Un weekend a Parigi nei luoghi di Hemingway
Parigi ha dato rifugio a grandi scrittori e gli anni del primo dopoguerra, tra cabaret e caffè, sono stati il periodo d’oro per gli artisti parigini. Questo itinerario esplora la capitale francese vissuta da questi illuminati e che Hemingway stesso celebrò in Festa mobile.
Parigi (La Ville Lumière) è ricca di storie. Sono molti gli scrittori di talento che nei secoli ne hanno calpestato le vie e ne hanno fatto l’ambientazione dei loro racconti traendo ispirazione dall’atmosfera inconfondibile di questa città. Uno sguardo alla Cathédrale Notre-Dame, al maestoso Arc de Triomphe, ai famosi Champs-Élysées e alla cupola bianca della Basilique du Sacré-Cœur a Montmartre, fa comprendere perché questa città ispiri idee grandiose e opere d’arte immortali.
Durante i ruggenti anni ‘20 Parigi divenne un centro culturale all’avanguardia, e nel secondo dopoguerra gli scrittori stranieri frequentavano i dehors dei bar assorbendo l’atmosfera romantica e struggente della città. Ernest Hemingway giunse qui con la prima moglie Hadley all’inizio del 1922 e si stabilì nel bohémien Quartiere Latino, dove rimase fino al 1927, quando decise di trasferirsi in Florida con la seconda moglie.
Nei localini dimessi del Quartiere Latino, nelle brasserie in stile art déco di Montparnasse e nei sofisticati café con dehors di Saint-Germain-des-Prés, Hemingway incontrava altri scrittori espatriati, artisti ed esiliati politici: Ezra Pound, James Joyce, Francis Scott Fitzgerald, Pablo Picasso, Cole Porter si scatenavano nei cabaret, jazz club e sale da ballo della capitale francese. Andiamo oggi alla scoperta di questi luoghi mitici, incastonati tra il via vai della città.
1. Shakespeare & Company
Inaugurate il primo giorno in città con un café, un croissant e un giro nella più famosa libreria indipendente di Parigi. Sull’altra riva del fiume la famosa Notre-Dame, che dà il titolo al romanzo di Victor Hugo del 1831 Notre-Dame de Paris è caratterizzata da grandiosi archi rampanti e gargoyle. I bouquinistes (venditori di libri di seconda mano) si affollano lungo le rive della Senna. Queste bancarelle coperte un tempo erano frequentate dal giovane Hemingway in cerca di libri economici.
All’interno della Shakespeare & Company, una clientela di lettori alternativi si aggira tra i labirinti di scaffali imitando Hemingway e gli altri scrittori espatriati che si raccoglievano nella sede precedente della libreria, gestita da Sylvia Beach e situata al numero 12 di Rue de l’Odéon. Durante la Seconda guerra mondiale, la libreria venne chiusa nel corso dell’occupazione della città. Sylvia Beach si rifiutò di vendere l’ultima copia di Finnegans Wake (1939) di Joyce a un ufficiale nazista, e la libreria non riaprì più. Nel 1951 il bibliofilo americano George Whitman ne recuperò l’eredità inaugurando la propria Shakespeare & Company.
Fermatevi per ascoltare una delle letture settimanali e prenotatevi per tornare a Parigi come ‘Tumbleweed’, i leggendari e fortunati volontari che ottengono il permesso di dormire nella libreria in cambio di qualche ora di lavoro, la lettura di un libro e la stesura di un’autobiografia di una paginetta. Salite le scale e date un’occhiata al lettino che vi attende.
2. Appartamento di Hemingway
A 10 minuti dalla libreria, al n. 74 di Rue du Cardinal-Lemoine, si trova la casa dove Hemingway e Elisabeth Hadley vissero tra il 1922 e il 1923. L’appartamento è al quarto piano, e proprio sotto si trova il Bal au Printemps, un bal musette (balera) dove le fisarmoniche (e le prostitute) abbondavano e che ispirò allo scrittore il locale in cui Jake Barnes incontra Brett Ashley nel romanzo Fiesta (1926).
Al n. 71 della stessa via lo scrittore irlandese James Joyce completò L’Ulisse (1922) all’incirca negli stessi anni in cui Hemingway affinava la sua prosa al n. 39 di Rue Descartes e si ubriacava di Pernod al Café des Amateurs (oggi Café Delmas) a Place de la Contrescarpe.
Proseguendo in direzione ovest per 10 minuti, superando la Sorbona e il neoclassico Panthéon dove Voltaire, Victor Hugo ed Émile Zola (tra gli altri) hanno trovato l’eterno riposo, raggiungerete il Jardin du Luxembourg.
3. Jardin du Luxembourg
Unitevi ai parigini mentre si dedicano a una delle loro attività preferite, la flânerie (il passeggiare senza meta) in questo grazioso parco cittadino dove si alternano castagni, roseti, meleti e statue risalenti al XVII secolo. Gli amanti Cosette e Marius, nel romanzo di Victor Hugo I miserabili si incontrano proprio qui, e sempre qui uno squattrinato Hemingway si recava ad ammirare i capolavori di Cézanne e Monet nel Musée du Luxembourg (quando non era impegnato ad attirare i piccioni del parco gettando del mais).
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4. Salotto di Gertrude Stein
Hemingway e Hadley furono accolti ben presto nella cerchia di Gertrude Stein, eccentrica scrittrice americana che viveva poco distante dalla coppia con la sua compagna Alice B. Toklas, al n. 27 di Rue de Fleurus (la casa è indicata da una targa). Fu proprio qui, nel famigerato salotto letterario della donna, che Hemingway incontrò gli altri scrittori della ‘generazione perduta’, un termine coniato dalla Stein per descrivere gli scrittori statunitensi che, nel periodo fra le due guerre, cercavano di trovare se stessi nelle vie di Parigi. La definizione fu poi ripresa da Hemingway in Fiesta.
Alice Toklas rimase una scrittrice minore fino al 1954, quando pubblicò un libro che mescolava scandalosi resoconti delle serate da Gertrude Stein e ricette, come l’hashish fudge, un dolce realizzato con frutta secca, noci, spezie e cannabis.
Ora procedete in direzione nord per due minuti lungo Rue Guynemer, attraversate Rue Vaugiraud e proseguite ancora verso nord in direzione Bd St-Germain.
5. Boulevard St-Germain
Lo storico boulevard, oggi imborghesito, mantiene un’atmosfera cinematografica. Fate colazione in uno dei locali preferiti di Hemingway: Café de Flore al n. 172, o Les Deux Magots al n. 6 di Place Saint-Germain-des-Prés (ex negozio di tessuti che accolse Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir e Albert Camus tra gli anni ’40 e ’50).
6. Cimetière du Père-Lachaise
l cimitero più visitato del mondo è a poche fermate di metropolitana a Bd St-Germain. Fu istituito nel 1804, ma inizialmente non piacque ai parigini, che non apprezzavano l’idea di essere seppelliti lontano dalla città. Al fine di convincere l’opinione pubblica, le autorità decisero, nel 1817, di trasferirvi la salma del commediografo Molière e del poeta Jean de La Fontaine. Questa iniziativa si rivelò vincente e il cimitero da allora ha continuato a ospitare le spoglie di numerose celebrità e personaggi di spicco.
Il poeta Apollinaire, la scrittrice Gertrude Stein sono sepolti qui, così come altri artisti di risonanza internazionale quali Balzac, Proust, Colette e Oscar Wilde.
7. Boulevard du Montparnasse
Raggiungete in metro il sesto arrondissement, salite fino al cinquantanovesimo piano della Tour Montparnasse per un magnifico panorama su Parigi, quindi provate una delle brasserie di Bd du Montparnasse.
La Closerie des Lilas, al n. 171, ha installato delle piccole targhe per indicare il luogo esatto in cui Hemingway, Picasso, Apollinaire, Man Ray, Jean-Paul Sartre e Samuel Beckett amavano sedere e bere parecchio. Hemingway preferiva gli sgabelli al bancone, quando era intento a leggere il manoscritto del Grande Gatsby di Scott Fitzgerald o le bozze del suo Fiesta.
Pranzate nel tempio della cucina di pesce, Le Dôme, locale art déco al n. 108, magari ordinando ostriche e vino bianco. Le brasserie La Rotonde, al n. 105, sfolgorante di arredi rosso fuoco, e Le Select, al n. 99, con le sedie da bistrot in legno curvo, sono state frequentate da Hemingway.
8. Ritz
Concludete il tour tra i cimeli del romanziere nell’Hemingway Bar del lussuoso Ritz, albergo che lo scrittore frequentava negli anni ’20. Alla fine della Seconda guerra mondiale tornò a Parigi con l’intenzione di liberare il suo bar preferito dall’occupazione nazista. Il 25 agosto 1944 si presentò al Ritz armato e minaccioso: i proprietari gli rivelarono che i nazisti se ne erano già andati, e gli impedirono di entrare armato. Hemingway abbandonò la pistola e si scolò 51 Martini. Ordinatene un paio anche voi.