L’Arcadia contemporanea, dove la natura resiste, tra trekking e benessere

Non tutti gli dèi stanno sull’Olimpo a bere ambrosia e a farsi prendere da impeti che giocano con il futuro dell’umanità. Ce n’è uno, in particolare, che ha zampe di capra, corna e un corpo a volte umano e a volte animale. Vive tra i boschi e i campi della regione più selvaggia dell’antichità: l’Arcadia, in Grecia. Qui la natura è talmente rigogliosa che il nome del luogo è diventato nel tempo sinonimo di ideale poetico di paese bucolico, paradisiaco, fuori dal tempo. Ma come è oggi l’Arcadia? Soddisfa le aspettative di chi è in cerca un luogo incontaminato? Per scoprirlo ho preso un bus ad Atene, fino a Tripoli, poi con un taxi ho raggiungo Magouliana e da lì ho proceduto a piedi e in auto, tra i sentieri del Menalon Trail, fino alla vetta del monte Menalon. Ok, a dirla tutta, la prima cosa che ho fatto a Magouliana è stato sedermi al tavolo di una taverna affacciata sulla valle, aspettare che aprisse ammirando il paesaggio e poi godermi i peperoni e i funghi arrosto.

L’autrice sul Monte Menalon ©Lorenzo Romani
L’autrice sul Monte Menalon ©Lorenzo Romani
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Si inizia con una pausa, di lusso

Avrete già capito che questo viaggio inizia lentamente, con una lunga pausa. L’Arcadia, del resto è sempre stata una regione appartata, chiusa tra montagne e vallate che per secoli l’hanno tenuta lontana dalle grandi rotte politiche e commerciali della Grecia.

Questa marginalità geografica ha garantito il mantenimento di uno stile di vita pastorale e legato al paesaggio, cosa che gli antichi greci associavano con l’essere fuori dal tempo, che nel Rinascimento era sinonimo di luogo puro e che tuttora resta quasi inesplorato. Chi arriva fin qui, infatti, lo fa ben di proposito e uno dei motivi è rigenerarsi in uno degli hotel più belli della Grecia: MANNA.

L’hotel MANNA tra gli abeti dell’Arcadia ©Courtesy of MANNA
L’hotel MANNA tra gli abeti dell’Arcadia ©Courtesy of MANNA

Il concetto di rifugio arcaico prende tanti significati diversi: da una parte c’è il fatto che la struttura sia nata nel 1929, come un sanatorio per i soldati della campagna militare del 1922 in Asia Minore che soffrivano di tubercolosi; dall’altra il fatto che Stratis Batagias, il proprietario, si innamorò di questo enorme edificio abbandonato nei boschi quando da piccolo vi si avventurava con gli amici. Il risultato è un hotel a cinque stelle che unisce passato e presente in modo quasi mistico, intorno al concetto di cura.

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La sauna tra i boschi ©Courtesy of MANNA
La sauna tra i boschi ©Courtesy of MANNA

Si trova a 1.200 metri e, arrivando a piedi, lo vedo comparire tra gli abeti che rendono famosa la zona (troverete miele di abete ovunque, e farete bene a comprarlo). È proprio come in foto, tuttavia riesce a stupirmi. Mantiene sia l’austerità che il fascino anni ’30 grazie all’utilizzo di un mix di pietre locali, cemento armato, pavimenti in legno e mosaici del 1929, reinterpretati in chiave contemporanea. Mi “chiudo” nella mia stanza, ma è incredibile come la montagna sappia arrivare anche qui attraverso le grandi vetrate che la rendono la compagna perfetta: d’estate porta aria fresca, d’autunno i colori del bosco, d’inverno avvolge di neve e in primavera risveglia i sensi.

Leggere, godersi una colazione di prodotti che raccontano il sapore del luogo, rilassarsi nella sauna e infine mettersi in marcia. Perché la fase due di questo viaggio giustifica il recupero preventivo di energie: si parte per il Menalon Trail.

Il canyon che collega Dimitsana e Stemnitsa  ©Lorenzo Romani
Il canyon che collega Dimitsana e Stemnitsa ©Lorenzo Romani
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Trekking in Arcadia: il Menalon Trail

Non è un trekking impegnativo, ma forse è uno dei più belli della Gecia: il Menalon Trail è lungo 75 chilometri e collega villaggi di montagna, gole scoscese e antichi monasteri scolpiti nella roccia. Il panorama cambia di tappa in tappa, passando tra boschi rigogliosi, canyon aridi e costeggiando pinete secolari.

Lo si può percorrere un po’ come si vuole, facendo anche solo qualche tappa in giornata, ma si suggerisce di partire da Stemnitsa e seguire le otto tappe che portano a Lagkadia. I villaggi che si incontrano sono preziosi quanto il paesaggio che si attraversa, con il loro passato fiero legato alla resistenza della Grecia contro l’invasione ottomana, con la tradizione della lavorazione dell’argento a Stemnitsa, le stradine lastricate della medievale Dimitsana, le incredibili gole del fiume Lousios e le valli profondamente montane di Magiouliana, Vytina e Elati.

Il Monastero di Prodromos ©Lorenzo Romani
Il Monastero di Prodromos ©Lorenzo Romani

Lungo il percorso, il silenzio dei boschi è interrotto solo dal canto degli uccelli e dal suono delle campane dei monasteri che punteggiano la gola del Lousios. Tra questi, il Monastero di Prodromos, aggrappato a una parete rocciosa come un nido d’aquila, è una delle tappe più suggestive: fondato nel XVI secolo, conserva affreschi luminosi e una vista vertiginosa sulla valle (ma attenzione a sincronizzare al meglio il vostro passo con gli orari di apertura del monastero o rischierete di trovarlo chiuso).

Poco più avanti (ma al di là del fiume) si inciampa nel Monastero di Filosofou, uno dei più antichi della Grecia, fondato nel X secolo e nascosto tra le pareti della gola. Quando arrivo qui un monaco, che vive da solo in questo rifugio dal tempo, offre acqua fresca e un dolce per recuperare le energie, prima di tornare al lavoro di manutenzione di un angolo del cortile interno.

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L’alba sul Monte Menalon ©Lorenzo Romani
L’alba sul Monte Menalon ©Lorenzo Romani

In cima al Monte Menalon

Dopo aver seguito il percorso a cui ha dato il nome, ho deciso di recarmi direttamente in cima al monte Menalon, nel tentativo di cogliere il passaggio di Pan. Sull’altopiano di Ostrakinas si trova un rifugio molto accogliente, nonché la base perfetta per passeggiate verso la vetta e nei dintorni (del resto, sebbene il Menalon Trail sia il più popolare, sono molti i sentieri da scoprire nella zona).

Qui Aris Giannoukos non soltanto si occupa dell’accoglienza, ma anima una vera e propria comunità che, oltre a godere delle bellezze (e delle bontà) del luogo, è attiva nella lotta contro i mulini a vento, nel vero senso della parola. Un collettivo sta infatti cercando di fermare la costruzione di impianti eolici in questa zona di alto valore naturalistico, sinonimo di luogo remoto e puro, che ha resistito alle invasioni ottomane e alle battaglie dell’antichità, vedendo ora il rischio di essere invasa dal punto di vista ecologico.

Senza lasciare che la notte scivoli via del tutto, con pila frontale e le indicazioni di Aris, seguo il sentiero mentre la luce della luna lascia lentamente spazio a quella del sole, che sale dall’altro versante, dandomi appuntamento in cima. Qui non ci sono tracce di un Pan con zoccoli e corna, eppure l’essenza dell’Arcadia soffia forte su questo paesaggio antico e intonso.

Lungo le strade dell’Arcadia ©Lorenzo Romani
Lungo le strade dell’Arcadia ©Lorenzo Romani
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Altre cose da fare e da vedere in Arcadia

  • Biblioteca Nikolopoulos di Andritsena Gli amanti della letteratura non possono perdersi questa biblioteca ad Andritsena, situata dietro l’Hotel Theoxenia, un tempo tra le più grandi collezioni private di libri in Europa. Nel 1838, il compositore, archeologo e membro della resistenza greca contro i turchi, Konstantinos Nikolopoulos, donò 4000 libri rari al paese natale di suo padre perché vi fosse fondata una scuola. Oltre ai manoscritti legati al movimento per l’indipendenza della Grecia del 1821, la biblioteca custodisce un calco del fregio del Tempio di Apollo Epicurio a Vassai.
  • A cavallo nella foresta Partendo da Elati, un percorso ad anello segue il fiume Mylaon, attraversando la foresta. Percorretelo a cavallo.
  • Il Tempio di Apollo Epicurio a Vassai Situato a 14 km da Andritsena, in un’area selvaggia e isolata con vista sulle montagne e sulle colline, Vassai è uno dei siti meglio conservati della Grecia e Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Progettato da Ictino, l’architetto del Partenone, il complesso ospita il Tempio di Apollo Epicurio, un luogo di straordinaria bellezza, anche se la struttura protettiva in acciaio che lo avvolge toglie parte del fascino e dell’impatto visivo.


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