Ci sono molteplici buone ragioni per visitare la Basilicata: la natura, la varietà di paesaggi, le tradizioni millenarie. Tuttavia, per scoprire l’anima più autentica del territorio, l’unica strategia infallibile è quella di seguire un itinerario tra le sue principali città d’arte.
La città del cinema
Sarà banale, ma qualsiasi itinerario culturale che si rispetti, in Lucania, non può che partire da Matera. Com’è noto, la lista di attrattive della città è pressoché inesauribile: dalle chiese rupestri agli eleganti edifici del Piano, dalle ricche collezioni museali alle ciclopiche cisterne ipogee, la vostra esplorazione si rivelerà un continuo imbambolarsi di fronte alle più eterogenee espressioni della bellezza. Un avvincente nucleo tematico intorno a cui organizzare una visita è il cinema: 007 no time to die, infatti, è solo l’ultimo di una sterminata lista di film che hanno come palcoscenico la città dei Sassi. E così, scoprirete che Piazza San Pietro Barisano è stata la location di quasi una ventina di pellicole (tra cui Ben Hur, l’Uomo delle Stelle e Wonder Woman) e che a Murgia Timone sono state girate le crocifissioni del Vangelo Secondo Matteo di Pasolini e nella Passione di Cristo di Mel Gibson.
Lungo il Bradano
Dopo aver saziato i vostri appetiti cinematografici, sarà tempo di raggiungere il centro storico di Irsina. Il primo aspetto che noterete è che il panorama sui morbidi declivi circostanti (verdissimi in Primavera, di un giallo bruciato alla fine dell’estate, bruni ad inizio inverno) è straordinario anche per gli straordinari standard lucani. Ma la città è conosciuta soprattutto per i tesori custoditi nella Cattedrale, dono del sacerdote Roberto De Mabilia nel XV secolo: avreste mai pensato che un piccolo borgo della provincia lucana potesse ospitare nientepopodimeno che la statua di Sant’Eufemia, unica scultura attribuita a uno dei massimi geni del Rinascimento, Andrea Mantegna? La collezione archeologica del Museo Civico Janora, e degli affreschi trecenteschi della cripta della Chiesa di San Francesco completano un’offerta artistica di primissimo piano.
Tappa successiva è Acerenza: mentre l’affascinante abitato arrotolato sulla cima di un colle richiama alla mente decine di borghi dall’urbanistica similare lungo l’Appennino, la Cattedrale, al contrario, è un edificio senza eguali: consacrata nel 1080, presenta influenze francesi nell’architettura, un portale scolpito di quelli che lasciano a bocca aperta, due polittici della seconda metà del XVI secolo di Antonio Stabile nei transetti, una cripta affrescata, e, per non farsi mancare niente, leggende sul Santo Graal e vampiri vari. Per una variazione dalla dura pietra dell’edificio, poi, non mancate di visitare l’allevamento di Basilicata Alpaca, con una ventina di batuffolosi esemplari in attesa di essere accarezzati.
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La Via Appia nel Vulture
Si conclude alla grande in uno dei territori più iconici della regione, il Vulture. Se il vulcano da cui prende il nome è spento ormai da migliaia e migliaia di anni, la città di Venosa, invece, erutta suggestioni storiche da ogni angolo: qui nacquero il Quinto Orazio Flacco, celebrato con una statua in un’incantevole piazza, e il principe dei musici Carlo Gesualdo; il Museo Archeologico (recentemente riallestito con un percorso multimediale) e il Parco Archeologico custodiscono mirabolanti tracce dell’antichità, mentre la suadente Abbazia di Santa Trinità, più nota come l’Incompiuta (a causa dell’improvviso abbandono del progetto di ampliamento medievale), è in grado di emozionare anche il più insensibile dei viaggiatori; per non parlare dello strepitoso Aglianico del posto, un D.O.C.G. tutelato da un consorzio che potrete bere a cena nei ristorantini del centro o acquistare presso numerose cantine. Il rapporto qualità/prezzo, tra l’altro, è ottimo.
E poi c’è Melfi, con il suo sensazionale castello: se non fosse per l’assenza dei coccodrilli nel fossato e il fatto che il personale che vi lavora non indossi armature, al primo sguardo pensereste di essere stati catapultati in una fiaba. Il castello, al cui interno si sviluppa un interessantissimo Museo Archeologico, è legato soprattutto alla figura di Federico II, che qui scrisse e promulgò (nel 1231) le Costituzioni di Melfi (uno dei più importanti corpus giuridici medievali), probabilmente tra una battuta di falconeria e l’altra. Il grande sovrano, infatti, era appassionatissimo di tale pratica, ancora oggi profondamente radicata nel territorio, come dimostra il Festival della Falconeria che si svolge a Melfi in Ottobre. Certo, assistervi sarebbe un modo splendido per concludere il vostro tour sulla cultura lucana, ma se così non fosse non preoccupatevi: giunti a questo punto avrete raccolto così tanti ammalianti stimoli, che la vostra fantasia si librerà più in alto di qualsiasi rapace nel cielo.