La Comuna 13 di Medellín, tra arte e riscatto sociale

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Un tempo considerata una delle zone più pericolose al mondo, la Comuna 13 di Medellìn oggi è un microcosmo di riscatto sociale, creatività ed innovazione, simbolo della Colombia che vuole lasciarsi alle spalle le difficoltà del suo recente passato.

La colorata Comuna 13 di Medellìn  ©Jon Chica/Shutterstock
La colorata Comuna 13 di Medellìn ©Jon Chica/Shutterstock
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“State passeggiando tra le strade di quello che fino a pochi anni fa era il quartiere più pericoloso della città, nella città più pericolosa del paese, nel paese più pericoloso del mondo”. Sono le parole con cui ogni guida accoglie i visitatori della Comuna 13, il quartiere più emblematico di Medellín, la seconda città più popolosa della Colombia. Non sono parole vuote, ma una sorta di mantra, che a forza di ripeterlo acquisisce vigore: nel giro di una generazione la Comuna 13, un tempo roccaforte dei cartelli della droga, si è trasformata in un centro pulsante di cultura, innovazione e imprenditorialità. Da luogo inaccessibile è oggi una destinazione turistica imperdibile, simbolo del grande cambiamento che il paese ha vissuto negli ultimi anni.

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Una storia tormentata

Le Comunas sono i distretti nei quali è suddivisa la città di Medellìn, ed il numero 13 è senz’altro il più famoso. Tra gli anni ’80 e ’90, la Comuna 13 è stata teatro di una sanguinosa guerra tra i cartelli della droga. L’intero quartiere – una rete fitta e inestricabile di vicoli e rampe di scale - era presidiato da narcotrafficanti armati, un luogo di fatto inaccessibile alle forze dell’ordine e all’esercito. Non esiste famiglia, nella Comuna 13, che non abbia avuto una vittima della violenta e travagliata storia della città, siano stati feriti, sfollati o peggio ancora morti o scomparsi nel nulla.

Il nome della Comuna 13 è legato a doppio filo con quello di Pablo Escobar, il più noto e spietato narcotrafficante colombiano, che qui ha lasciato un’eredità controversa con cui la popolazione continua a fare i conti. Escobar ha costruito case e servizi per la popolazione più povera del quartiere, ma l’ha resa schiava della violenza, e vittima delle guerre tra narcos che per lunghi anni lui stesso ha alimentato, e di cui la Comuna è stata un triste ed avvilito teatro.

Con questa storia alle spalle, non verrebbe da pensare che la zona sia oggi una delle più visitate di tutto il paese. Eppure, grazie al coraggio e alla determinazione dei suoi abitanti, la Comuna 13 ha iniziato un esemplare processo di riscatto.

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Hip-hop tra le strade di Medellìn  ©Alexandre Laprise/Shutterstock
Hip-hop tra le strade di Medellìn ©Alexandre Laprise/Shutterstock

Un’esplosione di arte e cultura

Oggi, la Comuna 13 è un quartiere vibrante, sicuro e accogliente, dove la gente vive con orgoglio la propria identità. Le sue strade sono tappezzate di murales colorati, opere d’arte di artisti locali  e collettivi che raccontano la storia del quartiere, le sue speranze ed i suoi sogni.  È iniziato tutto con la protesta dei più giovani, incanalata in forme di arte tanto immediate quanto significative: la street art e la musica hip-hop. I primi murales ad apparire alla Comuna 13 testimoniavano lo smarrimento dei ragazzi, la ricerca di tranquillità, la richiesta di mettere fine alla violenza. Quella forma d’arte ha preso piede, ed oggi il quartiere è un museo a cielo aperto, in cui gli artisti utilizzano i muri per denunciare un passato di violenza e promuovere la pace.

Non è difficile, salendo tra le scale e le stradine che si inerpicano sul fianco della montagna, assistere alle prove di gruppi di ragazzini con la musica a palla dagli stereo, per poi esibirsi in balli hip-hop di fronte ai visitatori che qui arrivano a frotte.

Il metrocable di  Medellìn   ©John Crux/Shutterstock
Il metrocable di Medellìn ©John Crux/Shutterstock
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Una visita alla Comuna 13

Le infrastrutture hanno completato negli ultimi anni la definitiva trasformazione del quartiere: diverse rampe di scale mobili permettono di raggiungere più agevolmente le zone alte del quartiere; il metrocable - la funivia che sembra sfidare la forza di gravità – collega il centro città alle vette delle montagne densamente abitate, e la Comuna è anche ben collegata con l’efficiente metropolitana di Medellìn.

È proprio dalla fermata della metro “San Javier” che inizia il tour della Comuna 13. All’uscita si affollano orde di guide pronte ad accompagnare i visitatori. La passeggiata per raggiungere il quartiere è breve e vivace, tra venditori di frutta fresca e artisti di strada. Passeggiare tra i vicoli del quartiere con una guida locale è il modo migliore per scoprirlo in profondità: si incontra chi alla Comuna 13 ci vive ed è testimone della sua trasformazione, si scoprono gli angoli meno frequentati, le gallerie d’arte più particolari e si guadagna la vista migliore dalle terrazzine improvvisate di bar e localini.

Dall’alto della Comuna 13 il panorama è di quelli che si dimenticano con difficoltà: il quartiere si affaccia sulla vallata dell’Aburrà, con le abitazioni di Medellìn che si abbarbicano in maniera tentacolare dal fondovalle verso le montagne. Centinaia di migliaia di case, una sopra l’altra, a mattoni vivi e rigorosamente senza intonaco, potrebbero trasmettere un senso di desolazione. Tutt’altro: la cumbia e l’hip-hop risuonano tra le vie, i turisti si scattano selfie davanti ai murales, e la proverbiale serenità dei colombiani ravviva l’atmosfera. Il miracolo è compiuto: alla Comuna 13, dove prima regnavano violenza e morte, oggi si festeggia la vita.

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