Sentieri e cammini per sgranchire le gambe e respirare libertà
Dopo mesi chiusi in casa a causa del Covid-19 e i periodi di restrizioni altalenanti, non vedete l’ora di sgranchirvi e fare due passi. E l'estate del Green Pass da vivere possibilmente all'aria aperta potrebbe essere l’occasione giusta per prepararsi ad affrontare alcuni dei cammini più scenografici e storici del Mediterraneo. Del resto ripercorrere le orme degli antichi pellegrini sulla Via Francigena toscana o dei mercanti alla ricerca di tesori esotici, significa entrare a far parte di una comunità che non conosce confini di tempo e spazio, una comunità di cui speriamo presto di tornare a fare parte.
I cammini più belli del mondo, la via Licia da Ovacik a Kalkan, Turchia
Cento chilometri fuori dal tempo, in una Turchia diversa da quella dei dépliant: il primo tratto della Via Licia, sospesa tra montagna e mare, è più di un itinerario di trekking. I sentieri passano a ridosso della costa, ancheggiano baie e calette, toccano siti archeologici e storici, sbucano dai boschi di cedri regalando panorami inaspettati. Si parte da Ovacik, a 3 km dalla Laguna Blu di Ölüdeniz, un ottimo posto per fare il pieno di energie prima di mettersi in cammino.
Con i 2000 metri del Monte Babadaǧ a sinistra e il mare a destra, tutto nel raggio di pochi chilometri, potreste sentirvi un po’ disorientati. Le tappe successive sono Faraya, in cima a una scogliera che domina la Valle delle Farfalle; Sidyma, antica città romana; Gavuragili, da cui comincia un tratto di pianura che consente di recuperare le forze spese nei giorni precedenti. Kalkan è il punto di arrivo, da cui si può proseguire su un percorso ad anello che include Gelemiş e la spiagga di Pattara (due giorni supplementari, il trekking ne richiede complessivamente nove o dieci). Nessun problema per le provviste e il pernottamento: pensioni e camere in affitto si trovano in tutti i villaggi attraversati dal percorso. Nella bella stagione il clima consente di campeggiare e di trascorrere una notte sotto le stelle: con un sacco a pelo starete benissimo.
La città più vicina ai punti di partenza e di arrivo del percorso è Fethiye, che dista pochi chilometri da Ovacik e un paio d’ore di autobus da Kalkan. Antalya è lontana circa 400 chilometri, ma ci sono escursionisti che non si lasciano scoraggiare e affrontano l’intera distanza a piedi, sempre lungo la Via Licia, per quattro-cinque settimane complessive di cammino.
Il cammino di Sant’Agostino, Tunisia e Algeria
Il tratto principale del Cammino di Sant’Agostino in Brianza unisce 50 santuari mariani tra Cassago Brianza, dove il santo si convertì, Milano e Pavia. I pellegrini possono però spingersi verso sud alla ricerca delle radici del santo. L’intero percorso africano, circolare, con partenza e arrivo a Tunisi e tappe in territorio algerino, si snoda per circa 600 km e richiede almeno 30 giorni. L’itinerario tocca i luoghi del santo in ordine cronologicamente inverso al ruolo che ebbero nella sua vita. La prima tappa è Annaba, l’antica Ippona, la città di cui Agostino fu vescovo per oltre trent’anni e nella quale morì nel 430. Vi si trovano un sito archeologico, che occupa una spianata in cui crescono fiori, cespugli di rosmarino e ulivi, e una basilica in stile neomoresco terminata nel 1907. Si prosegue poi verso Souk Ahras (Tagaste), dove Agostino nacque nel 354. Non è stato possibile localizzare con certezza la casa natale del santo, che secondo la tradizione era solito raccogliersi in preghiera all’ombra di un gigantesco ulivo tuttora rigoglioso: alcune fonti sostengono che l’avrebbe addirittura piantato lui stesso.
La basilica nella quale Agostino presumibilmente svolgeva i propri uffici di vescovo di Ippona è in rovina, anche se è ancora possibile distinguerne la pianta. Quella attuale è un monumento che celebra più il colonialismo francese che l’eredità spirituale del santo, ma non manca di elementi di pregio come i marmi di Carrara.
La via Francigena, Italia
Che si faccia la via Francigena in bici o a piedi, per devozione o curiosità poco cambia. L’antica via che nel Medioevo univa Canterbury e Roma, per proseguire poi fino a Gerusalemme, attraversa l’Italia da nord a sud, collegando il Gran San Bernardo ai porti della Puglia. È la via di comunicazione che più di ogni altra ha contribuito all’unificazione culturale del paese, perché utilizzata nei secoli da migliaia di persone. Pellegrini sorretti da una solida fede e laici in cerca di se stessi, uomini e donne spinti dalle ragioni più disparate, ma tutti portatori di un ricco bagaglio di esperienze e conoscenze. Tra monti, campi di grano, filari di vigne e distese di ulivi, borghi medievali, masserie e conventi isolati, tratti ora agevoli ora dissestati, il percorso apre a nuove prospettive e incontri. La Francigena non è semplicemente una strada: è l’opportunità di entrare in contatto con il proprio spirito e il proprio corpo, in tutta la sua materialità e fisicità: vesciche ai piedi, stanchezza, muscoli appesantiti e tendini che bruciano alleggeriscono l’anima desiderosa di vivere pienamente ogni singolo momento.
I volti della Via Francigena sono variegati. E lungo il percorso si tiene lo Slow Travel Fest, incontri, escursioni, arte, musica, cinema e natura per chi ama spostarsi a piedi, in bicicletta, a dorso d’asino, lentamente.
Sentier littoral, Costa Azzurra e Provenza
Le coste francesi, almeno in parte, si possono percorrere non solo in barca o in automobile, ma anche a piedi. I sentiers littoraux (o douaniers) esistono dal 1681, quando si stabilì che una sottile fascia costiera venisse preservata dall’appropriazione privata; nei secoli successivi, la costruzione di case sul mare non si è fermata, ma nel 1976 il governo ha obbligato i proprietari a concedere un passaggio pedonale di almeno 3 metri: ve ne accorgerete percorrendo il sentiero sul mare che, pur con qualche interruzione, va da Mentone a Saint-Cyr-sur-Mer, dopo Tolone, passando sulle isole di Levant, Port-Cros e Porquerolles. Ogni tratto ha le sue caratteristiche: tra Mentone e Cannes si fa un po’ di zig-zag tra le case sul mare; nel Var, tra l’Esterel e Tolone, si procede senza interruzioni lungo l’antico sentier des douaniers; sulle esclusive spiagge di Saint- Tropez non è raro incontrare escursionisti stanchi ma entusiasti del panorama di baie, calette e scogliere che hanno scoperto da una prospettiva privilegiata, anche senza uno yacht.
Il sentier littoral è ben segnalato, percorribile da chiunque e, soprattutto, gratuito. Vi si può accedere da molti punti, basta portare con sé una buona scorta d’acqua e la crema solare: ricordatevi che il sole mediterraneo non perdona.
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Ruta de pedra en sec, Spagna
La costa settentrionale di Maiorca svela un volto delle Baleari molto diverso da quello di cui parlano gli uffici del turismo. Spiagge, locali e condomini sul mare lasciano il passo a villaggi pittoreschi, rifugi di montagna, vecchi sentieri e baie senza bagnanti. È come se la Serra de Tramuntana, che corre parallela al litorale, lo proteggesse e lo conservasse intatto per i camminatori, che possono partire da Port d’Andratx e puntare verso nord-ovest, 150 km da percorrere in otto-dieci giorni, con la massima flessibilità e varie deviazioni possibili a seconda delle esigenze di ciascuno. La ‘pietra a secco’ che dà il nome al cammino è quella dei muri e delle casette (depositi, ovili) realizzati senza l’impiego di malta o altre sostanze leganti, secondo una tecnica di costruzione utilizzata fin dalla preistoria. Se ne vedono molti lungo il percorso, per esempio tra Deià e Port de Sóller, dove sentieri e mulattiere toccano borghi tradizionali e, lasciatisi indietro gli alberi di ulivo, di agrumi e di mandorlo, portano al tratto più arduo dell’itinerario, su per le montagne (il Puig de Massanella, con i suoi 1365 m, è fra le più alte dell’isola). Gli ultimi chilometri sono in piano verso Pollença, la tappa conclusiva dell’itinerario della Ruta, collegata a Palma di Maiorca da diversi autobus.
Lungo il percorso si trovano diversi rifugi nei quali è possibile passare la notte spendendo una quindicina di euro: il sito www.conselldemallorca.net riporta prezzi, orari, disponibilità e norme da seguire. Non mettete nello zaino la tenda, un peso inutile dal momento che sull’intera Ruta c’è un solo campeggio.