Estremadura: la Spagna da scoprire
A meno di tre ore di treno dalla capitale Madrid c’è una regione dai paesaggi spettacolari, dove il clamore di altre mete turistiche della Spagna non è ancora arrivato. L’Estremadura, situata a ridosso del confine con il Portogallo, è stata per lungo tempo una delle zone più povere dell’intera nazione, e seppur lontana dalle luci della ribalta dei ben più celebri indipendentismi catalani o baschi, conserva un forte carattere identitario, geloso delle proprie origini ma con un’ospitalità tutta da scoprire.
Il nostro viaggio inizia dal capoluogo della comunità, Mérida, conosciuta per essere una delle città più ricche di monumenti romani, tale da farle conquistare il soprannome della “Roma Spagnola”. In effetti, tra ponti egregiamente conservati, tra cui quello sopra il fiume Guadiana lungo oltre settecento metri, resti dell’acquedotto e altre rovine disseminate in tutto il territorio urbano, gli appassionati di storia antica troveranno pane per i propri denti. Tra tutte le possibili visite non potrete perdervi quella all’anfiteatro, costruito dal Console Agrippa nel 15 a.C. e con una platea capace di contenere ben seimila spettatori. Dichiarato patrimonio UNESCO nel 1993, il teatro ogni anno vede sul suo palco susseguirsi spettacoli di alto livello e dal forte impatto scenico, che trovano il culmine nel “Festival de teatro classico”, una rassegna che si tiene ogni estate da più di vent’anni a questa parte.
Facendo rotta verso nord si giunge a Cáceres, la città più popolosa della regione. La centralissima - e immancabile - Plaza Major sorge ai piedi della città vecchia, che con il suo dedalo di stradine rappresenta una delle testimonianze più grandiose del rinascimento spagnolo. Un consiglio? Aspettate che tramonti il sole, l’aria si faccia più fresca e poi aggiratevi tra le sue piazze semideserte, illuminate dalla luce giallognola dei lampioni, per sentirvi avvolti in un’atmosfera magica.
A pochi chilometri si trova l’antica capitale della regione, Trujillo, oggi un sonnolento paesino di meno di diecimila abitanti. La sua storia è legata in modo indissolubile a quella dell’epopea dei conquistadores, tra i vari avventurieri a nascere dentro le sue mura ci fu il celebre Francisco Pizarro, di cui si può visitare la sua casa, oggi un museo molto apprezzato. Anche in questo caso la città vecchia è arroccata su una collina, e mentre si fa un giro per le stradine di ciottoli è un piacere, di tanto in tanto, ammirare i verdi pascoli che la circondano, e da dove spesso riecheggiano i campanacci delle mandrie di bestiame. Non si può pertanto rimanere insensibili al richiamo della natura, specie se nelle vicinanze si trova uno dei sette parchi nazionali della Spagna, il Parque de Monfragüe.
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Qui il fiume Tago si esibisce in sinuose serpentine, e per poterlo ammirare al meglio esistono vari itinerari che percorrono il parco, tutti adatti anche ai camminatori meno esperti. La costruzione delle dighe di Torrejon e Alcantara ha modificato per sempre il panorama della zona, ma ha anche fatto sì che si creasse un habitat ideale per la nidificazione di molte specie di uccelli, rendendo il parco una meta molto apprezzata tra gli appassionati di birdwatching. Non perdetevi l’impressionante strapiombo di roccia a picco sul fiume conosciuto come il Salto del Gitano, da dove si può ammirare il volo maestoso dei grifoni, che qui formano una delle colonie più grandi d’Europa. Sempre all’interno del parco si trova il minuscolo abitato di Villareal de San Carlos, adagiato su una morbida collina verde e formato da un’unica strada, puntellata da caratteristiche case in pietra, tra cui una ospita il centro informazioni del parco. Per chi volesse pernottarvi, a Villareal sono presenti due bed & breakfast, che forse non eccedono in quanto a originalità ma offrono una o più notti in compagnia di un cielo stellato da brividi e il leggero frinire dei grilli. Un’avvertenza: d’estate le temperature spesso raggiungono livelli proibitivi, cercate quindi di evitare i mesi più caldi.
La primavera è anche il periodo giusto per visitare la valle dello Jerte, che si estende a nord della cittadina medievale di Plasencia. A prima vista i vari paesi che si incontrano lungo l’unica strada che attraversa la vallata non riservano grandi sorprese, eppure per chi si ritrova da queste parti a marzo basta dare una rapida occhiata alle colline dei dintorni per scoprirle ricoperte da morbidi batuffoli bianchi. L’annuale fioritura dei ciliegi (in spagnolo cerezos) rende questa zona uno degli angoli più pittoreschi dell’intera Spagna, oltre ovviamente a costituire l’elemento portante dell’economia locale. Presso i vari centri della valle troverete piccole pensioni, i cui bar annessi sono spesso frequentati da anziani del posto che vengono a giocarvi interminabili partite a carte. Un ottimo motivo per ordinare una birra al bancone, sedersi e divertirsi nel guardare la vita locale.
Per vedere tutto questo (e molto di più) non pensate infine che sia per forza necessario disporre di un’auto, l’Estremadura ha infatti un’efficiente rete di bus e in tutti i principali centri abitati troverete una stazione dedicata. Tra un’attesa e l’altra sarà facile fare nuove conoscenze e magari rimediare ulteriori consigli dalla gente del posto per carpire i segreti di questa terra dall’aspra bellezza.