La filosofia Wabi-Sabi: nella bellezza dell'imperfezione in giro per il mondo

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L'espressione giapponese Wabi-Sabi vuol dire letteralmente "accettare la bellezza dell'imperfezione". Un invito a godersi le cose piccole della vita che, lentamente, si sta diffondendo anche nel modo in cui si viaggia: lontani dal rumore e dalla frenesia delle cose del mondo, le destinazioni Wabi-Sabi ruotano intorno alla meditazione, al godersi l'oggi, alla pace e al silenzio. Uno stile di vita che è molto più vicino di quello che pensate: lo sapevate che c'è un angolo di Giappone anche nelle Marche, pronto a rimettervi in pace con voi stessi?

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La filosofia Wabi-Sabi ruota intorno a giardini e achitettura Zen. In foto: tempio Kinkaku-ji (Golden Pavilion) a Kyoto. ©marcociannarel/Shutterstock
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Accettare ciò che siamo e cogliere il gusto delle piccole cose quotidiane rendendole speciali è il cuore della cultura Wabi-Sabi, che arriva dal Giappone e spinge sul migliore dei buoni propositi: godersi la vita per quella che è. Difficile? No, se questo mantra di vedere il bello anche dove non sembra esserci (ma, fidatevi, è proprio lì da qualche parte) si applica anche al viaggio e all'esplorazione. Nella storia di questi due termini giapponesi alcuni luoghi del mondo hanno trovato la loro vocazione, che mescola zen e relax, pace e meditazione. Il termine Wabi una volta riportava a quello di "solitudine" e Sabi a quello di "appassito". La connotazione positiva arriva solo nel XIV secolo, quando l'espressione Wabi-Sabi ha cominciato a identificare il fascino del rustico, dell'eleganza che si mostra senza essere invadente, mescolata a un concetto di bellezza consapevole, di cose che cambiano e invecchiano senza dare malinconia. Un concetto difficile da esplodere in poche righe, ma che nel viaggio diventa riposo, ristoro e silenzio. Le destinazioni Wabi-Sabi nel mondo cominciano a moltiplicarsi ma una delle sue più belle applicazioni è in Italia, nelle Marche: nel cuore della regione che è tra i Best in travel 2020 c'è l'angolo Wabi-Sabi più amato della Penisola, dove i pilastri di questa filosofia che celebra l'invisibile si fanno soggiorno ed esperienza.

Cosa vuol dire viaggiare con la filosofia Wabi-Sabi (e dove andare per godersela)

Se il Wabi-Sabi punta alle piccole cose, va da sé che esplorare il mondo a caccia di luoghi in cui questa filosofia esplode vuol dire amare i viaggi slow, i ritmi lenti e votati alla meditazione. Riassumere la cultura giapponese che ruota intorno a questi pilastri non è semplice, ma basti sapere che medicina olistica, riti antichi e tanto silenzio sono i suoi ingredienti principali. Negli hotel costruiti intorno al Wabi-Sabi si va per pensare, oltre che per riposarsi. E anche per accettare con serenità che il tempo scorre senza lasciarsi prendere dal panico.

Non è un semplice retreat a base di yoga: viaggiare in modalità Wabi-Sabi è un tuffo nella cultura del Giappone, nelle sue tradizioni antiche e nella sua architettura, che ruota intorno a materiali grezzi ed elementi d'arredo imperfetti, pieni di storia e fascino. In Giappone e nei suoi villaggi più remoti toccherete con mano la sua massima espressione, ma è a due passi da casa che la cultura Wabi-Sabi ha trovato una collocazione più comoda e raggiungibile.

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Tuffo nella cultura Wabi-Sabi delle Marche

Si chiama Wabi-Sabi Culture ed è uno dei centri più importanti legati a questa filosofia: il suo cuore batte nelle Marche, a San Ginesio. Qui, in provincia di Macerata, c'è un complesso dedito completamente alla filosofia giapponese, in cui aromaterapia e rispetto per spazi, cose e persone sono al primo posto. Nel ryokan si può soggiornare, tra un'esperienza e l'altra: si dorme su futon, si fa il Wabi-Sabi ofuro, il bagno di relax in cui si scaricano le tensioni, si cammina su pietre irregolari che sono più un percorso di coscienza che una via per raggiungere una meta.

Angoli e ispirazioni Wabi-Sabi nel mondo

Quella nelle Marche non è l'unico centro di raccolta per chi ama la cultura giapponese e vuole metterla in pratica tutti i giorni, anche usciti dal ryokan: in giro per il mondo la filosofia Wabi-Sabi esplode in luoghi dall'architettura tipica e l'atmosfera surreale. Diffidare dalle imitazioni, che sfruttano il nome per richiamare il messaggio positivo ma non i suoi pilastri estetici: la cultura Wabi-Sabi è prima di tutto design e armonia imperfetta.

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E com'è giusto, perché sempre di imperfezione stiamo parlando, viaggiare Wabi-Sabi vuol dire anche mescolare le nuove frontiere del relax come la mindfulness alla ricerca del bello che arriva dal Giappone. O farsi una sauna nel bel mezzo di un lago, con niente intorno.

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Una casa nel mezzo del Vietnam meridionale, a Chau Doc, è meta degli amanti del design e della pace: l'ha ideata lo studio Nishizawa e della filosofia Wabi-Sabi ha rubato materiali e linee irregolari.

Wabi-Sabi non è tanto ciò che è semplice, un riferimento che si trova facilmente anche nel lifestyle scandinavo: il viaggio nell'imperfezione che passa per l'architettura, il cibo, le esperienze da fare in giro per il mondo sono soprattutto una consapevolezza che si applica alla vita di tutti i giorni e che, per avere davvero senso, non deve essere dimenticato in un hotel in mezzo alla natura. Portarla a casa e custodirla è il migliore dei buoni propositi: non sempre serve un futon (anche se per calarsi nell'atmosfera non guasterebbe) per addormentarsi nella consapevolezza di aver vissuto una buona giornata, nonostante tutto.

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