Una visita a Parigi sulle orme di Napoleone

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Napoleone e Parigi, un legame indissolubile. Vi proponiamo un itinerario fra i luoghi napoleonici della capitale francese, avendo ben presente che l'urbanistica della città deve ancora molto all'Imperatore, nonostante sia poi stata riplasmata nella seconda metà dell'Ottocento dagli interventi del Barone Haussmann (la zona dei Grands Boulevars su tutti). Possiamo partire dal testamento redatto nell'esilio di Sant'Elena in cui Napoleone scriveva di voler essere sepolto "sulle rive della Senna, in mezzo a quel popolo tanto amato". Non fu possibile esaudire il suo desiderio immediatamente: morì nell'isola dell'Oceano Atlantico il 5 marzo 1821 e si dovette attendere il 1840 perché il re Luigi Filippo autorizzasse il rientro della salma in Francia. E allora il primo luogo napoleonico da visitare a Parigi è, paradossalmente, anche l'ultimo. La chiesa degli Invalides, quella dell'estremo riposo, dove l'epopea napoleonica ha avuto il suo epitaffio, con le esequie celebrate il 15 dicembre 1840, dopo che Parigi aveva tributato grandi onori al corteo che trasportava il corpo dell'Imperatore.

Les Invalides Parigi
L’Hôtel des Invalides, dove si trova la tomaba di Napoleone ©Matthew Dixon/Shutterstick
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Hôtel des Invalides

La tomba di Napoleone in quarzite rossa finlandese appoggiata sul basamento di granito verde dei Vosgi troneggia al centro della Cappella Reale. La sua cupola dorata - una meraviglia osservarla alla luce del tramonto - è uno dei simboli più iconici della capitale. C’è anche un tocco italiano visto che il monumento funebre è stato progettato da Louis Visconti, di origini romane. La Cappella Reale è invece un progetto di uno dei più brillanti architetti del classicismo francese, quel Jules Harduin-Mansart da cui deriva il nome "mansarda". Un po’ del suo fascino romantico Parigi lo deve proprio a quelle che un tempo erano le mansarde della vita bohémienne.

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Place de la Concorde

Non dobbiamo spostarci di molto dalla spianata dell’Hôtel des Invalides (in origine destinato a ospitare gli invalidi di guerra) per raggiungere place de la Concorde. Dal centro della piazza potremo scorgere diversi luoghi legati a Napoleone. Una delle strade che convergono sulla piazza dominata dall’Obelisco di Luxor è rue de Rivoli, dedicata a una delle grandi vittorie (1797) dell’allora generale Bonaparte durante la campagna d’Italia e che venne ampliata e pavimentata sotto suo ordine. Proprio di fronte a questa via famosissima si aprono oggi i giardini delle Tuileries, ma qui un tempo si ergeva il palazzo dallo stesso nome, distrutto nel 1871 durante la Comune di Parigi. Era una delle residenze ufficiali di Napoleone e anche il luogo dove nacque suo figlio, il futuro Re di Roma. All’estremità orientale dei giardini, poco distante dalla Piramide del Louvre si può invece ammirare l’Arco di Trionfo del Carrousel, fatto costruire da Napoleone per celebrare la sua più grande vittoria, quella di Austerlitz nel 1805.

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L’Arco di Trionfo ©Eric Isselee/Shutterstock
L’Arco di Trionfo ©Eric Isselee/Shutterstock

Arco di Trionfo

Esattamente in asse al Carrousel, in direzione ovest al fondo degli Champs Elysées, si erge il ben più famoso Arco di Trionfo. Il colossale monumento (si può salire fino in cima e ne vale la pena per lo splendido panorama) ispirato ai modelli dell’Impero romano fu iniziato nel 1806, sempre per celebrare le vittorie della Grande Armée. La costruzione si protrasse per una trentina d’anni e l’Imperatore non lo vide mai terminato, ma in segno di omaggio il suo feretro fu fatto passare sotto l’Arco al rientro da Sant’Elena. Dall’Étoile (oggi place Charles De Gaulle), il nome storico della piazza dove sorge l’Arc de Triomphe, partono a raggiera una serie di grandi viali, molti dei quali sono dedicati alle grandi battaglie (quelle vinte) e ai protagonisti dell’epoca napoleonica: Avenue de Wagram, de Iéna, de Friedland, Hoche, Kléber.

La Piramide di fronte al Museo del Louvre ©Dennis van de Water/Shutterstock
La Piramide di fronte al Museo del Louvre ©Dennis van de Water/Shutterstock
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Museo del Louvre

Ripercorrendo a ritroso gli Champs Elysées e i giardini delle Tuileries si arriva al Museo del Louvre. Fu proprio Napoleone che diede impulso allo sviluppo del grande museo a vocazione pubblica e universale fondato durante il periodo rivoluzionario. Nel 1802 nomina direttore di quello che per un certo periodo si chiamerà Musée Napoleon, Dominique Vivant Denon, l’aristocratico convertito agli ideali repubblicani. A lui si devono gran parte delle spoliazioni di opere d’arte nei territori conquistati dagli eserciti francesi, compresa l’Italia. Ancora oggi un’ala del Louvre è dedicata a questo iniziatore della moderna museologia. Ma il museo merita una visita mirata per ammirare, fra i tanti, almeno tre capolavori che hanno contribuito a costruire l’iconografia di riferimento per il mito bonapartista: Le Sacre de Napoléon di Jacques-Louis David (Ala Denon, sala 75), nella stessa sala il ritratto dell’Impératrice Joséphine dans le Parc de Malmaison di Pierre-Paul Prud’hon e, nella sala 77,  Napoléon au champ de bataille d’Eylau di Antoine-Jean Gros.

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Notre Dame

Siamo ormai nel cuore storico di Parigi e dal Louvre non sarà difficile raggiungere l’Île de la Cité dove sorge la cattedrale di Notre Dame. Dopo il disastroso incendio del 2019, il presidente Macron ha fissato la sua riapertura al pubblico per l’8 dicembre. Per Parigi, sarà uno degli eventi più importanti del 2024, oltre ai Giochi olimpici, naturalmente. Al momento dobbiamo accontentarci di ammirare la chiesa dall’esterno e annotarci che questo è il luogo dove il 2 dicembre 1804 ebbe luogo la celebre incoronazione a Imperatore dei Francesi, raffigurata da Jacques Louis David nel quadro che abbiamo appena ammirato al Louvre.

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Chiesa della Madeleine

Fra gli edifici religiosi legati al nome di Bonaparte non bisogna dimenticare la chiesa della Madeleine. Inizialmente pensata da Napoleone come un tempio in stile romano dedicato agli eroi delle grandi battaglie, a lavori ultimati nel 1842 venne trasformato in un luogo di culto cattolico. Salendo sull’alto della scalinata si ha una vista incredibile che abbraccia rue Royale, fino a place de la Concorde e, oltre la Senna, al colonnato classico di Palais Bourbon (altra firma napoleonica), oggi sede dell’Assemblea Nazionale. Sullo sfondo la cupola dorata degli Invalides. Come dire, tout se tient.

A pochi passi da place de la Madeleine, non dimenticate di fare una tappa in place Vendôme, al centro della quale di erge la grande colonna, alta 44 metri, sormontata dalla statua di Napoleone. Qui il condottiero corso è rappresentato nelle vesti di Giulio Cesare, in toga e coronato d’alloro. La colonna, distrutta durante la Comune e poi ricostruita, si ispira alla Colonna Traiana di Roma ed è ricoperta di una spirale in bronzo ricavata dalla fusione dei cannoni delle truppe austro-russe sconfitte ad Austerlitz.

Il lago di fronte ala castello di Fontainebleau ©Vlasyuk Inna/Shutterstock
Il lago di fronte ala castello di Fontainebleau ©Vlasyuk Inna/Shutterstock

Castello di Fontainebleau

Fra i luoghi legati all’epopea napoleonica appena fuori Parigi, oltre al Castello della Malmaison (il posto prediletto di Joséphine de Beauharnais, la prima moglie) consigliamo di fare una gita fino a Fontainebleau. Si arriva comodamente in meno di un’ora con i treni regionali in partenza dalla Gare de Lyon. Il Castello fu tra le sue residenze preferite ed è quello dove si coglie meglio lo stile di tutta un’epoca. Qui, fra l’altro, si può visitare l’unica sala del trono napoleonica sopravvissuta fino a noi. Ai piedi della scalinata del castello, il 20 aprile 1814, dopo l’abdicazione quando tutto è ormai perduto, Napoleone pronuncia il suo celebre discorso ai suoi soldati: "Soldati della Vecchia Guardia, addio...". Lo aspetta l’esilio all’isola d’Elba, poi ci saranno i Cento giorni e Waterloo. Un periodo glorioso e tragico della storia sta per chiudersi, ma l’Europa non sarà più la stessa.

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A tavola con Napoleone

Le Procope, in rue de l’Ancienne Comédie 13 (non lontano da Saint-Germain-des-Prés) è il più antico caffè di Parigi avendo aperto le sue porte nel 1686. Ai suoi tavoli è passata la storia: prima i filosofi dell’Illuminismo, poi i rivoluzionari (compresi Robespierre, Danton, Marat, qualche brivido scorre quando ci si accomoda...) e poi scrittori e poeti come Victor Hugo, Honoré de Balzac, George Sand, Paul Verlaine. Fra i tanti anche un ufficiale squattrinato di nome Napoleone Bonaparte che, leggenda vuole, per pagare un conto abbia lasciato in pegno il suo cappello. Che oggi campeggia in una vetrinetta assieme ad altri cimeli storici.

Per chi volesse concedersi anche una o più notti in ovattate e lussuose atmosfere da Primo Impero, c’è il fascinoso Hotel Napoléon, in avenue de Friedland a due passi dall’Arco di Trionfo.

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