Puerto Nariño, il villaggio sostenibile nella giungla colombiana

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Il villaggio amazzonico di Puerto Nariño, in Colombia, è un esempio unico di coesistenza fra l’uomo e la natura. In netto contrasto con la vicina (e trafficata) Leticia, i veicoli a motore qui sono vietati, l’acqua piovana, raccolta in cisterne, è usata per la pulizia e il giardinaggio, ci sono piccoli impianti di purificazione dell’acqua per eliminare l’uso delle bottiglie di plastica e l’elettricità è fornita da generatori ad alta efficienza. Tutte le mattine, gruppi di cittadini puliscono i marciapiedi e sono attuati ambiziosi programmi di riciclo e gestione dei rifiuti organici. La spazzatura e i graffiti sono assenti e la criminalità è molto ridotta. Molti dei circa 6000 abitanti sono indigeni ticuna, cocoma e yagua e l’ecoturismo è un’importante fonte di reddito. È un luogo perfetto per rilassarsi con la gente del posto, visitare il bel Lago Tarapoto e immergersi nell’essenza della vita amazzonica.

Il villaggio sostenibile di Puerto Nariño, in Colombia ©John Duarte/Shutterstock
Il villaggio sostenibile di Puerto Nariño, in Colombia ©John Duarte/Shutterstock
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Un villaggio senza automobili

Costituito da una piccola griglia di passerelle inclinate in mattoni rossi, Puerto Nariño è completamente privo di traffico, esclusi i due soli veicoli ammessi: un trattore per la raccolta dei rifiuti e un’ambulanza le emergenze. 

La maggior parte della vita del villaggio si svolge sul lungofiume, dove un campo sportivo coperto ospita la sera partite di calcio e di basket e il mattino un mercato di frutta, pesce e oggetti vari. 

A Puerto Nariño sono ammessi soltanto due veicoli ©MatthieuCattin/Shutterstock
A Puerto Nariño sono ammessi soltanto due veicoli ©MatthieuCattin/Shutterstock

La particolare Alcaldía (municipio) di colore blu ospita un piccolo museo con un’esposizione di manufatti realizzati dalle popolazioni indigene della regione. Accanto sorge un utile chiosco di informazioni turistiche (con cartine) e, dietro questo, c’è un impianto per il trattamento dell’acqua, dove potete riempire la vostra borraccia. Qui si trova anche l’hot spot del wi­fi del villaggio, ma la connessione è piuttosto lenta. 

Per ammirare le vedute migliori, percorrete il sentiero dietro il campo sportivo superando due ristoranti e un negozio di artigianato e raggiungete il Mirador Nai-pata, una torre in legno a tre piani con ampi panorami della città, del fiume e della giungla circostante (‘nai­pata’ significa ‘casa sugli alberi’ in lingua ticuna). Alla base c’è un’incantevole gelateria artigianale. 

Tornate indietro facendo il giro da est e, dopo aver superato la chiesa bianca e le varie statue di uccelli e animali, raggiungerete il Centro de Interpretación Natütama, situato di fronte a una passerella in legno rialzata e contenente un interessante museo con un centinaio di sculture lignee a grandezza naturale di specie floreali e faunistiche dell’Amazzonia, più alcuni video sui delfini rosa e i lamantini. 

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Il Lago Tarapoto al tramonto ©MatthieuCattin/Shutterstock
Il Lago Tarapoto al tramonto ©MatthieuCattin/Shutterstock

Nuotare e pescare nel Lago Tarapoto Nuotare e pescare nel Lago Tarapoto

Il Lago Tarapoto, 10 km a ovest di Puerto Nariño, è un paradisiaco lago nella giungla alimentato dal Rio delle Amazzoni e popolato da delfini rosa, un piccolo gruppo di lamantini e grandi ninfee. Un’escursione di mezza giornata sul lago con un peque-peque (bassa imbarcazione in legno) da Puerto Nariño è praticamente un obbligo; sarebbe un peccato arrivare fin qui e non farla. Ricordate che il periodo migliore per avvistare i delfini rosa è la stagione umida, da gennaio a metà giugno. 

In determinati momenti dell’anno è possibile nuotare nel lago, sotto la supervisione di una guida. Le piccole sardine mordono ma sono innocue, mentre i piranha non lo sono affatto. Potreste però essere così fortunati da prenderne uno con la canna da pesca. 

Il lago fa parte di un’area paludosa protetta che nel 2017 è stata dichiarata sito Ramsar di importanza internazionale e che, oltre a delfini e lamantini, ospita lontre giganti e 136 specie di pesci, fra cui il pirarucu, il pesce d’acqua dolce più grande del mondo. Quasi ogni giorno si vedono membri della riserva indigena ticoya che pescano nel lago. 

Se volete fare una rapida camminata, attorno al lago si snodano alcuni brevi sentieri, uno dei quali conduce a una vecchissima ceiba contorta. 

Il viaggio da Puerto Nariño al lago dura circa mezz’ora, durante la quale si avanza in uno stretto canale con entrambi i lati coperti da fitto fogliame; sembra di essere in una scena di Apocalypse Now. 

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Fondato nel 1961, Puerto Nariño è fortemente impegnato nella tutela ambientale. È stato il primo luogo colombiano a essere definito città del turismo sostenibile (ora ve ne sono 27). Gli abitanti delle 22 comunità indigene praticano ancora la pesca artigianale e coltivano prodotti come mais, manioca e ananas sui chagras (appezzamenti di terra) tradizionali. 

Buona parte di questo impegno è dovuto a Natütama, una fondazione senza scopo di lucro creata nel 2005 da tre donne, di cui due colombiane. Gestita da guide indigene locali, Natütama tiene corsi per bambini nelle scuole, insegna alla gente la tutela dell’ambiente e l’uso sostenibile delle risorse e ha un programma di monitoraggio della fauna per la protezione di tartarughe, delfini rosa, lamantini e pirarucu. 

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