Pristina: che sorpresa

Andiamo a Pristina, Kosovo, nel cuore dei Balcani, selvaggio e fuori rotta, per ammirare antichi monasteri e moschee, esplorare parchi naturali e divertirci in una delle capitali più vivaci dell’Europa dell’est

Città del kosovo da scoprire, Pristina
Pristina vista dall’alto ©OPIS Zagreb/Shutterstock
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Pristina, capitale del Kosovo e città da scoprire

È remoto, sconosciuto e isolato. Bisogna essere certamente curiosi per mettersi in viaggio con destinazione Kosovo. Eppure, lo stato più giovane d’Europa (ha dichiarato l’indipendenza dalla Serbia nel 2008 ed è stato riconosciuto da 113 nazioni, tra cui l’Italia) ha tutte le carte in regola per diventare la nuova tendenza turistica dei Balcani: città storiche, antichi monasteri, canyon, montagne, fiumi incontaminati, eventi durante tutto il corso dell’anno e una delle capitali più vibranti della regione. Inglesi, svizzeri e tedeschi, complici anche i numerosi collegamenti aerei con la capitale Pristina, hanno già da tempo iniziato a passare le loro vacanze estive in questa destinazione off the radar. E gli italiani? Sono ancora pochissimi i viaggiatori del Bel Paese che inseriscono un viaggio in Kosovo nel loro tour balcanico: il ricordo della guerra è ancora forte e del Kosovo turistico non si sa quasi nulla. È il momento di andare insieme alla scoperta di questa terra selvaggia, prima che tutti quanti se ne accorgano.

Cosa vedere in Kosovo
La moschea Fatih, gioiello dell’architettura islamica ©OPIS Zagreb/Shutterstock

Per diversi anni Dua Lipa si è esibita al Sunny Hill Festival nel Parco Germia, il polmone verde di Pristina. L’artista di fama internazionale, con origini kosovare, è la madrina d’onore dell’evento più cool della capitale che, nel primo weekend di agosto, riunisce in Kosovo cantanti e DJ da tutto il mondo. Il parco è il luogo ideale per sfuggire alla calura che nei mesi caldi affligge la città, ma, specie se si viaggia con bambini, basta fare qualche chilometro in più in macchina (o taxi) per raggiungere il Bear Sanctuary Prishtina, un parco nazionale dove vivono venti orsi bruni salvati dalla prigionia. In Kosovo, fino al 2010, i ristoratori erano liberi di tenere in gabbia orsi per attrarre i clienti nei loro locali.


Dopo l’entrata in vigore del divieto di possedere tali animali, l’organizzazione internazionale Four Paws ha proposto al governo kosovaro di creare uno spazio naturale per far vivere gli orsi in semilibertà e così, nel 2013, è nato il Santuario alle porte di Pristina. Una passeggiata nell’estesa area verde (di circa 15 ettari) dove sono tutelati gli esemplari di orso, poi dritti di nuovo in città, senza dimenticare di visitare prima il trecentesco Monastero di Gracanica, nell’omonima enclave serba, uno dei più fini esempi di arte medievale del Kosovo. 


Un tour della capitale del Kosovo non può prescindere dalla città vecchia, un intrico di stradine dove tra bagni turchi, mercati colorati ed edifici risalenti all’epoca ottomana, spuntano la maestosa Moschea Fatih, gioiello dell’architettura islamica la cui costruzione ebbe inizio nella seconda metà del ‘400, e il Museo Etnologico Emin Gjiku, ospitato in un’abitazione del XVIII secolo nelle cui stanze è offerto un curioso spaccato della vita quotidiana in Kosovo durante i lunghi anni di dominazione ottomana. È la Biblioteca Nazionale del Kosovo, però, l’edificio più curioso di Pristina. Progettato negli anni ’80 dall’architetto croato Andrija Mutnjakovic è una tappa imperdibile per gli appassionati di architettura socialista jugoslava. Per ammirare la struttura dall’alto, e la non-finita Chiesa serbo-ortodossa di Cristo il Salvatore (che nei piani di Milosevic sarebbe dovuta diventare l’edificio religioso più grande del Paese), occorre avere gambe ben allenate e salire in cima al campanile della Cattedrale cattolica di Santa Madre Teresa, opera dell’architetto italiano Livio Sterlicchio. 

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Scoprire il Kosovo
Il curioso edificio socialista della Biblioteca Nazionale del Kosovo ©Dedo Luka/Shutterstock

Alla santa, nata in Macedonia del nord da una famiglia di albanesi del Kosovo, è dedicato anche il viale pedonale che taglia in due la città, intorno al quale, oltre al monumento simbolo della città Newborn innalzato il giorno della dichiarazione d’indipendenza, sono raccolti i locali più alla moda di Pristina dove si incontrano i giovanissimi della città. Tutti con lo stesso sogno nel cassetto: poter viaggiare liberamente, passaporto alla mano, come i loro coetanei europei (oggi il Kosovo è l’unico paese dei Balcani i cui cittadini necessitano di un visto per spostarsi nell’Unione Europea). Nonostante l’attesa, le cose da fare non mancano in città. Pristina, infatti, nel 2022 ospiterà la 14° edizione di Manifesta e nel frattempo è sede di tanti eventi, come, oltre al già citato Sunny Hill, il festival internazionale di musica Dam (marzo), la settimana dedicata al jazz Prishtina Jazz Week (marzo), la rassegna cinematografica PriFest (marzo), l’evento dedicato alla street art MOS-Meeting of Styles (luglio) e il Prishtina Gastronomy Festival (luglio). 

Monastero di Gracanica in Kosovo
Il trecentesco Monastero di Gracanica ©Larissa Olenicoff/Lonely Planet
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A proposito di cibo: la cucina kosovara che si assaggia a Pristina è ottima, gli ingredienti sono freschissimi e arrivano direttamente dalle campagne intorno alla città. Non solo. Chi è attivo oggi qui nella ristorazione ha spesso lavorato, negli anni passati, nei migliori ristoranti d’Europa e riportato in patria la propria esperienza. La Menza Ramiz Sadiku, ospitata in una vecchia mensa operaia degli anni ’60, propone zuppe e insalate stagionali e ospita eventi, serate e workshops gastronomici (come le recenti cene di beneficienza organizzate da Fejsal Demiraj, sous-chef del Noma di Copenaghen), mentre Seasons by Otium (al piano terra dell’hotel City Inn, in pieno centro) è il nuovo ristorante di tendenza di Pristina nelle cui cucine lo chef Aurel Alushaj prepara piatti che sono un piacere per la vista e per il palato. Se vi dicessimo che qui abbiamo mangiato il migliore filetto di carne mai provato fuori dai confini italiani, ci credereste? Beh, dovreste proprio farlo.

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