Come è nato il logo Lonely Planet: intervista a Tony Wheeler

3 minuti di lettura

Lonely Planet nacque nel 1973, quando Tony e Maureen Wheeler intrapresero il viaggio della vita: una luna di miele da Londra all’Australia, attraverso Europa e Asia, con null’altro che un’automobile, qualche spicciolo in tasca e parecchio senso dell’avventura. Ma un fatto meno conosciuto è che Tony Wheeler nei primi anni della sua carriera si è dedicato alle illustrazioni e che ha anche creato il logo di Lonely Planet. Abbiamo setacciato gli archivi e fatto una chiacchierata con Tony per capire qualcosa in più sull’eredità del logo.

logo Lonely Planet
La prima versione in assoluto del Lonely Planet sulla copertina di 'Across ASIA on the cheap' © Lonely Planet
Pubblicità

Intervista a Tony Wheeler

Parlaci della prima guida.

Siccome il libro che avevamo in mente risultò avere dimensioni troppo grandi per la piccola stampatrice della Tomato Press, fummo messi in contatto con David Bisset, che nel suo seminterrato ne possedeva una più grande e che acconsentì a stampare 1500 copie del testo. Disegnai le cartine dei paesi che avevamo visitato e alcune illustrazioni molto semplici, mandammo il tutto in composizione e alla fine ne risultarono esattamente novantasei pagine. A quel punto ci mancavano ancora due cose: il titolo del libro e il nome della neonata casa editrice. Il primo venne da sé: trattandosi di una guida su come attraversare l’Asia all’insegna del risparmio, lo intitolammo Across Asia on the Cheap

Da dove è arrivato il nome Lonely Planet?

Più complicato fu trovare un nome per la nostra impresa editoriale. Passammo in rassegna decine e decine di nomi, mangiando spaghetti e bevendo vino rosso a buon mercato in un ristorantino italiano di Oxford Street. L’illuminazione ci venne una sera in cui io mi misi a canticchiare Space Captain, la canzone di Matthew Moore che Joe Cocker canta nel film Mad Dogs & Englishmen

«Once while travelling across the sky», intonai, «this lonely planet caught my eye». 

«Non fa così», disse Maureen, «hai capito male, come al solito. Dice “lovely planet”, non “lonely planet”». 

Aveva ragione. Non capivo mai bene le parole delle canzoni. Lonely planet comunque suonava molto meglio. Ogni tanto ho pensato che sarebbe stato preferibile trovare un nome più professionale, più serio, ma poi mi dicevo che lonely planet è un nome che la gente non scorda. 

Il logo Lonely Planet nell'ufficio di Richmond, Melbourne, sede di Lonely Planet tra il 1980 e il 1988 © Lonely Planet
Il logo Lonely Planet nell'ufficio di Richmond, Melbourne, sede di Lonely Planet tra il 1980 e il 1988 © Lonely Planet

Quando hai disegnato il logo?

Feci una bozza di Across Asia on the Cheap nel 1973, lo stesso anno in cui Lonely Planet venne fondata. Era il nostro primo titolo in assoluto. Rilegammo a mano il libro nella cantina di un minuscolo appartamento a Sydney e io disegnai le illustrazioni che appaiono in copertina. 

Come è cambiato il logo dal tuo primo disegno?

Nel 1975 rifeci il logo con il Letraset, un carattere che mi sembrava adatto, e da allora non è cambiato molto. Sono orgoglioso di come è riuscito a mantenere la sua identità originale.

Quando l’hai disegnato avresti mai pensato che sarebbe durato così a lungo?

No, non avevo idea che il logo sarebbe stato così longevo! È un po’ come la virgola della Nike, che mi pare sia stato disegnato in un paio di minuti e venduto per 20$.

Se potessi cambiare qualcosa del logo, cosa cambieresti?

Nulla! Credo che a un certo punto qualcuno abbia pagato profumatamente degli esperti per migliorarlo, e credo abbiano inspessito un po’ il cerchio, o qualcosa del genere, ma non è stato fatto nessun grande cambiamento.

Ti emoziona vedere il tuo logo allineato nelle librerie di tutto il mondo?

Certo che si, perché non dovrebbe?

Ti capita di fare disegni mentre sei in viaggio?

No, faccio decisamente troppe foto e tengo un diario e porto sempre con me un quaderno nel caso in cui non possa prendere appunti sul telefono o sull’iPad. Adoro fotografare quello che vedo fuori dal finestrino dell’aereo. Ma penso di continuo al fatto che sarebbe bello disegnare. L’ultima volta che l’ho effettivamente fatto mi trovavo al lussuoso Al Maha Desert Resort, circa un’ora a sud di Dubai, 15 anni fa. Qui trovai in camera cavalletto e pastelli e feci il disegno che vedete qui sotto.

Pubblicità
'Vista dalla stanza N 19, Al Maha Desert Resort, UAE’ di Tony Wheeler, 2004 © Tony Wheeler
'Vista dalla stanza N 19, Al Maha Desert Resort, UAE’ di Tony Wheeler, 2004 © Tony Wheeler
Pubblicato nel

Destinazioni in questo articolo:

Australia
Condividi questo articolo
Pubblicità