martín si rifiutò di esportare i suoi chicchi migliori, tostandoli da sé e servendoli entro un’ora. È stato l’inizio di una tendenza a livello nazionale e oggi Martín è una leggenda in Colombia.
La sera unitevi alla gente del posto nella piazza principale per ascoltare la musica dal vivo di chitarristi bohémien itineranti e per gustare i piatti tradizionali. La regione del caffè è famosa per le sue arepas con queso (focaccine di mais ripiene di formaggio), e Salento in particolare è rinomata per la sua trota di lago fresca, che si può gustare al ajillo (cotta nell’aglio) o alla griglia su ordinazione. Bevete un bicchierino di aguardiente (distillato di canna da zucchero aromatizzato all’anice) con i locali, e vi indicheranno il posto migliore in città per gustare una cena autentica. Poi però fatevi una bella notte di sonno, perché l’indomani vi aspetta una giornata impegnativa.

Quarto giorno: un trekking leggendario
Alzatevi presto per intraprendere il leggendario circuito nella Valle de Cocora, una lussureggiante valle tropicale di montagna che fa parte del molto più grande Parque Nacional Natural Los Nevados. La valle ospita boschetti di imponenti palme da cera del Quindío: alte più di 60 m e presenti solo in una limitata fascia di altitudine compresa tra 2500 e 2800 m, queste palme sono le più alte del pianeta e l’albero nazionale della Colombia. L’intero circuito richiede dalle cinque alle sei ore, quindi indossate scarpe comode e portate con voi un’abbondante scorta d’acqua.
Dalla piazza principale di Salento prendete una jeep (partono non appena sono al completo; 30 minuti; €3) per raggiungere l’inizio del sentiero. Una volta imboccato il sentiero, entrerete in una valle aperta con montagne imponenti all’orizzonte e piccole fattorie tutt’intorno. Questa parte del sentiero è relativamente pianeggiante e regolare, ed è un ottimo modo per prepararvi a ciò che vi aspetta. Per entrare nella valle dovrete pagare una piccola somma (meno di €1), e poi un’altra alla fine: gran parte di questa sezione del sentiero si trova infatti su terreni privati.
Dopo circa tre chilometri si esce dalla valle e il sentiero inizia a salire verso le montagne ammantate di foresta nebulare. Da qui dovrete camminare in salita per poco meno di due ore lungo un percorso accidentato – attraverso la fitta giungla, su passerelle che attraversano torrenti e accanto a pittoresche case coloniche – per raggiungere la finca situata alla fine del sentiero. Durante l’escursione potrete osservare parecchie specie di splendidi colibrì, molti tucani e il favoloso pappagallo guancegialle. Il parco ospita anche orsi dagli occhiali, puma e bradipi: complimenti se riuscirete ad avvistare uno di questi animali sfuggenti (e pericolosi).
Alla Finca la Montaña vi attende una vista spettacolare – e se riuscite ad arrivare prima delle 14 circa, potrete anche pranzare (chiedete la trota fresca locale). Il sentiero che scende dall’altro versante della montagna è per molti il pezzo forte dell’escursione: qui si cammina sotto le imponenti palme da cera che ondeggiano nella brezza, in un paesaggio rigoglioso attraversato da piccoli corsi d’acqua. Questo tratto si presta anche a fare un’escursione relativamente veloce di andata e ritorno (quindi non come parte di un circuito), partendo dalla fine del sentiero anziché dall’inizio. Prendetevi il tempo necessario per godervi la bellezza del luogo prima di rientrare a Salento per la notte.