Ronda, il villaggio andaluso che conquistò Hemingway e Welles
Costruita su un altopiano tagliato in due dalla profonda gola scavata dal Río Guadalevín, Ronda è una cittadina autentica con una storia alle spalle costellata di fuorilegge, banditi, guerriglieri e ribelli. La sua posizione spettacolare in cima alla gola El Tajo e la sua fama di pueblo blanco più grande dell’Andalusia ne hanno fatto una meta turistica molto popolare. La moderna corrida nacque praticamente qui alla fine del XVIII secolo e la fama della città crebbe ancor più grazie allo stretto legame con Ernest Hemingway (appassionato di corrida) e Orson Welles (le cui ceneri sono sepolte in città). Oggi ci perdiamo tra le sue vie e i suoi strapiombi recuperando la poesia di questo pueblo che continua a incantare.
Cosa vedere a Ronda
La città vecchia, a sud della gola, risale prevalentemente all’epoca islamica, quando Ronda era un importante centro culturale ricco di moschee e palazzi. Più a nord, la città ‘nuova’ con una pianta a griglia è arroccata in cima a ripide pareti rocciose, con diversi giardini e passeggiate nella magnifica cornice delle montagne circostanti.
Che cosa vedere
La Ciudad, il centro storico sul lato meridionale della gola El Tajo, è particolarmente suggestiva da esplorare a piedi, con le pittoresche testimonianze di un passato ancora tangibile, le residenze rinascimentali e i numerosi musei. Nella città nuova, dove sarete depositati se arrivate in autobus o in treno, troverete la famosa arena, i rigogliosi giardini dell’Alameda del Tajo, nonché frotte di turisti. Tre ponti attraversano la gola collegando la città vecchia con quella nuova.
Plaza de Toros
Inaugurata oltre 200 anni fa, Plaza de Toros è una delle più antiche arene di Spagna, teatro di alcuni tra i più importanti eventi della storia della tauromachia. Visitandola avrete modo di conoscere questa tradizione profondamente radicata nella cultura spagnola senza dover assistere a una corrida. L’annesso Museo Taurino espone numerosi cimeli, tra cui i costumi macchiati di sangue indossati da Jesulín de Ubrique, uno dei più famosi matador degli anni ’90. Vi sono inoltre custodite opere di Picasso e fotografie di celebri appassionati, quali Orson Welles e Ernest Hemingway.
Realizzata da Martín Aldehuela, l’arena è universalmente apprezzata per le tinte tenui dell’arenaria e per le tribune ad arcate. Con 66 metri di diametro, è anche l’arena più grande e, di conseguenza, la più pericolosa di tutta la Spagna, benché abbia una capienza di appena 5000 posti a sedere, un numero irrisorio se paragonato all’immensa arena da 50.000 posti di Città del Messico. Da Paseo de Blas Infante, dietro Plaza de Toros, e dal vicino parco Alameda del Tajo si apre una splendida vista sulla sommità della parete rocciosa.
Puente Nuevo
L’imponente Puente Nuevo – così chiamato non perché sia particolarmente nuovo (la sua costruzione ebbe inizio nel 1759), ma per distinguerlo dal Puente Viejo (Ponte Vecchio) – si estende a cavallo della spettacolare gola del Río Guadalevín (Fiume Profondo) ed è il monumento simbolo di Ronda. Lo si ammira al meglio dal Camino de los Molinos, che si snoda sul fondo della gola. Il ponte collega la città vecchia e quella nuova.
Plaza de España
La piazza principale della città fu resa famosa da Ernest Hemingway nel suo romanzo Per chi suona la campana. Il capitolo 10 racconta come, all’inizio della guerra civile, i ‘fascisti’ di una cittadina vengono radunati nell’ayuntamiento (municipio), bastonati e costretti a passare sotto le forche caudine tra due ali di cittadini prima di essere scagliati giù da una rupe. L’episodio si basa su eventi che ebbero luogo qui in Plaza de España. L’edificio che un tempo ospitava l’ayuntamiento oggi è il parador di Ronda.
Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.
Museo Lara
Questo museo custodisce la collezione privata di Juan Antonio Lara Jurado, appassionato collezionista fin dall’età di 10 anni. Oggi ha superato la settantina e abita ancora sopra il museo, ma i suoi spazi domestici sembrano destinati a restringersi visto che la sua passione è ben lungi dall’estinguersi. Pensate a un oggetto e qui, quasi certamente, lo troverete: vecchi orologi di inestimabile valore, armi, radio, grammofoni, macchine da cucire, telefoni, binocoli per l’opera, ventagli, bilance, apparecchi fotografici e moltissimo altro.
Iglesia de Santa María La Mayor
L’antica moschea della città è stata convertita in questa chiesa elegante. Appena oltre la soglia si trova un arco con iscrizioni in arabo che faceva parte del mihrab (la nicchia di preghiera che nelle moschee indica la direzione della Mecca). La chiesa è stata dichiarata monumento nazionale e il suo interno è un trionfo di stili decorativi ed elementi ornamentali. Al centro, un grande stallo del coro in legno di cedro divide la chiesa in due settori: quello anteriore era riservato agli aristocratici, mentre quello posteriore agli altri fedeli.
Museo de Ronda
Il museo della città, allestito in uno splendido palazzo che merita di per sé la visita, espone un’interessante collezione di manufatti legati ai riti funerari romani e arabi. Costruito nel 1314 per Abomelic, signore di Ronda, il palazzo conserva le fontane originali e il cortile interno mudéjar, collegato tramite un arco a ferro di cavallo a un giardino in cima alla parete rocciosa, da cui si gode di una vista magnifica.
Guide e prodotti consigliati:
Baños Árabes
Una piacevole passeggiata dal centro cittadino conduce ai bagni arabi, il cui retro affaccia sul fiume. Costruiti tra il XIII e il XIV secolo, sono in ottime condizioni, con archi a ferro di cavallo, colonne e divisioni ben definite tra le zone riservate ai bagni caldi e quelle per i bagni freddi. Sono tra i meglio conservati di tutta l’Andalusia.
Casa del Rey Moro
Diversi giardini paesaggistici terrazzati conducono a La Mina, una scalinata di epoca araba di oltre 300 gradini scavati nella roccia che scende fino al fiume in fondo alla gola. In passato la scalinata consentiva il rifornimento di acqua anche in caso di assedio. Fu da qui che l’esercito cristiano riuscì a entrare a Ronda nel 1485. I gradini, poco illuminati, sono ripidi e bagnati in alcuni pun- ti: fate attenzione.
Museo Joaquín Peinado
Joaquín Peinado, un artista originario di Ronda, fu contemporaneo e amico di Picasso, una circostanza che si riflette nelle sue opere, caratterizzate da linee astratte dal tratto deciso, suggestioni cubiste e un’apparente ossessione per i nudi femminili. In tipico stile andaluso moderno, la galleria occupa un edificio storico riconvertito con un lussuoso interno minimalista.
I Romero, toreri di Ronda
Ronda può giustamente vantare di essere la culla della corrida: la cittadina ospita la scuola equestre della Real Maestranza de Ronda, fondata nel 1572 per allenare generazioni di nobili spagnoli all’arte del combattimento a cavallo; l’esercizio avveniva sfidando i tori in un’arena, e fu così che nacque la prima corrida.
Secondo la leggenda, durante uno di questi combattimenti, un nobile caduto da cavallo era sul punto di essere trafitto dalle corna del toro. Senza la minima esitazione l’eroe locale Francisco Romero balzò nell’arena e attirò l’attenzione dell’animale agitando il cappello. Successivamente, il figlio di Francisco, Juan, aggiunse la cuadrilla (la squadra di assistenti del matador), che era composta da due o tre banderilleros (a piedi) e da due o tre picadores (uomini a cavallo armati di picca). Al figlio di Juan, Pedro Romero, si devono le regole e i movimenti eleganti simili a quelli di un balletto della moderna corrida, in particolare l’uso della muleta (una variante del cappello utilizzato dal nonno Francisco), il drappo rosso utilizzato per attirare l’attenzione del toro.
Nel 1932 Ronda diede i natali a uno dei più grandi toreri spagnoli del XX secolo, il carismatico Antonio Ordóñez, immortalato da Hemingway nel romanzo Un’estate pericolosa.
Leggi anche:
Parque Natural Sierra de las Nieves
A sud-est di Ronda si estende, pressoché disabitato, il Parque Natural Sierra de las Nieves, degno di nota per la presenza del raro abete spagnolo, il pinsapo, per le ampie grotte e per la fauna, che comprende circa 1000 stambecchi e varie specie di aquila. La nieve (neve) che dà il nome a queste montagne di solito cade tra gennaio e marzo. El Burgo, un pittoresco villaggio isolato 10 km a nord di Yunquera sulla A366, è un’ottima base da cui partire per le escursioni nelle zone orientali e nord-orientali del parco. Un’altra valida alternativa è la cittadina termale di Tolox, 35 chilometri a sud-est di El Burgo.
Il parco è attraversato da una rete di sentieri. L’escursione più gratificante è la scalata della Torrecilla (1918 m), la vetta più alta dell’Andalusia occidentale. Partite dall’Área Re- creativa Los Quejigales, raggiungibile percorrendo una strada non asfaltata di 10 chilometri che si dirama in direzione est dalla A376 Ronda–San Pedro de Alcántara. Il bivio, a 12 chilometri da Ronda, è indicato da cartelli. Da Los Quejigales si intraprende una salita piuttosto ripida di 470 metri presso la gola di Cañada de los Cuernos, immersa nella quiete dei boschi di abeti spagnoli, fino al passo di Puerto de los Pilones. Dopo un tratto piuttosto pianeggiante, gli ultimi 230 metri di salita ripida fino alla vetta sono ricompensati da panorami meravigliosi. L’escursione, di difficoltà tra facile e moderata, richiede dalle cinque alle sei ore tra andata e ritorno.