Riscoprire il patrimonio architettonico sovietico in Georgia: 6 siti da non perdere
Frammentata per secoli in tanti staterelli, annessa dalla Russia zarista all’inizio dell’Ottocento, la Georgia si proclamò indipendente nel 1918, ma tre anni più tardi venne invasa dall’Armata Rossa ed entrò quindi a far parte dell’Unione Sovietica. Ottenuta la definitiva indipendenza nel 1991, la Georgia ha puntato molto sul turismo, in virtù dei suoi paesaggi mozzafiato, dei monasteri medievali, del cibo e del vino eccellenti. Oltre a queste attrattive, il paese conserva un notevole patrimonio architettonico sovietico: un ulteriore motivo di richiamo per i visitatori. Questo articolo prende in esame alcuni dei più significativi esempi del retaggio sovietico della Georgia, spaziando dagli edifici brutalisti ai musei sfarzosi ai siti monumentali.

1. Sede centrale della Bank of Georgia, Tbilisi
Quando si parla di architettura sovietica in Georgia, il primo edificio che viene in mente è la sede centrale della Bank of Georgia. Situata a nord del centro di Tbilisi, questa straordinaria struttura somiglia a una torre fatta di blocchi impilati e sporgenti uno sull’altro. Originariamente costruita nel 1975 per ospitare il Ministero delle Autostrade, è tristemente nota come esempio della corruzione dilagante nella Georgia sovietica: in modo piuttosto sfacciato, infatti, il vice-ministro, che era architetto, assegnò a se stesso l’ambito progetto per la costruzione della sede. In ogni caso, l’edificio rappresenta uno dei migliori esempi di stile brutalista sovietico, una tappa imprescindibile per chi è interessato all’architettura georgiana del Novecento.
Un consiglio: la sede della Bank of Georgia si ammira al meglio dal parcheggio sulla carreggiata sud della strada che costeggia la sponda occidentale del fiume Kura. Se possibile, veniteci nel week end, quando il parcheggio è semideserto.
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2. Sanatorium Medea, Tskaltubo
Durante l’era sovietica il turismo interno aveva spesso finalità di cura più o meno fondate: una visita in sanatorio per sottoporsi a trattamenti termali e bere acque minerali era per molti un’opportunità allettante. La cittadina di Tskaltubo, nella Georgia occidentale, divenne una destinazione molto popolare in tutta l’URSS proprio grazie alle sue numerose sorgenti minerali, . Qui vennero costruiti sanatori sempre più elaborati, edifici grandiosi concepiti appositamente per impressionare, con sale gigantesche, poderose colonne e facciate solenni di impronta neoclassica.
Le cose cambiarono dopo il crollo dell’URSS, quando l’industria turistica di Tskaltubo subì un tracollo e la maggior parte dei sanatori cadde in rovina. Quegli splendidi edifici esistono ancora, per lo più abbandonati, e conservano una maestosa eleganza decadente. Il Sanatorium Medea è forse il più imponente: potrete esplorare i corridoi, le scalinate e i dormitori, gettando uno sguardo suggestivo e a tratti inquietante su un modello molto particolare di turismo di massa.
Un consiglio: il Medea è il sanatorio più famoso e facilmente accessibile di Tskaltubo. Altri sanatori della zona possono essere esplorati, ma va tenuto presente che molti edifici abbandonati ospitano tuttora gli sfollati della guerra in Abkhazia dei primi anni ’90. Di solito i visitatori vengono accolti con gentilezza, ma è tassativo mostrarsi rispettosi e chiedere il permesso prima di entrare.

3. Museo Iosif Stalin, Gori
Iosif Stalin, per oltre trent’anni alla guida dell’URSS, era originario della cittadina di Gori, che oggi ospita un grande museo a lui dedicato. L’esterno dell’edificio, costruito negli anni ’50, presenta una combinazione di elementi classici e gotici; all’interno è custodita una sbalorditiva collezione di cimeli legati alla figura di Stalin. Nelle vicinanze si trovano anche la carrozza ferroviaria personale che il segretario del PCUS utilizzò durante la Grande Guerra Patriottica (così la storiografia sovietica indicava il fronte orientale europeo della Seconda guerra mondiale) e la sua casa natale, protetta da una struttura colonnata simile a un tempio. Il museo è sopravvissuto al processo di destalinizzazione dell’URSS e non ha subito modifiche nemmeno dopo l’indipendenza della Georgia: oggi mostra una curiosa commistione di reverenza e repulsione verso uno dei dittatori più feroci del XX secolo.
Un consiglio: l’opinione pubblica locale rimane ambivalente sulla figura di Stalin. Pur riconoscendone i crimini, molti abitanti di Gori sono ancora orgogliosi del loro concittadino e del suo ruolo alla guida dell’URSS. Mentre nella maggior parte delle ex repubbliche sovietiche le statue di Stalin furono rimosse rapidamente dopo la sua morte, quella di Gori rimase in piedi fino al 2010 – e persino allora venne smantellata di notte, per evitare proteste da parte della popolazione.
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4. Expo, Tbilisi
Quando venne costruita, negli anni ’60, l’Expo di Tbilisi era il principale spazio espositivo della Georgia. Formato da undici edifici separati in stile modernista sovietico, dislocati in un piccolo parco, il complesso era progettato per stupire e oggi è una preziosa testimonianza delle tendenze architettoniche dell’epoca. All’ingresso del parco si nota subito l’eccentrico arco del padiglione principale, sormontato da una scultura di taglio inequivocabilmente sovietico che rappresenta una donna protesa verso il cielo. Il muro esterno del Padiglione 8 è dominato dal mosaico di tre figure gigantesche, tra cui un cosmonauta. L’elemento di maggiore impatto dell’intera Expo si trova davanti al Padiglione 7: una straordinaria statua color argento, dalle forme squadrate, che raffigura un uomo, una donna e un bambino che reggono in mano simboli del progresso (un aereo, una ruota dentata, il modello di un atomo) e sembrano guardare con ottimismo verso il futuro.
Una deviazione: circa 7 km più a nord, alla periferia di Tbilisi, merita una sosta anche il monumento detto Cronaca della Georgia. La costruzione di questa gigantesca struttura venne iniziata nel 1985 e proseguì dopo l’indipendenza, ma non fu mai terminata. Sulle numerose colonne sono raffigurati episodi importanti della storia georgiana: quelle realizzate in epoca sovietica si concentrano su temi laici, mentre le più recenti aprono all’iconografia religiosa.

5. Monumento dell’Amicizia Russo-Georgiana, Strada Militare Georgiana
Situato su uno sperone montuoso che domina la Valle del Diavolo, questo titanico monumento semicircolare venne costruito nel 1983 nelle maestose montagne del Caucaso per celebrare i 200 anni di quasi ininterrotto dominio russo sulla Georgia. Le pareti interne sono decorate con variopinti murales nel più classico stile sovietico, raffiguranti diversi momenti chiave della storia georgiana e russa.
Una deviazione: lungo la Strada Militare Georgiana fate tappa ad Ananuri, uno dei luoghi più rappresentativi della Georgia. Questo monastero medievale fortificato si trova in posizione panoramica sopra il fiume Aragvi ed è davvero caratteristico.

6. Octopus, Batumi
A prima vista la città di Batumi, affacciata sul Mar Nero, sembra essersi lasciata alle spalle l’eredità sovietica in favore di una scintillante architettura moderna, ma basta una breve passeggiata sul lungomare per notare tracce della vecchia URSS. E in modo perfettamente coerente con il contesto balneare, è proprio qui che si trova uno dei lasciti sovietici più buffi: l’Octopus di Batumi, una gigantesca struttura a forma di polpo, con una stella marina, un cavalluccio marino e numerosi pesci, tutti ricoperti da un’esplosione di mosaici coloratissimi. Un tempo ospitava una caffetteria e oggi apre saltuariamente come chiosco di gelati.