Brema: l'ultima birra prima di New York
Bremenhaven e Brema possono essere immaginate come una stessa destinazione turistica nel Nord della Germania. Distano una sessantina di chilometri e in poco più di mezz'ora ci si trasferisce da una città all'altra, anche con collegamenti ferroviari che hanno quasi la cadenza di una metropolitana. Sono complementari una all'altra: Brema ha oltre mille anni di storia alle spalle, più di mezzo milione di abitanti e nel passato è stata un membro importante della Lega Anseatica. È la città-madre, ricca di monumenti e di vita culturale, mentre Bremenhaven, fondata nel 1827 dal borgomastro di Brema, Johann Smidt, su un territorio ceduto dalla città di Hannover, è il suo naturale sbocco sul Mare del Nord. Una località portuale moderna e piena di attrazioni, affacciata dove il fiume Weser forma un grande e scenografico estuario. Le due città non sono unite territorialmente (intorno a loro c'è la regione della Bassa Sassonia), ma insieme costituiscono un unico Land, il più piccolo della Germania.

Bremenhaven, il grande porto sul Mare del Nord
Volendo sintetizzare la storia, ormai quasi bicentenaria, di una città che oggi conta 115.000 abitanti si potrebbe dire che è stata una grande importatrice di pesce e una grande esportatrice di donne e di uomini. Nel XIX secolo Bremenhaven è diventata il più importante porto di pesca tedesco e contemporaneamente ha visto svilupparsi attorno alle battute d’alto mare anche l’industria della conservazione e lavorazione del pesce. Nonostante la crisi degli ultimi decenni e le trasformazioni tecnologiche abbiamo profondamente modificato questo settore industriale, la città viene ancora considerata la "capitale dei bastoncini di pesce" essendo legata a marchi conosciuti in tutto il mondo, come Frosta e Iglo.
L’antico porto di pesca è diventato lo Shop Window Fishery Harbor: i vecchi capannoni sono stati trasformati in ristoranti e birrerie che si susseguono uno accanto all’altro. Per gli appassionati di piatti a base di pesce non c’è che l’imbarazzo della scelta: fritto, crudo, affumicato, si trova di tutto. Se siete curiosi di conoscere la tecnica dell’affumicatura, tipica dei paesi nordici, c’è un laboratorio specializzato, la Fischräucherei Franke, dove potrete seguire direttamente tutte le fasi della lavorazione.

Germania, terra di emigranti
Quasi in parallelo, soprattutto a partire dal 1857, quando si insedia il quartier generale della North German Lloyd Steamship Company, Bremenhaven diventa anche il principale porto passeggeri della Germania. Si calcola che nel periodo fra il 1830 e il 1974 da questi moli siano partiti più di 7 milioni di emigranti tedeschi e di tutta l’Europa centrale e orientale diretti negli Stati Uniti, in Canada, in Sud America e in Australia. Una battuta ricorrente fra chi era in procinto di salpare diceva che a Bremenhaven si trovava "l’ultima birreria prima di New York" e il ristorante Treffpunkt Kaiserhafen nella zona nord del porto ricorda con il suo arredamento quella tradizione dell’ultima bevuta in terra tedesca prima di Ellis Island.

Il German Emigration Center e le altre attrazioni
C’è un magnifico museo che racconta queste storie di emigrazione (ma anche di immigrazione verso la Germania). Il German Emigration Center (Deutsches Auswanderehaus) dalla sua apertura nel 2005 è stato visitato da 2,8 milioni di persone e insignito di numerosi premi, fra cui nel 2007 il prestigioso European Museum Award. Ingrandito nel 2012, è stato ulteriormente arricchito e rinnovato nel giugno del 2021. Sono stati aggiunti sei nuovi ambienti e esposti altri 400 oggetti, il più antico dei quali risale al 1692. L’allestimento scenografico e interattivo si affianca a una vocazione scientifica, tanto che l’esperienza della visita può essere vissuta a diversi livelli, da quello semplicemente emozionale a quello più specifico della ricerca. In una sezione si può infatti tentare di risalire, attraverso un archivio, ai nomi dei parenti emigrati, anche se è un’opportunità legata in particolare al pubblico nord europeo. Seguendo il percorso espositivo ci si ritrova confusi con le famiglie di emigranti che attendono sul molo di essere imbarcati, si sale la rampa d’ingresso alla nave e si entra nei dormitori di terza classe o nelle cabine delle classi superiori. Come al termine di una vera traversata atlantica si sbarca infine a Ellis Island con le sue celle per i controlli dei nuovi arrivati e poi nella hall del Grand Central Terminal di New York, snodo principale per chi proseguiva verso altre destinazioni all’interno degli Stati Uniti. È stato ricostruito un piccolo laboratorio di sartoria dove trovavano lavoro le molte donne che viaggiavano sole e un negozio di Delicatessen, simbolo della prima integrazione e innalzamento sociale degli emigrati tedeschi.
Il German Emigration Center non è che uno dei moderni edifici che rendono molto piacevole una passeggiata sul seafront di Bremenhaven. L’edificio simbolo è l’Atlantic Hotel a forma di vela (merita salire sulla terrazza panoramica per godere di una vista mozzafiato sulla città e sul porto). Ma a completare l’immagine risolutamente contemporanea ci sono anche il centro commerciale e residenziale Columbus, la cui costruzione fra il 1975 e il 1982 ha simboleggiato la rinascita di una città uscita pesantemente offesa dai bombardamenti della seconda Guerra mondiale, e soprattutto la Klimahaus. Quest’ultima è una delle attrazioni più popolari della regione, a metà strada fra lo science center e il parco a tema. Si scoprono i diversi climi del mondo, passando dalle montagne svizzere alla Sardegna, dalla foresta equatoriale africana, agli atolli dell’Oceano Pacifico. Divertente per tutti, ma in particolare per le famiglie che viaggiano con bambini e ragazzi.

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Brema, come in una fiaba dei fratelli Grimm
Se c’è un luogo emblematico per riassumere la storia di Brema, questo è senz’altro la Marktplatz, l’antica piazza del mercato. Qui ci sono gli edifici che raccontano la storia civile e religiosa della città. La prima è rappresentata dal Municipio (Bremer Rathaus) e dalla statua di un gigantesco Rolando che gli sta davanti. Sono entrati a far parte del patrimonio UNESCO dal 2004 (il solo edificio municipale nel mondo a ricevere questo onore) perché rappresentano lo sviluppo dell’autonomia e della sovranità civile della città fin dai tempi della loro edificazione, fra il 1404 e il 1405. Su un altro lato della piazza, a testimoniare il potere religioso, si erge imponente la cattedrale di San Pietro, in stile gotico, le cui origini vanno fatte risalire all’XI secolo. Ma basta ruotare lo sguardo a 360° per godere della vista dei tanti edifici che arricchiscono la piazza. Su tutti, lo Schütting, il palazzo delle corporazioni dei mercanti in stile Rinascimentale e l’infilata di case con i frontoni triangolari, tipiche anch’esse dello stile rinascimentale locale.
C’è un rito che bisogna assolvere prima di lasciare la piazza: quello di individuare la statua dei Musicanti di Brema e aggrapparsi con le mani alle zampe dell’asino, uno dei quattro animali protagonisti della fiaba dei fratelli Grimm. Dicono che porti fortuna e naturalmente nel farlo bisogna esprimere un desiderio. Sempre per stare al gioco, in un’altra parte della piazza dovete cercare un tombino tutto speciale. Il cosiddetto Bremer Loch ha una fessura dove far cadere qualche monetina che andrà in beneficienza. In compenso potrete udire la voce dei quattro animali, l’asino, il cane, il gatto e il gallo che esce dal tombino.
Poche centinaia di metri separano la piazza dal quartiere di Schnoor, il più antico della città. Un intrico di stradine con case a graticcio che oggi ospitano prevalentemente artigiani, gallerie d’arte, ristorantini. Gettonatissimo dai turisti, in certi momenti ci si ritrova in coda in vicoli dove passa a stento una persona per volta. Ma un giro in questo vecchio quartiere medioevale di pescatori, recuperato dal degrado, dove le auto non possono entrare vale comunque la pena per cogliere l’antico spirito della città anseatica.