Sono uno scrittore di viaggio che ha smesso di volare

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Lo scrittore di viaggio vede il mondo da una prospettiva privilegiata e ciò che io ho visto negli ultimi tempi mi ha spinto a smettere di volare. Ecco perché ho cambiato il mio modo di viaggiare e come sono riuscito ad applicare questo nuovo stile di vita al mio lavoro.

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Biciclette e treni sono alla base di un viaggiatore che ha smesso di volare © Gavin Haines
Biciclette e treni sono alla base di un viaggiatore che ha smesso di volare © Gavin Haines

In fondo al mare si riesce a riflettere meglio sulle cose. È uno degli ultimi posti in cui ci si può disconnettere veramente dal mondo; sott'acqua ci siete solo voi, i pesci e i pensieri. Forse è per questo che sono un amante delle immersioni subacquee. Durante una delle mie ultime immersioni a largo dell'isola Tioman, in Malaysia, mi sono ritrovato involontariamente a valutare quale fosse il mio impatto sull'ecosistema. Avevo visto un sacco di coralli bianchi come fantasmi laggiù, un segno che l'oceano si stava riscaldando, probabilmente a causa del cambiamento climatico.

Ho pensato alla Grande Barriera Corallina, a migliaia di chilometri di distanza, colpita allo stesso modo dallo sbiancamento dei coralli ma su una scala molto più vasta e catastrofica. Quando sono riemerso, ho notato che un aeroplano stava volando sopra la mia testa. Tornato a riva sentivo che qualcosa era cambiato in me.

Avevo preso un volo per la Malaysia da Londra: una tratta di 12 mila miglia in cui un aereo emette circa 1000 kg di CO2 a passeggero; ho pensato che alcuni degli abitanti di Tioman non arrivano a emettere una quantità simile neanche in un anno. All'improvviso volare aveva il sapore di una di quelle sigarette che accendevo per poi spegnerla subito dopo disgustato. Mi sono sentito in dovere di togliermi il vizio.  

Sono passati quasi due anni da questa decisione. Da allora ho sgarrato solamente con un paio di voli che, come le sigarette, mi hanno lasciato l'amaro in bocca. Mi sono lentamente disintossicato dall'aviazione (che produce circa il 2,5% delle emissioni globali, percentuale in aumento) optando per il treno ogni volta in cui era possibile. 

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Il movimento della vergogna di volare

In quel periodo ho scoperto che in Svezia esisteva il flygskam, il movimento “vergogna di volare”, e ho realizzato di non essere solo. C'erano altre persone che mettevano in dubbio il loro rapporto con l'aviazione e riflettevano sul loro impatto: il calo del traffico aereo in Svezia è stato attribuito al movimento.

Vedremo se la sorella di questa campagna, la Flight Free UK, sarà altrettanto efficace nello spingere i viaggiatori inglesi ad astenersi dal volare. L'obiettivo è far capire alle persone che viaggiare può essere stupendo anche senza prendere un aereo e poi farle smettere di volare per sempre. Faccio parte dei 4500 viaggiatori ad aver sottoscritto questo impegno. Manca indubbiamente ancora molta strada per raggiungere l'obiettivo di 100 mila firme prefissato dalla Flight Free UK, ma l’impegno sembra aver trovato un certo appoggio: lo scorso mese la banca svizzera UBS ha dichiarato che la preoccupazione generale per l'ambiente potrebbe portare ad un dimezzamento del traffico aereo. 

Viaggiando in treno si ha l'opportunità di leggere e di vivere veramente il momento © Yang Cao / EyeEm / Getty
Viaggiando in treno si ha l'opportunità di leggere e di vivere veramente il momento © Yang Cao / EyeEm / Getty

Meno aerei, più treni

Il calo del traffico aereo svedese ha determinato un aumento di viaggiatori che, in stile Greta, optano per le ferrovie statali. Desiderose di capitalizzare questa moda, le compagnie ferroviarie europee si stanno dando da fare per aumentare il numero di rotte dell'alta velocità, esattamente ciò che desideravo. 

Eurostar sta spingendo ad esempio per una collaborazione con la rivale franco-belga Thalys, cercando di convincerla a unirsi al progetto Green Speed, un piano per collegare il Regno Unito al Mediterraneo, il Mare del Nord con l'Atlantico e il Benelux con le Alpi. La maggiore consapevolezza riguardo il cambiamento climatico ha dato nuova vita ai treni notturni europei, molti dei quali erano stati messi in disparte da quando volare attraverso il continente ha lo stesso prezzo di una colazione continentale. Alcune compagnie ferroviare, come l'Austrain Federal Airways, e il governo svedese intendono farli tornare in funzione. 

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Come mantenere bassi i costi

Il primo lato negativo di rinunciare all’aereo è il costo delle alternative. Paradossalmente, spesso è più conveniente volare. Ma non sempre. Attualmente un viaggio in treno per la Costa Azzurra (Eurostar per Parigi; un bicchiere di vino nella capitale francese; TGV per Cannes) per esempio costa all'incirca 70 sterline in più rispetto a un volo easyJet per Nizza, che richiede anche due ore in più per le noie aeroportuali.

Non mi dispiace pagare un extra da quando ho imparato ad apprezzare lo slow travel e le opportunità che mi regala per leggere, vivere davvero il momento e portare con me tutti i liquidi che voglio. I partiti ecologisti d'Europa stanno proponendo di concedere delle sovvenzioni alle compagnie ferroviarie per regolare il mercato (considerando che le compagnie aeree sono già agevolate non dovendo pagare le tasse sul cherosene), ma finché non viene messo in atto, ho scoperto che prenotando i biglietti in anticipo si ha un bel risparmio. Devo pianificare il viaggio con largo anticipo e questo non è mai stato il mio forte. Ho imparato a farlo, nonostante smorzi l’entusiasmo.

Ma smettere di volare non coincide con la fine della spontaneità. Le offerte last-minute sono ancora relativamente convenienti nell'Europa dell'est e con un pass Interrail si può coprire distanze lunghe con un breve preavviso e ad un prezzo ragionevole. 

Esplorando Delft in bici: l’aereo non è fondamentale per fare un bel viaggio © Gavin Haines
Esplorando Delft in bici: l’aereo non è fondamentale per fare un bel viaggio © Gavin Haines

Cosa ho imparato

La filosofia che ho scelto ha sfatato il mito secondo il quale i viaggi migliori comportano uno spostamento in aereo. Non è vero. In questi anni ho percorso la costa olandese in bici, sono stato in Interrail nell'Europa del Nord, ho girato la Scozia a bordo del treno notturno Caledonian Sleeper (noto anche come "Caledonian Insomnia") su cui il governo ha investito ben 150 milioni di sterline per rinnovarlo.

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Anche il mio lavoro ne ha tratto beneficio

Sorprendentemente ho più lavoro adesso di quando volavo. I miei editor mi hanno supportato molto, assegnandomi lavori in delle destinazioni vicine e pagando gli extra per coprire le distanze più lunghe in treno. Ne sono molto grato. 

Le complicazioni a livello personale che comporta rimanere a terra

Bramo un ritorno in Africa ma per quanto possibile è un'impresa molto difficile. Si solleva dunque anche una questione etica: il destino di alcuni dei luoghi più selvaggi al mondo è legato al turismo? Se nessuno volasse per raggiungere la savana e la giungla che si trovano in Africa, Asia e Sud America ci sentiremmo meno in obbligo di salvaguardarle?

Questo complica il quadro, così come ci si mette mio fratello che vive in Canada. Probabilmente prima o poi sarò costretto a sospendere lo sciopero in nome dell'amore fraterno. Magari mi documenterò sul misterioso mondo della compensazione di CO2. Ad ogni modo, finché viviamo in un momento critico per l'ambiente, rimanere a terra mi sembra la decisione più appropriata.

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