Viaggio a Ustica: che cosa vedere in un forziere di tesori naturali
Con fondali perfetti per le immersioni e un entroterra intatto e selvaggio, Ustica è piccola ma piena di cose da vedere. Gli antichi romani le hanno dato un nome che sa di riarso e bruciato (ustum), ma oggi quest’isola ha tante attrattive per accendere la voglia di viaggiare. Anche perché arrivarci è molto semplice.

Ustica: dove si trova e quando andare
Questa piccola isola solitaria nel Mar Tirreno, circa 60 km al largo di Palermo, fa parte dell’arco vulcanico delle Eolie e costituisce la sommità di un vulcano sommerso. Il paesaggio, caratterizzato dalla tipica roccia lavica nera, è ravvivato dal rosso e dal rosa dei fiori di ibisco e dal verde dei cactus, mentre la costa è disseminata di grotte spettacolari. Le acque, che fanno parte dell’Area Marina Protetta Isola di Ustica, sono sempre limpide e pulite, pullulanti di pesci e coralli, grazie all’influsso favorevole di una corrente atlantica. La riserva ospita la metà delle specie marine presenti nel Mediterraneo.
I palermitani vi affluiscono numerosi a luglio e ad agosto, per cui vi consigliamo di programmare la visita a giugno o a settembre per apprezzarne al meglio la bellezza in tutta tranquillità. Tra ottobre e Pasqua la maggior parte dei ristoranti e degli alberghi dell’isola è chiusa nei giorni feriali e i traghetti subiscono cancellazioni in caso di maltempo.

Come arrivare a Ustica e come muoversi sull’isola
Quando la meta è lontana dalle rotte più battute e collocata in un’area relativamente remota della carta geografica, arrivarci è di per sé un’avventura e capire come fare non è un’informazione secondaria. In realtà arrivare a Ustica è piuttosto semplice. Gli aliscafi Liberty Lines operano in 90 minuti il collegamento da Palermo durante tutto l’anno. Se avete meno fretta e arrivate in auto, la compagnia Siremar gestisce un traghetto al giorno con trasporto veicoli tra Ustica e Palermo (il viaggio dura 3 ore).
Anche il trasporto sull’isola è ben organizzato. Chi non dispone di auto propria, può utilizzare l’autobus locale, che segue un circuito a cadenza regolare, con partenze ogni 45-60 minuti in ciascuna direzione. Per essere più autonomi, si può noleggiare uno scooter presso Ricarica ARA alla Banchina Barresi.
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Immersioni e snorkelling: la grande attrattiva
Tra maggio e ottobre, gli appassionati di immersioni di tutto il mondo convergono a Ustica per esplorarne gli splendidi fondali e per fare il bagno nelle acque cristalline. Tra i punti migliori per immergersi c’è sicuramente l’itinerario archeologico al largo di Punta Cavazzi, dove si possono ammirare ancore e anfore romane. Altri luoghi noti sono lo Scoglio del Medico, una formazione in basalto punteggiata di caverne e gole che si inabissa a notevoli profondità, e la Secca di Colombara, con magnifiche spugne e gorgonie multicolori.
L’Area Marina Protetta Isola di Ustica è divisa in tre zone. La zona A si estende lungo il versante occidentale dell’isola, dal promontorio a nord di Punta Spalmatore fino a Punta Megna e a una distanza di 350 m dalla riva. Comprende due delle più belle grotte dell’isola, la Grotta Segreta e la Grotta Rosata. Fate attenzione, perché è permesso nuotare all’interno di quest’area in punti prestabiliti, ma è vietato pescare e utilizzare imbarcazioni.
La zona B si estende oltre la zona A, da Punta Cavazzi a Punta Omo Morto e fino a una distanza di 4,8 km dalla riva; qui si può nuotare, scattare foto subacquee e pescare con la lenza. La zona C comprende il resto della costa, dove è permesso nuotare e utilizzare imbarcazioni, come pure pescare nel rispetto delle leggi regionali. Prima di immergervi, verificate sempre il vostro itinerario presso un diving center o la sede della riserva. Organizzare una giornata di immersioni è piuttosto agevole: numerosi diving center propongono itinerari e noleggiano l’attrezzatura. Orca Diving Ustica (Via Colombo 39) è l’unico operatore gestito da residenti locali, nati e cresciuti a Ustica.
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Escursioni a piedi: i migliori itinerari a Ustica
Secondo alcuni studiosi Ustica sarebbe l’isola della maga Circe, leggendario personaggio al centro di un celebre episodio dell’Odissea. Nel XXI secolo il rischio di incontrare questa figura mitologica capace di trasformare gli uomini in animali è decisamente scongiurato, per cui potrete esplorare l’entroterra in tutta sicurezza e facilità, anche perché le dimensioni di Ustica sono piuttosto contenute (Ustica è un po’ più piccola di Capri, per avere un riferimento) e gli itinerari per escursioni e trekking numerosi.
Per un giro completo della costa di quattro ore, iniziate seguendo il Sentiero del Mezzogiorno, segnalato a sud della città in direzione del faro occidentale dell’isola. Da qui proseguite verso nord a piedi o prendete un autobus locale diretto alla Cappella della Madonna della Croce, del XVIII secolo. In questo punto si dirama un sentiero che segue le scogliere settentrionali fino al villaggio preistorico, un insediamento dell’Età del Bronzo. Terminate il giro prendendo la strada principale che conduce in città.
Un altro sentiero panoramico attraversa macchie di pineta salendo fino in cima alla Guardia di Mezzo (248 m), per poi scendere sulla costa all’altezza di Punta Spalmatore, dove è possibile nuotare in piscine naturali nella roccia. In prossimità della città, altri sentieri più brevi conducono alla Rocca della Falconiera, una torre difensiva sopra una chiesa, al belvedere sopra il faro a Punta Omo Morto e alla Torre Santa Maria, risalente all’epoca borbonica, subito a sud del centro.

Che cosa mangiare a Ustica: i doni del mare e del suolo vulcanico
Se la cucina siciliana è celebre per la varietà dei sapori e l’abbondanza delle esperienze consentite, quella di Ustica non è da meno, nonostante la posizione geografica per certi versi impegnativa. L’isola è famosa per una varietà di lenticchia, la più piccola che cresce in Italia, osannata da tutti i migliori chef della penisola. Tra le altre specialità segnaliamo i capperi e il pesce freschissimo. Una curiosità che vi consigliamo di sperimentare in prima persona: la frutta e la verdura che crescono sull’isola sono celebri per l’intenso sapore dovuto al ricco suolo vulcanico.