A Nancy, dove si festeggia San Nicola fra capolavori dell'Art Nouveau
A un'ora e mezzo di Tgv dalla Gare de l'Est di Parigi, Nancy è la capitale storica della Lorena, nonché uno dei principali centri dell'Art Nouveau in Europa.

40 giorni di feste per Saint Nicolas
Dal 1477 la regione è sotto la protezione di Saint Nicolas, il nostro San Nicola di Bari, dopo che il duca Renato II di Lorena aveva affidato le sue truppe alla protezione del santo prima della decisiva battaglia con l’esercito del Duca di Borgogna, Carlo il Temerario. La battaglia di Nancy termina con la morte del condottiero borgognone e da allora i lorenesi sono rimasti fedeli a Saint Nicolas e lo celebrano puntualmente con 40 giorni di feste. Quest’anno si parte il 22 novembre e si va avanti fino al 5 gennaio, con il clou dei festeggiamenti nel fine settimana del 7 e 8 dicembre, quando in programma c’è la Grande sfilata del sabato a cui partecipano migliaia di figuranti e spettatori e sono numerosi gli eventi nelle strade della città.
L’atmosfera festiva con le luminarie, gli stand gastronomici di prodotti tipici che vengono allestiti nella grande piazza vicino al mercato coperto, il vin brulé corretto con la Mirabelle (il liquore tipico della Lorena) da gustare per strada, sono ragioni in più per visitare Nancy e scoprire le sue tante bellezze artistiche e specialità gastronomiche.
Fino al 17 novembre il santo patrono dei bambini, a cui era solito portare i doni il 6 dicembre (prima che l’usanza fosse spostata nella notte di Natale), viene omaggiato con un grande spettacolo di son et lumière nella basilica di Saint-Nicolas-de-Port, presso Nancy, dove sono conservate sue reliquie. Lo spettacolo luminoso con accompagnamento musicale si intitola l’Odyssée Nikolaos, da Myra a New York e copre tutte le pareti e colonne dell’immensa basilica gotica, con il supporto di 400 volontari.

Place Stanislas, il cuore della città
È il centro della città nuova, quella settecentesca, e sicuramente una delle più belle piazze d’Europa. Assieme alle vicine place de la Carrière, d’Alliance e all’Arco di Trionfo fa parte del patrimonio mondiale UNESCO fin dal 1983. La piazza prende il nome da Stanislao I Leszczyński, re di Polonia, nonché suocero di Luigi XV e, in questa veste, Duca di Lorena e di Bar. Non staremo a raccontare le complesse vicende storiche e dinastiche che lo portarono in Francia: andiamo subito a scoprire la sua statua che troneggia in mezzo alla piazza. La stazza corpulenta ci racconta di un gran gourmet (a lui si attribuisce l’invenzione dei babà al rhum), ma in realtà fu anche un sovrano illuminato, amante della filosofia, delle lettere e delle arti. La piazza da lui voluta è un perfetto esempio di classicismo francese: sul lato sud c’è l’Hôtel de Ville, ai suoi lati il Musée des Beaux Arts e l’Opéra, agli angoli settentrionali le cancellate dorate che fanno da unione fra gli edifici, con le due fontane rococò di Nettuno e Anfitrite. Uno splendore da godere ad ogni ora del giorno, magari seduti sulle terrazze dei caffé, ma che assume contorni di magia, appena prima del calar della notte, quando si accendono le luci dei lampioni.

Nancy, capitale dell’Art Nouveau
L’altra grande ragione per cui Nancy vale un viaggio è il suo patrimonio architettonico e museale legato all’Art Nouveau, la corrente artistica che in Italia si è poi sviluppata con il nome di Liberty.
Tutto comincia nel 1871, quando a seguito della sconfitta nella guerra con i Prussiani, la Francia perde l’Alsazia e la Mosella e Nancy diviene città di frontiera, attirando capitali, attività commerciali e industriali, maestranze, artigiani, artisti, e mecenati.
Nel 1901 alcuni artisti e industriali lorenesi, fra i quali Emile Gallé e Eugène Corbin, decidono di creare l’associazione Alliance provinciale des industries d’art, poi conosciuta sotto il nome di École de Nancy, per promuovere la collaborazione fra le diverse discipline. L’obiettivo era quello di valorizzare le industrie lorenesi attive nel settore dell’artigianato artistico: vetrerie, cristallerie, ebanisterie, laboratori di ceramica e terracotta, bronzi d’arte. Alcuni indirizzi imperdibili permettono di conoscere meglio questo straordinario periodo di rinnovamento artistico e culturale, che ha consentito di rendere accessibili a un pubblico più vasto oggetti d’arte di rara bellezza.
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Museo dell’École de Nancy
Interamente dedicato all’Art Nouveau, questo museo ospita alcune delle più belle opere realizzate da Emile Gallé, Louis Majorelle, Eugène Vallin, Jacques Gruber e molti altri maestri dell’artigianato artistico: prodotti che non erano mai fini a sé stesse, ma pensati per entrare a far parte e a rendere più piacevole la vita quotidiana. Nel museo si rivive l’atmosfera di una casa privata di inizio Novecento, con l’esposizione di collezioni che spaziano dai mobili alle vetrate, dagli oggetti in cuoio alle ceramiche.

Villa Majorelle
La dimora di Louis Majorelle e della sua famiglia, costruita fra il 1901 e il 1902, è l’edificio emblematico dell’Art Nouveau a Nancy. Riaperta nel 2020 dopo importanti lavori di restauro (fino al 2017 ospitava uffici amministrativi del Comune) offre ai visitatori la possibilità di immergersi nella vita di una ricca famiglia della borghesia di Nancy a inizio Novecento. Destinato a studi d’arte a Parigi, Louis Majorelle rientra presto in Lorena per affiancare la madre nella conduzione della fabbrica di mobili, dopo la morte del padre. Già nel 1904, la ditta dispone di negozi a Parigi, Londra, Berlino, Lione, Lille, Orano per seguire gli ordini che arrivano da ditte dell’alta moda, grandi magazzini, ambasciate. Il successo commerciale aveva permesso a Majorelle di commissionare all’architetto Henri Sauvage (1973-1932) il progetto della sua nuova casa di famiglia. Nel 1898, il giovane Sauvage (più tardi realizzerà i grandi magazzini della Samaritaine a Parigi) fa appello ad altri suoi amici parigini per la parte decorativa: Alexandre Bigot per le ceramiche e Francois Jourdain per la parte pittorica. A Jacques Gruber verranno affidate le vetrate, mentre è lo stesso Majorelle a occuparsi dei mobili. Oggi, la villa è inserita nella rete delle Maisons des Illustres e della Fondation Iconic Houses che raggruppa oltre cento luoghi emblematici dell’architettura del XX secolo, come ad esempio Casa Horta a Bruxelles o la Pedrera a Barcellona.
Collezione Daum al Museo di Belle arti
Il Musée des Beaux Arts merita la visita per la ricchezza delle sue collezioni: si ripercorre tutta la storia dell’arte soffermandosi su alcuni capolavori di Rubens, Caravaggio, Delacroix, senza dimenticare le sezioni dedicate agli artisti lorenesi, da Jacques Callot a Claude Lorrain.
Imperdibile, nel sottosuolo del museo, è la collezione Daum: 300 capolavori che la famosa manifattura di Nancy ha prodotto a partire dal 1878 ai giorni nostri, spesso commissionando vasi e altre sculture in vetro ad artisti di varie epoche, fra gli altri Dali e César. Le opere, esposte fra le antiche fondamenta delle fortificazioni della città con una scenografia di grande impatto visivo, sono una magnifica sintesi del savoir-faire lorenese nel campo delle arti applicate.