I villaggi più belli del Caucaso meridionale
Chiunque incontrerete nel Caucaso meridionale a un certo punto vi descriverà il suo villaggio nativo, che ci viva ancora o meno. Visitate uno di questi affascinanti bastioni della tradizione e dell’ospitalità per comprendere davvero l’importanza che hanno nell’immaginario della gente del posto, ma anche dei visitatori.

Arrivart a Xınalıq, il villaggio più elevato dell’Azerbaigian
L’unica striscia serpeggiante di asfalto si inerpica tra le pareti rocciose delle alte montagne e lungo le scarpate spaventose, per finire nel piccolo villaggio di Xınalıq (Khinaliq), a 2350 m di altitudine a ovest di Quba.
Un gruppo di case in pietra, che sono abitate da secoli da pastori sunniti di lingua ketsh, forma il nucleo di questo antico insediamento circondato dai magnifici picchi del Caucaso.
Ci sono molte leggende legate a Xınalıq, come quella secondo cui il villaggio avrebbe 5000 anni e i suoi abitanti discenderebbero dal biblico Noè. Anche se mancano le prove di questi miti, l’isolamento ha fatto sì che la cultura e la lingua locali sopravvivessero al tempo.
Il piccolo Museo Etnografico, che si trova in una struttura simile a un castello, ripercorre la storia del villaggio con oggetti e manufatti, anche se l’attrattiva principale di Xınalıq sono i paesaggi aspri e incontaminati in cui è inserita, da ammirare al meglio lungo la strada da Quba o sui sentieri escursionistici che si diramano dal villaggio.
Il sentiero Xınalıq–Qalaxudat (8,2 km, 3 ore) segue il fiume Qudiyalçay e si collega al più impegnativo Qalaxudat–Griz (9,3 km, 4 ore), che si può affrontare senza i permessi speciali, che invece occorrono in buona parte del Parco Nazionale dello Shahdag.
Le temperature, soprattutto di notte, sono gelide per quasi tutto l’anno, ma nei mesi estivi Xınalıq offre un rifugio piacevole lontano dal caldo afoso di Baku.

Guidate fino a Shatili, il villaggio principale della remota regione georgiana del Khevsureti
La Città Vecchia di Shatili, costruita tra il VII e il XIII secolo, è una collezione unica di alte koshkebi (torri di guardia) arroccate su un affioramento roccioso, che insieme formano una fortezza.
Gli abitanti del villaggio hanno abbandonato le case tradizionali, all’incirca nel 1980, per trasferirsi in dimore più contemporanee e con pareti meglio isolate, sparse lungo il vicino fiume, e il posto ha un aspetto ultraterreno. Nemmeno la decisione del 2007 di includere la Città Vecchia di Shatili tra i siti Patrimonio dell’Umanità UNESCO è riuscita a stimolare il restauro dei vecchi edifici, anche se un paio di torri sono state rinnovate e aperte come guesthouse.
Per lo più la Città Vecchia è un’affascinante rovina, perfetta da esplorare a piedi. Il moderno villaggio di Shatili si estende lungo il fiume e lungo un crinale sopra la Città Vecchia e si sta sviluppando velocemente, man mano che aprono sempre più guesthouse.
Nel 2023 è stato aperto un nuovo ufficio turistico, segno che le cose stanno cambiando. Quando verrà completato il progetto di miglioramento della strada che porta qui, il Khevsureti diventerà senza dubbio una regione fortemente turistica. Se siete abbastanza fortunati da venire ad agosto o all’inizio di settembre, forse vi capiterà di assistere alla festa di Shatiloba, la cui data cambia ogni anno e che ha musica folk, balli tradizionali, corse di cavalli e lotta libera georgiana.
Oltre alle escursioni a piedi, a Shatili non c’è molto altro da fare, anche se si possono visitare le notevoli Cripte di Anatori, 3 km dopo il villaggio, appena prima del confine russo. Durante un’epidemia particolarmente tragica di peste nel XVIII secolo, gli abitanti malati se ne andavano a morire in luoghi isolati per risparmiare chi non era stato contagiato; ancora oggi potete vedere gli scheletri attraverso le finestre. Trovate le cripte nel punto in cui la strada si curva verso sud.
Da qui la strada continua per 9 km su per la Valle dell’Andaki fino al minuscolo Mutso, dove un ripido pinnacolo roccioso contiene altre cripte in pietra piene di ossa con una storia simile. Un sentiero a piedi continua sul ripidissimo Passo di Atsunta (3431 m) e fino al Tusheti ed è possibile raggiungere Omalo da qui con un trekking impegnativo di quattro o cinque giorni.

Salite sulla funivia per il minuscolo villaggio di Tatev
Il piccolo villaggio rurale di Tatev è arroccato su un altopiano di 1600 m sopra il fiume Vorotan e ha vedute mozzafiato del suo canyon.
Arrivateci in gran stile con la funivia Wings of Tatev, la più lunga funivia del mondo e detentrice del record mondiale, costruita nel 2010 nel corso di dieci mesi, che è già un’attrattiva di per sé, oltre a essere un modo utile per arrivare a Tatev se volete evitare strade trafficate e serpeggianti. La funivia parte ogni 30 minuti e sale fino a 5752 m in meno di 15 minuti. Il tragitto sopra la gola è mozzafiato e una voce registrata vi spiegherà quello che vedete. Prenotare in anticipo è una buona idea se non volete aspettare ma dovrete comunicare un orario di ritorno (due ore sono più che sufficienti per la visita). Se non indicate l’ora del ritorno o se tardate rispetto all’orario stabilito, dovrete pagare un extra oltre al biglietto già costoso.
Arrivati in cima seguite la folla verso il Monastero di Tatev, fondato nel IV secolo. Nel IX secolo i vescovi di Syunik costruirono la chiesa principale, Surp Poghos-Petros (San Paolo e San Pietro) per ospitare importanti reliquie. Al suo apogeo, nel X secolo, nel monastero vivevano e lavoravano 1000 persone, tra cui 600 monaci. Inoltre, qui è sepolto Surp Grigor Tatevatsi (san Gregorio di Tatev; 1346-1409), emblema del paese.
Tra il 1373 e il 1435 il complesso fu una scuola in cui si insegnavano matematica, astronomia, musica, calligrafia e altro ancora e fu anche il centro politico della provincia, da dove si controllavano 680 villaggi. Nel dicembre del 1920, il monastero cercò di riconquistare la gloria dichiarandosi uno stato indipendente, ma la cosa durò solo sei mesi perché l’Armenia si unì poi all’URSS.
Nel 2018 un importante lavoro di restauro riportò in vita il Monastero di Tatev, che oggi è uno dei più popolari dell’Armenia, con i fedeli che quasi ogni giorno si mettono in fila per ricevere la benedizione. Nel cortile cercate la colonna ottagonale di 8 m con in cima una khachkar, che con i suoi spostamenti avrebbe segnalato l’attività sismica (o il rumore degli zoccoli di eserciti in avvicinamento). Passeggiate con calma nel complesso: ci sono scale su cui salire, piccole porticine da attraversare con la testa abbassata e tantissime belle vedute.
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Immergetevi in una comunità di artigiani ramai nel villaggio montano di Lahıc, in Azerbaigian.
Rinomata in tutto l’Azerbaigian per i suoi ramai, la cittadina montana di Lahıc (Lahij) è situata sui crinali più alti della provincia di İsmayıllı e ospita una piccola comunità di artigiani i cui laboratori danno sulla strada lastricata, Hüseynov küçəsi, che attraversa il cuore del pittoresco villaggio. Molte compagnie offrono uscite in giornata da Baku, ma la cittadina si può visitare anche da soli con gli autobus che partono la mattina (8.30 e 11) dalla stazione di İsmayıllı e percorrono in poco più di un’ora la profonda gola che arriva a Lahıc.
Oltre ai negozi di artigianato, al trekking sulle montagne e alle visite al Museo di Storia e alla Moschea Zavaro del XIX secolo, vale la pena di incontrare l’instancabile signor Dadash al Centro Informazioni Turistiche (aperto da metà giugno a metà settembre) o alla sua Ancient Lahij Guest House per un’interessante conversazione sui costumi e la cultura della minoranza linguistica di Lahıc, influenzata dal persiano. Insegnante e direttore volontario del Centro di Informazioni Turistiche, il signor Dadash condivide consigli, ricordi dei lunghi inverni nevosi, il suo guestbook pieno di visitatori stranieri e, se lo fate parlare abbastanza a lungo, anche un po’ di nostalgia per il socialismo. Gli autobus partono alle 8.30 vicino alla scuola di Lahıc per İsmayıllı.

Scoprite il fascino medievale di Omalo In Tusheti
L’insediamento più grande del Tusheti si divide in Omalo Superiore (Zemo) e Inferiore (Kvemo), essenzialmente due villaggi separati da una ripida collina. Se a Omalo Inferiore trovate poche strutture del Tusheti, a Omalo Superiore, che è il più piccolo dei due, l’atmosfera è più suggestiva, qui trovate anche Keselo, una notevole fortezza in cima alla collina. Costruite per proteggere la popolazione locale dalle invasioni mongole del 1230, le 13 torri originali erano strette insieme sulla cima della collina.
Di queste oggi ne rimangono cinque, restaurate una ventina d’anni fa. I due edifici avrebbero dovuto ospitare due musei, uno etnografico e uno di fotografia, ma durante la pandemia la progettazione fu sospesa e, sfortunatamente, le cinque torri oggi rimangono vuote, sebbene ancora imperdibili.
Ci sono diversi percorsi per arrivare alla fortezza stessa, ma il più facile è lungo il sentiero fuori dalla ‘strada’ ripida che sale lungo la collina dalla piazza del villaggio. Non è ideale per chi ha problemi di mobilità, perché il sentiero è ripido e dopo la pioggia può essere anche scivoloso. Arrivati in cima la ricompensa è l’incredibile panorama dei picchi innevati circostanti. Potete entrare in alcune delle torri, anche se dovete stare attenti perché non sono messe in sicurezza. In alternativa, se volete visitare una torre di guardia come si deve, scesi di nuovo nel villaggio, chiedete alla famiglia che gestisce l’Hotel Tusheti Tower nella piazza del villaggio di farvi visitare la loro torre per una piccola somma.
Da sapere
- Visite in estate Tenete in conto che molti villaggi remoti della regione si possono visitare solo nei mesi estivi, dato che le strade diventano inaccessibili all’incirca tra novembre e maggio.
- Riti pagani In molte parti più isolate del Caucaso meridionale si continuavano a praticare riti pagani anche all’inizio del XX secolo.