Portogallo: cosa vedere a Évora

Redazione Lonely Planet
9 minuti di lettura

Évora, una delle città medievali meglio con­servate del Portogallo, è un luogo incantevo­le dove immergersi nel passato. All’interno della cinta muraria del XIV secolo, le stret­te e tortuose viuzze si snodano in un percorso di grande fascino architettonico, toccando la cattedrale medievale con il suo chiostro, le colonne del Templo Romano (nei pressi delle ter­me romane) e la piazza principa­le, un tempo teatro delle cruente esecuzio­ni dei condannati dal tribunale dell’Inquisi­zione. Oltre ai pregi estetici e al valore stori­co, Évora è anche una vivace cittadina uni­versitaria, e i suoi numerosi ristoranti servo­no la sostanziosa cucina della regione. Fuo­ri città, i monumenti neolitici e le aziende vinicole sono ottime mete per una gita in giornata. Ecco i nostri consigli su cosa vedere a Évora.

Gli azulejos nella Igreja de São João, a Évora ©Alessandro Cristiano
Gli azulejos nella Igreja de São João, a Évora ©Alessandro Cristiano
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La cittadina sorge sulle pendici di una collina che digrada dolcemente verso la pianura dell’Alentejo. Intorno alle mura che racchiu­dono il centro storico corre una circonvalla­zione da cui partono numerose diramazio­ni che conducono direttamente in centro. Il fulcro della vita cittadina è Praça do Giraldo, 700 metri a sud­ovest dell’autostazione.


Che cosa vedere a Évora

Templo Romano

I re­sti di questo tempio, risalente al II o all’ini­zio del III secolo d.C. e facente parte in ori­gine del Foro romano, sono davvero spetta­colari. Si tratta di uno dei monumenti roma­ni meglio conservati del Portogallo e proba­bilmente dell’intera Penisola Iberica. Benché sia comunemente chiamato Tempio di Dia­na, gli studiosi sono tuttora discordi in me­rito a chi fosse dedicato, tanto che alcuni ar­cheologi ritengono sia stato eretto in onore di Giulio Cesare.

Come queste 14 colonne corinzie in mar­mo di Estremoz abbiano potuto conservar­si così bene per circa 18 secoli è un vero mi­stero. Pare che in epoca medievale il tempio sia stato dotato di una cinta di mura e tra­ sformato in una piccola fortezza, mentre in seguito fu utilizzato come mattatoio muni­cipale, per essere riscoperto soltanto alla fi­ ne del XIX secolo. Evidentemente queste in­volontarie tecniche di conservazione hanno avuto successo, dato che l’imponente colon­nato è sorprendentemente integro.

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I resti del Tempio Romani di Évora ©saiko3p
I resti del Tempio Romani di Évora ©saiko3p

Capela dos Ossos

Uno dei luoghi più noti di Évora è anche uno dei più inquie­tanti. Lungo le pareti e le colonne di questo memento mori sono allineate le ossa e i te­schi di circa 5000 cadaveri; questa fu la soluzione adottata da tre monaci francescani del XVII secolo per risolvere il problema del sovraffollamento dei cimiteri delle chiese e dei monasteri.

Il modo in cui le ossa e i teschi sono stati disposti sembra ispirato a un macabro senso dell’umorismo e l’effetto nel suo complesso è stranamente affascinante. L’iscrizione sopra l’ingresso recita: ‘Noi ossa che qui ripo­siamo aspettiamo le vostre’. Sopra la cappel­la, un museo espone opere di arte sacra e c’è una terrazza con vista della città. L’ex sala ca­pitolare (che attualmente ospita la bigliette­ria della cappella) contiene una bella colle­zione di azulejos.


La cattedrale medievale di Évora assomiglia a una fortezza ©StockPhotosArt
La cattedrale medievale di Évora assomiglia a una fortezza ©StockPhotosArt
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Sé, la cattedrale

Con le due soli­ de torri in granito rosa, la cattedrale medie­vale di Évora assomiglia a una fortezza e van­ta uno splendido chiostro e un museo colmo di tesori. I lavori di costruzione ebbero inizio attorno al 1186, durante il regno di Sancho I, figlio di Afonso Henriques, su quello che probabilmente era il sito di una moschea, e ter­minarono circa 60 anni dopo. Qui nel 1497 furono benedette le bandiere dei vascelli di Vasco da Gama.

Si accede alla cattedrale tramite un por­tale cui fanno ala le figure trecentesche de­ gli apostoli scolpiti nella pietra, a loro volta fiancheggiate da torri asimmetriche, e sor­montato da un portico del XVI secolo. All’in­terno prevale lo stile gotico. Il presbiterio, ri­strutturato quando Évora divenne sede arci­vescovile, rappresenta l’unico cambiamento stilistico significativo introdotto dopo la costruzione della cattedrale. La luce dorata che filtra dalle vetrate pervade tutto l’ambiente.

Il bel chiostro fu aggiunto agli inizi del XIV secolo. Nella cripta ci sono le pietre tom­bali degli ultimi quattro arcivescovi di Évo­ra. A ogni angolo del chiostro una buia sca­la a chiocciola (di solito almeno una è aper­ta al pubblico) sale in cima alle mura, da cui si può ammirare un bel panorama.

Salendo la scala della torre sud si raggiun­gono il coro e il museo, altra dimostrazio­ne delle ingenti risorse utilizzate per la rea­lizzazione della cattedrale. Qui potrete ve­dere una vasta collezione di arte sacra e te­sori ecclesiastici, tra cui un reliquiario gire­vole tempestato di pietre preziose e contenente un frammento della Croce; ricoperto di smeraldi, diamanti, zaffiri e rubini, pog­gia su cherubini d’oro, mentre ai lati vi sono due vasi Ming e il tutto è sormontato da tes­suti indo­persiani.

Igreja de São Francisco

La chiesa più fa­mosa di Évora è un edificio alto e imponente in stile gotico manuelino, completato intor­no al 1510 e dedicato a san Francesco. Secon­do la leggenda al suo interno sarebbe sepol­to il commediografo portoghese Gil Vicente.

Le pareti sono decorate con esuberanti motivi di ispirazione nautica che celebrano l’epoca delle grandi esplorazioni e rispecchia­no il clima ottimista e prospero di quel pe­riodo. A coronare il tutto vi sono la cupola e la Croce dell’Ordine di Cristo.

Tra le vie di Évora ©RossHelen
Tra le vie di Évora ©RossHelen

Praça do Giraldo

La principale piazza della città è stata teatro di diversi eventi drammatici nella storia portoghese, tra i quali l’esecuzione di Ferdinan­ do duca di Braganza nel 1483, i roghi pubblici dell’Inquisizione nel XVI secolo e le ac­cese dispute sulla riforma agraria negli anni ’70 del Novecento. Oggi la piazza è ancora il fulcro della vita cittadina, dove ci si ritrova per attività assai più piacevoli, come sedersi al sole a bere un caffè. Le stradine che si diramano a sud­ovest della piazza erano un tempo la

judiaria (ghetto ebraico) di Évora. A nord­est, Rua 5 de Outubro, la via che sale alla Sé, è fiancheggiata da splendide abitazioni con i tipi­ci balconi in ferro battuto, mentre archi mo­reschi sormontano l’accesso alle vie traverse.

Fórum Eugénio de Almeida

Situato in un edificio che in passa­ to fu la sede dell’Inquisizione, in questo cen­tro artistico e culturale vengono allestite al­ cune delle mostre più interessanti di Évora, per tutto l’arco dell’anno. Fanno parte della fondazione anche le Casas Pintadas, una pic­cola collezione di pitture parietali all’aperto affacciate su un giardinetto.

Casas Pintadas

Le pareti di un porticato che racchiude un giardino sono de­ corate da una serie di insoliti dipinti risalenti al XVI secolo, facenti parte un tempo di una residenza nobiliare. Queste pitture raffigura­no creature reali o di fantasia, come uccelli, lepri, volpi, un basilisco, una sirena e un’ar­pia. Vi si accede dal Fórum Eugénio de Al­meida.

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Un dettaglio della Cattedrale ©Sergii Figurnyi
Un dettaglio della Cattedrale ©Sergii Figurnyi

Igreja de São João

La picco­la e incantevole Chiesa di San Giovanni, di fronte al Templo Romano, fu eret­ta nel 1485 per volere di Rodrigo Afonso de Melo, conte di Olivença e primo governato­re portoghese di Tangeri, che la adibì a mau­soleo di famiglia. Tuttora di proprietà priva­ta, la chiesa appartiene oggi ai duchi di Ca­daval ed è molto ben conservata.

Oltrepassato l’elaborato portale gotico si apre una navata rivestita dal pavimento al soffitto di fantastici azulejos realizzati nel 1711 da uno degli artigiani più noti del Por­togallo, António de Oliveira Bernardes. Attra­verso le grate nel pavimento si possono ve­dere i preziosi reperti presenti nella cripta: una profonda cisterna araba di epoca prece­ dente la costruzione della chiesa e un ossa­rio che raccoglie le spoglie dei monaci. Nella sacrestia sono inoltre conservati frammenti di

azulejos ancora più antichi.

Dopo aver visitato la chiesa, andate a ve­dere l’adiacente Palácio Cadaval (Palazzo di Cadaval), le cui sale ospitano una collezio­ne di manoscritti miniati, tappeti di Arra­iolos e dipinti settecenteschi raffiguranti i reali portoghesi.

Convento dos Lóios

L’ex Convento dos Lóios, a destra dell’Igreja de São João, vanta eleganti chiostri gotici sopra i quali corre un loggiato in stile rinascimentale. Già monu­mento nazionale, nel 1965 il convento è sta­to trasformato in una raffinata pousada (lo­canda di lusso). Se volete semplicemente fare un giro, assumete un atteggia­ mento da facoltosi visitatori, altrimenti con­cedetevi un pasto nel suo ristorante esclusivo.

Un angolo delJardim Público ©  amnat30
Un angolo delJardim Público © amnat30
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Jardim Público

Cornice ideale per una tranquilla passeggiata sotto i raggi del sole che filtrano dalle chiome degli alberi, i giar­dini pubblici a sud dell’Igreja de São Franci­sco hanno anche un piccolo caffè all’aperto. Entro le mura del quattrocentesco Palácio de Dom Manuel c’è la Galeria das Damas, un indefinibile connubio di stile go­tico, manuelino, neomoresco e rinascimentale. Il palazzo è aperto al pubblico soltanto in occasione di mostre d’arte temporanea.

Dalle mura cittadine si può ammirare, alcuni isolati a sud­est, il profilo merlato e aguzzo della Ermida de São Brás in stile go­tico­moresco.

Aqueduto da Água de Prata (Acquedotto dell’Acqua d’Argento)

La struttura che entra in città da nord­ovest, dal sugge­ stivo nome di Aqueduto da Água de Prata, fu progettata da Francisco de Arruda (cono­sciuto in particolare per la Torre di Belém di Lisbona) per rifornire di acqua potabile la città di Évora, e venne portata a termine at­torno al 1530. All’estremità dell’acquedotto, in Rua do Cano, si estende un quartiere che sembra un paese a sé, con abitazioni, negozi e caffè costruiti proprio all’interno delle ar­cate dell’acquedotto, come se fossero nicchie ricavate ai piedi di una collina.

Lungo l’acquedotto corre una passeggia­ta di circa 8,5 km che inizia appena fuori dall’abitato, sulla strada per Arraiolos. Ci so­no tre punti di accesso; presso l’ufficio turi­stico sono disponibili le cartine. Sfortunata­ mente il percorso non è circolare e tornare indietro potrebbe essere un problema se non disponete di un mezzo di trasporto. Ricorda­te di portare con voi un’abbondante scorta d’acqua perché, per ironia della sorte, lun­go l’acquedotto non si trova acqua potabile.

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Cosa fare ad Évora

Non perdete la Rota dos Vinhos do Alentejo. Qui potre­te assaggiare alcuni dei grandi vini dell’Alentejo. I vini proposti cambiano ogni settima­na e sono rappresentati più di 70 produtto­ri. Per una modica cifra potrete degustare la mezza dozzina di varietà disponibili.


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Destinazioni in questo articolo:

Alentejo
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