Torna la Fête des vendanges: la vendemmia di Montmartre

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Montmartre è da sempre conosciuta per essere stata la butte, la collina, degli artisti e dei bohémiem. Ancora oggi place du Tertre richiama pittori, più o meno dilettanti, che propongono le loro opere alla folla di turisti in cerca di qualcosa di “tipicamente parigino”. È però sufficiente spostarsi di qualche isolato, in angoli meno soggetti all’overtourism, per scoprire che Montmartre ha avuto per secoli anche un’altra vocazione: quella vinicola. Fin dal XII secolo le monache dell’Abbaye des Dames de Montmartre (non per nulla la vicina stazione del metrò si chiama Abbesses, badesse) cominciarono a coltivare la vite e a produrre vino. Lo facevano sulle pendici della collina che allora si trovava fuori dalla città e che era ricoperta per tre-quarti di vigneti. Fu l’esigenza di costruire case che, a partire dal XVIII secolo, segnò il regresso della viticoltura, fino a che l’ultima vigna di Parigi scomparve nel 1928.

La vigna di Montmartre © Pascale Gueret /Shutterstock
La vigna di Montmartre © Pascale Gueret /Shutterstock
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La rinascita delle vigne di Montmartre quasi un secolo fa

Pochi anni dopo, nel 1932, per sventare una speculazione edilizia all’angolo di rue des Saules e rue Saint-Vincent, un gruppo di cittadini del quartiere aderenti all’associazione “Le Vieux-Montmartre” si mobilitò per far ripiantare al Comune i ceppi di vite donati da numerose località vinicole francesi. E da allora i giardinieri di Parigi si prendono cura di quello che è stato battezzato il Clos Montmartre dove attualmente sono produttive circa duemila piante su una superficie di oltre un ettaro e mezzo. Il vigneto parigino è composto per la maggior parte di uve gamay (75%) e pinot noir (20%) che consentono di raccogliere una tonnellata di grappoli. Le uve, vinificate sotto la direzione di un enologo nelle cantine della Mairie del 18° arrondissement, si trasformano in 2400 bottiglie da 50 centilitri di vino rosso e rosé di Parigi. Ogni anno, le annate vengono dedicate a un personaggio legato a Montmartre: fra gli altri Dalida, Lapin-Agile, Michou, Brassens.

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La Fête des vendanges de Montmartre, un momento atteso tutto l’anno

Dal 1934, il quartiere festeggia la vendemmia il secondo fine settimana di ottobre. Quest’anno la Fête des vendanges de Montmartre, giunta alla 92esima edizione, è in programma dall’8 al 12 ottobre e coinvolgerà tutto il 18° arrondissement, anche se avrà il suo epicentro nelle vie attorno alla storica vigna. L’evento è cresciuto in popolarità di anno in anno e oggi è considerato la terza più grande manifestazione, quanto a frequentazioni, dopo Paris-Plage e la Nuit Blanche attirando complessivamente circa 400 mila persone.

Concerti, eventi sportivi e artistici, sfilate animano per 5 giorni le strade del quartiere. A chi desidera conoscere meglio la storia del vini di Montmartre, segnaliamo le diverse visite guidate alle vigne al seguito di uno specialista del settore.

Il clou della festa sarà il Grand Defilé dell’11 ottobre, quando più di cinquanta fra confraternite, gruppi musicali e folcloristici in arrivo da tutta la Francia (e qualcuno anche dall’estero) sfileranno dal Clos Montmartre fino alla sede del municipio del 18° arrondissement.

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Un angolo di Montmartre al tramonto ©Salvador Maniquiz / Shutterstock
Un angolo di Montmartre al tramonto ©Salvador Maniquiz / Shutterstock

La storia del quartiere si scopre al Musée de Montmartre

Il vicino Musée de Montmartre offre un bel colpo d’occhio sulle vigne e permette di conoscere la storia del quartiere che fu a lungo un mondo a parte e indipendente rispetto a Parigi, di cui entrò a far parte amministrativamente solo nel 1860, periodo nel quale vennero accorpati alla capitale numerosi villaggi limitrofi.

Aperto nel 1960 nella Maison du Bel Air, un edificio risalente al XVII secolo fra i più antichi della Butte, il museo racconta attraverso la sua collezione permanente di dipinti, manifesti e disegni la vita artistica e sociale di Montmartre fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo. Il quartiere ospitava allora numerosi atelier di artisti e celebri cabarets come il Lapin Agile, il Moulin Rouge, lo Chat Noir. Gli stessi ambienti che oggi fanno parte del museo accolsero, fra gli altri, Auguste Renoir che qui dipinse il Bal au moulin de la Galette (oggi al Musèe d’Orsay), uno dei capolavori più famosi dell’Impressionismo, Suzanne Valadon, Maurice Utrillo e Raoul Dufy. Per prendersi una pausa dalla folla ci si può accomodare al Café Renoir che affaccia sui giardini del museo molto amati dal pittore che vi trovò a più riprese fonte di ispirazione.

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