Jet lag? Potrebbe dipendere da quando si mangia
A chi non è capitato, viaggiando verso destinazioni lontane da casa, di avere problemi legati al sonno. I ricercatori della Northwestern University e del Santa Fe Institute hanno cercato di capire meglio come funzionano gli orologi interni del nostro corpo e sono giunti alla conclusione che fare una colazione sostanziosa in linea con il fuso orario della destinazione può aiutare i viaggiatori ad alleviare i sintomi del jet lag.

Il jet lag si verifica quando il nostro sistema circadiano, cioè una sorta di orologio interno del nostro corpo, non è più sincronizzato con l’ambiente in cui ci troviamo, in particolare con l’alternarsi del giorno e della notte. Il jet lag è molto soggettivo. Alcune persone lo sentono di più viaggiando verso est, altre verso ovest. In ogni caso è un po’ una seccatura perché per qualche giorno ci si sente stanchi, storditi, prigionieri di un senso di sonnolenza che non vuole proprio andarsene.
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Il modello matematico messo a punto dai ricercatori della Northwestern University è servito per capire meglio come funzionano i diversi orologi interni che influenzano il sonno e l’alimentazione. “La maggior parte degli studi si concentra principalmente su un particolare indizio temporale o su un singolo orologio", ha detto Yitong Huang, borsista presso la Northwestern University e principale autore dello studio. “Facendo così, però, rimangono importanti lacune nella comprensione della sincronizzazione di più orologi in presenza di indicazioni temporali contrastanti".

In particolare, il modello in questione ha permesso di esplorare quali sono le cose che possono disturbare di più il sistema che unisce sonno e alimentazione, cosa ne peggiora l’effetto e quali azioni possono portare a una maggiore resilienza da parte del nostro ritmo circadiano. "Fare un pasto più abbondante al mattino presto del nuovo fuso orario può aiutare a superare il jet lag", ha detto Rosemary Braun, coautrice dello studio e professore associato di bioscienze molecolari, matematica applicata e fisica alla Northwestern. "È sconsigliato invece spostare continuamente gli orari dei pasti o mangiare di notte perché questo può portare a un disallineamento degli orologi interni”.
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La ricerca, pubblicata sulla rivista Chaos, è importante anche per un altro motivo. Sembra infatti che la perdita di sincronia tra gli orologi interni del nostro corpo peggiori con l’avanzare dell’età. Saperlo permetterà di intervenire per aumentare la capacità di recupero del sistema e, di conseguenza, migliorare la vita di chi sperimenta questi scompensi.