Tokyo per chi ama le storie: cartoon e libri on the road

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La capitale del Giappone, città dalle mille anime, riserva molte sorprese a chi ama le storie: dai mondi fatati creati dalla matita di Hayao Miyazaki, in cui immergersi visitando l’incredibile Museo Ghibli, fino alle pagine dei libri sugli scaffali delle librerie di Jimbōchō, o o degli ostelli a tema. Ecco una Tokyo tutta da sfogliare

Tokyo è una città perfetta per gli amanti di libri, fumetti e cartoon ©Sean Pavone/Shutterstock
Tokyo è una città perfetta per gli amanti di libri, fumetti e cartoon ©Sean Pavone/Shutterstock
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Enorme e tentacolare, eppure incredibilmente a misura d’uomo – grazie a un sistema di trasporti ineccepibile e alla possibilità di trovare angoli di perfetta quiete tra i parchi e i templi dei diversi quartieri – Tokyo è una città che sa sorprendere e conquistare quasi tutti: appassionati di tecnologia, gourmet più esigenti, amanti dell’arte e del design e intenditori di musica di ogni genere. Se alcune delle sue attrazioni principali sono ormai entrate nell’immaginario collettivo con immagini iconiche – basti pensare alla Tokyo Tower, all’affollatissimo incrocio di Shibuya, o alle strade di Ginza – altre sono più nascoste, da cercare nei quartieri meno turistici o nei sobborghi della città lasciandosi guidare dalla curiosità e dall’istinto o seguendo percorsi “tematici” secondo i propri interessi. Per chi ama le storie, ad esempio, sono tanti gli indirizzi da mettere in agenda: ecco il luoghi da non perdere, che amiate i manga o la letteratura classica.

Il  Museo Ghibli, Tokyo ©maodoltee/Shutterstock
Il Museo Ghibli, Tokyo ©maodoltee/Shutterstock

Il Museo Ghibli, un museo nel bosco per gli amanti di Miyazaki

Forse non a tutti è noto il nome di Hayao Miyazaki ma di certo in tanti amano alcuni dei personaggi più celebri creati dalla sua matita: da Lupin III a Chihiro, la piccola protagonista de La Città Incantata, senza dimenticare naturalmente Totoro, il grande e tenero animale che diventa amico delle sorelle Satsuki e Mei nel film Il mio vicino Totoro. Fin dalla fine degli anni ’70 Miyazaki ha creato un vero e proprio universo di personaggi e atmosfere tipicamente giapponesi ma capaci di affascinare gli spettatori – piccoli e adulti – di tutto il mondo. Molti dei film d’animazione da lui firmati sono stati realizzati dallo Studio Ghibli, fondato nel 1985 insieme a Isao Takahata. Dal 2001, ha aperto al pubblico il Museo d’Arte Ghibli che attira tantissimi visitatori. 

Il Museo Ghibli – che prende il nome da un aereo bimotore italiano ma che in giapponese si pronuncia con la gi dolce – si trova in un parco di Mitaka, piccolo sobborgo di Tokyo. Un cancello verde dà l’accesso al parco, da cui a sua volta si entra nel primo dei diversi edifici che costituiscono il museo. Una volta mostrato il voucher che dà diritto a ritirare il biglietto alla reception – uno spezzone di pellicola di uno dei film dello Studio, da conservare per assistere alla proiezione di un corto inedito a rotazione nel Cinema Saturno – si è liberi di girare nei diversi ambienti senza obbligo di seguire un percorso prestabilito. 

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Il mondo magico di Miyazaki nel Museo Ghibli © Luciana Squadrilli/ Lonely PLanet Italia
Il mondo magico di Miyazaki nel Museo Ghibli © Luciana Squadrilli/ Lonely PLanet Italia

Le sale del Museo, a misura di bimbo

Il museo ospita una sezione permanente dedicata a illustrare le diverse fasi della realizzazione di un film d’animazione, ricreando le ambientazioni e le ispirazioni degli autori – inclusi portacenere colmi di mozziconi di sigarette, matite temperate all’estremo, libri e vassoi con tè e biscotti – e attraverso delle macchine “interattive” che permettono, manovrandole con manovelle e rotelle, di capire meglio le tecniche e gli effetti animati. Al piano superiore c’è un’esposizione tematica temporanea: attualmente trovate un bell’approfondimento sulle tecniche di colorazione dei disegni che fa capire quanto lavoro ci sia dietro a questo genere di film. L’unico inconveniente del Museo è che quasi tutto è scritto in giapponese e se non si parla la lingua ci si perde gran parte delle informazioni. Ma ciò che incanta è l’atmosfera complessiva: se già dall’aspetto esteriore degli edifici – colorati e dalle forme morbide, come quelli dei cartoni animati – si capisce che non si tratta di un museo standard, dentro ci si perde tra scale, porticine, passaggi e tanti dettagli che rimandano al mondo fantastico creato dal regista: dalle vetrate disegnate ai decori delle toilette, niente è ordinario!

Tutto, inoltre, è a misura di bambino. Dalle pedane di legno sistemate perché ogni cosa – dal banco della reception alle diverse macchine con cui interagire – sia alla loro portata, alle piccole arcate che si aprono ogni tanto nei muri creando dei percorsi “alternativi” dove si passa solo sotto una certa altezza, fino alle bacheche con le scene animate dei film, per vedere molte delle quali gli adulti devono piegarsi. Al piano superiore, dove si trova anche un negozio pieno di souvenir, gadget e giochi a tema, c’è una delle attrazioni più amate del museo riservata solo più piccoli: il Gattobus, un peluche che riproduce a grandezza quasi reale uno dei personaggi de Il mio vicino Totoro. Si tratta di un bakeneko (creatura sovrannaturale frutto della trasformazione di un gatto) a dodici zampe, simile a un autobus, su cui i bimbi possono salire, entrare o arrampicarsi. In una sala secondaria del negozio, in alcuni orari delle operatrici del museo fanno sedere i bambini sui tappeti e illustrano loro i personaggi dei film più popolari.

Il  Museo Ghibli è un'attrazione per grandi e piccini © Luciana Squadrilli/ Lonely Planet Italia
Il Museo Ghibli è un'attrazione per grandi e piccini © Luciana Squadrilli/ Lonely Planet Italia
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Informazioni utili 

  • Come prenotare il biglietto Il Museo Ghibli è aperto tutti i giorni tranne il martedì – e in alcune date particolari dalle 10 alle 18. I biglietti però sono limitati e vanno acquistati in anticipo. Lo si può fare online ma bisogna essere molto veloci collegandosi il 10 di ogni mese per prenotare i biglietti per il mese successivo; un modo più comodo e sicuro per acquistarli dall’Italia – sempre muovendosi con largo anticipo – è quello di rivolgersi agli uffici della JBT. 
  • Come arrivare Il Museo si raggiunge facilmente da Tokyo prendendo un treno della Chuo Line dalla stazione di Shinjuku; una volta arrivati a Mitaka delle navette gialle portano alla sede ma se è bel tempo vale la pena fare una passeggiata di 15 minuti per le tranquille strade della cittadina. Meglio arrivare non oltre le 16: la visita può durare da una a tre ore (o anche di più) a seconda di quanto ci si vuole soffermare in ogni stanza; non dimenticate di prevedere 20 minuti per la proiezione al Cinema Saturno, a intervalli regolari. 
  • Come comportarsi All’interno del museo non si possono fare foto: meglio immergersi pienamente nell’atmosfera come se si fosse i protagonisti di un cartone animato. 
Un negozio specializzato in manga, Tokyo ©Anthony Plummer/Lonely Planet
Un negozio specializzato in manga, Tokyo ©Anthony Plummer/Lonely Planet

Jimbōchō, il paradiso dei book lovers

Per chi preferisce le parole scritte, allora la zona da non perdere è Jimbōchō, nell’area di Chiyoda. Le tranquille vie del quartiere sono costellate di librerie di ogni tipo: quelle specializzate in determinati generi (manga, moda, cinema); quelle che espongono i libri sugli scaffali all’esterno, lungo le strade laterali, non avendo più spazio all’interno; quelle moderne ed eleganti, dove fermarsi anche a prendere un caffè, e veri e propri gioielli vintage da scoprire. 

La grande concentrazione di librerie si deve alla vicinanza di alcune prestigiose università giapponesi, presenti fin dalla fine del 1800. Dopo il grande incendio del 1913 che distrusse molti edifici tra cui una parte del Palazzo Imperiale, qui sorse anche la libreria creata dal professore universitario Shigeo Iwanami, poi diventata una delle principali case editrici giapponesi, l’Iwanami Shoten. Da allora, Jimbōchō è diventato un punto di riferimento per studenti e intellettuali. Tra gli indirizzi da segnalare:

Tokyodo Books Moderna e accogliente, troverete riviste e libri in lingua inglese. Ospita anche il grazioso Paper Press Cafe: una caffetteria con il bancone per il take away e alcuni tavoli con poltroncine di design per fermarsi a sfogliare i libri o a lavorare al computer. 

Komiyama Per chi è appassionato di fotografia, design e troverà sparsi tra diverse sale su più piani in maniera piuttosto confusionaria libri, stampe e quadri. 

Wonder Curiosando tra gli scaffali potrete trovare memorabilia a tema cinematografico, incluse cartoline e locandine d’epoca, mentre il caffè al piano superiore ospita anche un bell’assortimento di manga. 

Kitazawa È la vera perla di Jimbōchō, la più antica libreria specializzata in testi in lingua inglese, proprio accanto a Wonder. Al piano terra c’è una graziosa libreria con libri per bambini e piccoli oggetti d’artigianato e design, dove fermarsi anche per un caffè e un dolce, mentre salendo la scenografica scala che porta al piano superiore si entra in un luogo magico. Gli scaffali di legno sono colmi di libri vecchi e nuovi ma anche di gingilli, cartoline d’epoca e altri oggetti e un angolo della sala ricrea un vero e proprio salotto d’altri tempi, con mobili antichi, vasi di fiori e ancora libri.

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Dormire e mangiare tra i libri

E visto che la passione per i libri non dorme mai, ecco altri indirizzi per book lovers a Tokyo: merita una visita la bellissima libreria Bunkitsu, nell’elegante quartiere di Roppongi. Più simile a una galleria d’arte dall’esterno, Bunkitsu ha una particolarità: per accedere all’area libreria – dove ci sono anche una caffetteria, i bagni, delle postazioni di lavoro e un paio di salette private per riunioni – bisogna pagare 1.500 yen (circa 12 euro) che però danno anche diritto a una tazza di tè o di caffè; se si vuole mangiare qualcosa, invece, si paga per la consumazione. Si tratta di una cifra che viene ampiamente ripagata dalla bellezza del locale, con i libri esposti per sezioni – tra cui una molto interessante dedicata a Tokyo con diversi testi in inglese – o in delle teche, i tavoli e i divani dove sedersi comodamente a leggere o anche a riposare e un’atmosfera silenziosa e concentrata, tutta da assaporare. 

Infine, a Tokyo in mezzo ai libri è possibile anche dormire: a metà tra un ostello e un capsule hotel – con le minuscole cuccette ricavate tra gli scaffali di legno invece che nei cubicoli di plastica – i diversi indirizzi di Book and Bed (nei quartieri di Ikebukuro, Shinjuku e Asakusa a Tokyo, e ormai presenti anche a Kyoto, Osaka e Fukuoka) offrono sistemazioni a prezzi modici in un’atmosfera unica. Certo i letti sono piuttosto spartani e i servizi in comune, ma lo staff è davvero gentile e poter scegliere tra centinaia di libri (in gran parte in giapponese, ma c’è anche qualcosa in inglese) da sfogliare prima di addormentarsi non ha prezzo.

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