Tanzania: un safari spettacolare seguendo la Grande Migrazione nel Serengeti
Spesso classificata come spettacolo naturale per eccellenza, la grande migrazione degli gnu e delle zebre avviene ogni anno lungo le pianure dell’Africa orientale; Amanda Canning ha viaggiato in Tanzania per cercare di scovare le mandrie e raccontare questa esperienza magnifica.
Primo giorno di safari: giorno degli gnu lenti
È stata una notte perfetta per i predatori del Serengeti. Mentre il sole comincia a spuntare all’orizzonte e proietta una pallida luce sulle pianure puntellate di acacie, si rivela la scena di una carneficina notturna. Ci sono ossa da un lato, dall’altro, dappertutto. Ossa bianche spolpate e luccicanti, come fatte di porcellana; ossa sporche e spezzettate, pezzi di carne non identificabile ancora attaccati; ossa che hanno mantenuto la forma dell’animale.
Al di sopra, gli avvoltoi volano nel cielo o siedono ricurvi sulle acacie, svolazzando di tanto in tanto a terra per ispezionare una carcassa, minacciosi come ci si immagina dalla loro cattiva reputazione nei cartoni animati. Un discreto numero di festaioli notturni è ancora fuori, che si gode gli ultimi attimi della festa prima di andare a casa per un po’ di riposo.
Abbiamo lasciato da poco il campo sulle Namiri Plains quando la nostra guida Noel Akyoo nota dell’attività frenetica in lontananza e spinge il Land Cruiser in quella direzione. Una iena ci corre accanto, con le zampe posteriori di una gazzella che pendono dalle fauci. Dietro, un gruppo di circa 20 iene è riunito intorno alla carcassa di uno gnu rapidamente disintegrata, alcune sono ricoperte di sangue fino alle scapole.
Iniziano una rissa, litigando su un pezzo pregiato di carne, prima di continuare a nutrirsi in un caos di risate e urla. Una coppia di sciacalli siede lì vicino in trepidante attesa, non abbastanza coraggiosi per avvicinarsi, troppo affamati per andare via. Su un albero, dietro di loro, un’aquila rapace strappa pezzi da una costola con i suoi artigli gialli.
I predatori del Serengeti non sono sempre così fortunati. Ho organizzato il mio viaggio in modo che coincidesse con la Grande Migrazione, il percorso di 1200 miglia fatto da 1.5 milioni di gnu e 250.000 zebre tra Tanzania e Kenya, che segue piogge e pascoli che sorgono al loro passaggio. Questa stagione è un colpo di fortuna per ogni creatura che considera questi animali un pasto – per i leoni, i ghepardi, i leopardi e le iene cacciare qui in questo periodo dell’anno richiede tanto sforzo quanto scegliere un piatto dal nastro trasportatore al sushi. Dovrebbe essere abbastanza facile, presumo, per un essere umano trovare le specie migratrici.
Mi sono sbagliata. Ci sono un sacco di resti di gnu morti e un piccolo gruppo di gnu vivi che pascolano o che camminano faticosamente verso destinazioni nascoste attraverso le pianure, ma mi aspettavo di essere sopraffatta da centinaia e centinaia di bestie che sfrecciano in una coltre di polvere.
Noel sposta il Land Cruiser e avanziamo lentamente lungo strade piene di buche. “Cercheremo di trovarli”, dice “ma la migrazione è avvenuta prima quest’anno. Le mandrie si stanno già muovendo a sud per partorire nei boschi”. Ride. “Questa è la bellezza del Serengeti – non sai mai cosa cosa troverai”. Quello in cui ci siamo imbattuti il primo giorno è già abbastanza straordinario. Ci sono animali meravigliosi che non sono solitamente sulla lista delle cose immancabili da vedere del mondo animale: splendidi stormi di uccelli brillanti che volano per investigare che cosa siamo; un coleottero dalle lunghe corna mangia lentamente dall’interno verso l’esterno un albero di acacia; le orecchie appuntite di un caracal che si nasconde (malamente) nell’erba alta. E ci sono anche le celebrità del mondo animale.
Iscriviti alla nostra newsletter! Per te ogni settimana consigli di viaggio, offerte speciali, storie dal mondo e il 30% di sconto sul tuo primo ordine.
Namiri Plains è famoso per i suoi ghepardi, che sono stati off-limits per i visitatori per oltre 20 anni nel tentativo di aumentare i loro numeri. Ne abbiamo avvistati diversi in tutto il giorno, con i loro lunghi e magri corpi stesi fuori nella polvere o seduti diritti su nidi di termiti, attenti al minimo accenno di una preda. Ci sono anche leoni in abbondanza, distesi nell’erba che si rinfrescano sulle rocce, piccoli cuccioli che sbattono dappertutto come ubriachi pelosi mentre i maschi del branco consolidano il loro status come rock star della savana, criniere che ondeggiano con il vento illuminate da dietro dal sole che tramonta.
Abbiamo anche la rara fortuna di vedere un leopardo, una femmina elegante nascosta tra due rami di un albero, con la coda attorcigliata intorno al tronco. Ritornando al campeggio, tuttavia, non posso che essere tormentata dal pensiero ingrato che questo viaggio rappresenti l’unica opportunità della mia vita di vedere uno dei più grandi spettacoli della natura nel mondo e che stia accadendo altrove. Noel rimane indifferente. “Ogni giorno è diverso” dice, uscendo dal veicolo. “c’è sempre domani”.
Secondo giorno di safari: in mongolfiera sul Serengeti
La giornata comincia sotto un miliardo di stelle. Sono fuori dalla mia tenda, che osservo mentre due stelle cadono attraverso il cielo nero come l’inchiostro quando un richiamo profondo e gutturale di un leone rimbomba attraverso le tenebre. È probabile che sia da qualche parte lontano, lungo il fiume al confine con il campo, ma è un suono che risuona in maniera così primordiale che il mio corpo intero sembra vibrare insieme ad esso.
Con l’alba che si avvicina, il tempo dei leoni per cacciare è finito: è il mio turno. Il giorno ha portato un cambiamento di rotta: se non potrete trovare la migrazione a terra, forse avrete più fortuna dal cielo.
Le ultime stelle stanno scomparendo mentre la nostra mongolfiera fluttua nel cielo. Per i primi minuti, sorvoliamo la superficie a bassa quota, sopra alcuni facoceri che trottano e struzzi che si pavoneggiano, poi all’improvviso siamo in alto di centinaia di metri, con tutto il Serengeti che si spiega sotto di noi. È un vasto mare beige, punteggiato di acacie e affioramenti granitici. Il fiume Seronera scorre sinuoso attraverso il parco, i bozzetti lucidi di un branco di ippopotami affiorano dalle acque poco profonde.
Alimentando il bruciatore, il capitano Mohamed Masud studia il terreno sotto di noi. “Potete vedere quanto diventa trafficata questa zona durante la migrazione”, dice “Ci sono così tanti percorsi”. La terra sembra graffiata, ci sono innumerevoli righe pallide intagliate, scolpite nel terreno da milioni di zoccoli che sono passati di qui per milioni di anni. Però c’è ben poca traccia della mandria stamattina.” Non sappiamo esattamente dove siano adesso” continua Mohamed. “La pioggia non è ancora arrivata quindi la migrazione è davvero sparpagliata. Forse se piove, arriveranno”.
Gli animali al pascolo che vivono in questa zona del Serengeti tutto l’anno sono fuori in massa. Le giraffe camminano ondeggiando attraverso la savana, galoppando in cerca di riparo sulle loro gambe magre, mentre veleggiamo in cielo, il loro arrivo inaspettato nei boschi viene segnalato dai versi allarmati di ibis e piccioni. Mentre li cerco, noto diversi gruppi di animali che restano immobili tra gli alberi: gnu. Non migliaia, non sfrecciano in una nuvola di polvere, ma sempre gnu.
Tornati sulla terra, ci dirigiamo verso i boschi e quasi immediatamente raggiungiamo il nostro obiettivo. Una lunga fila di diverse centinaia di gnu sta camminando faticosamente verso il fiume. Devono attraversare una strada per unirsi alle folle che ho visto dalla mongolfiera ma nessuno sembra essere disposto a fare il primo passo. “Il problema con gli gnu è che non hanno un capo. Se quello in cima cambia direzione lo seguono tutti”. Osserviamo mentre fanno comici progressi verso il loro obiettivo. Un animale scappa e scappano tutti. Uno si ferma, si fermano tutti. Uno comincia a tornare indietro da dove è venuto e in pochi minuti, l’intera mandria si è rigirata. Ci vogliono due ore di questo girovagare confuso prima che trovino il coraggio di attraversare.
Mentre ritorniamo barcollanti al campo, trionfanti dopo il nostro primo piccolo assaggio della migrazione, mi giro e lancio un ultimo sguardo alla mandria: dietro di loro, grosse nuvole nere stanno iniziando ad apparire all’orizzonte. Le piogge stanno arrivando.
Terzo giorno di safari: ghepardi a caccia nelle pianure del Serengeti
Se la migrazione si sta dirigendo verso sud, allora dobbiamo farlo anche noi. È un breve tragitto su un leggero aeromobile per il campo successivo nel Serengeti del sud. Dall’aria è evidente che stiamo raggiungendo gli gnu: molto sotto di noi infiniti punti neri si muovono in maniera costante nella nostra stessa direzione.
Dalla pista di atterraggio, la mia guida Charles Joseph ci porta direttamente da una mandria che sta seguendo da giorni. Molte migliaia di gnu e una zebra ogni tanto che si mescola tra di loro proseguono lungo le pianure, con una gigantesca nuvola di polvere in movimento che si alza sopra di loro. La coda è così lunga che non possiamo vedere l’inizio e la fine. “Questo gruppo si sta muovendo avanti e indietro da quasi una settimana”, dice Charles,”stanno cercando dell’acqua”.
Non siamo gli unici a osservarli. Tutto intorno a loro, i predatori stanno aspettando in agguato la notte.
C’è una creatura che non ha bisogno della protezione dell’oscurità per lanciare un attacco. Attraverso le pianure, Charles spia un ghepardo e il suo piccolo che si riparano dietro a un’acacia fischiante. La madre è impaziente e palesemente affamata. “I ghepardi sono proprio in basso nell’ordine gerarchico dei predatori” afferma Charles mentre grosse gocce di pioggia iniziano a macchiare la polvere intorno a noi. “Non possono competere con un leone o un licaone, quindi il loro unico vantaggio è quello di cacciare di giorno”.
Trascorriamo le ore successive seguendo la madre mentre avvista la preda, prepara l’attacco e viene poi scovata e i suoi progetti vengono sventati. Presto la savana diventa un vasto campo molle e il ghepardo vi si confonde perfettamente. Tuttavia, ogni gazzella sembra avvicinarsi in maniera saggia. Il ghepardo ha viaggiato molte miglia prima di avere la sua possibilità. Proprio quando penso che abbia perso la sua chance, parte e insegue la gazzella in un’esplosione di forza. Entro 20 secondi, una è andata. La madre e il cucciolo fanno a turno per nutrirsi, facendo costantemente attenzione agli spazzini. “Non ci si può rilassare per un secondo lì fuori”, afferma Charles mentre tre avvoltoi si avvicinano. “Non ci vorrà molto prima che arrivino le iene. Avranno visto gli avvoltoi volare attorno e li seguiranno”.
La loro fortuna regge, tuttavia; le sole creature che si uniscono alla festa sono scarabei stercorari, che ronzano in tutte le direzioni e si divertono nell’intestino della gazzella. I ghepardi lasciano solo la testa e la vescica intatte. “Le iene se li mangeranno,” dice Charles “Non gli importa di cosa si nutrono”. Sono rimasta così incantata da accorgermi della vita brulicante nelle pianure solo quando la coppia è caduta sull’erba a pancia piena: ci sono migliaia e migliaia di gnu che camminano faticosamente dietro di noi, davanti, di lato.
Quarto giorno di safari: licaoni e morte durante la grande migrazione
Durante la notte il nostro campo è diventato un’autostrada per la migrazione. Potrei trascorrere un’intera giornata a letto a guardarli passare a metri di distanza ma decidiamo di andare ancora più a sud, dove c’è stata più pioggia per cercare di raggiungere il resto delle mandrie.
Abbiamo guidato per un paio d’ore, raggiungendo la cima delle Maru Hills e qui davanti a noi c’è la terra promessa delle creature al pascolo. Non c’è un centimetro di terra non occupata da uno gnu e le zebre stanno ferme grugnendo e riposando all’ombra degli alberi o sguazzando nei fiumi.
I babbuini stanno seduti e si spulciano il pelo. Gli elefanti vagano e si lavano con l’acqua dalla proboscide. L’erba è verde e lunga, la frutta sugli alberi è abbondante e matura. Se fossi uno gnu farei anche io centinaia di chilometri per tutto questo.
Ritornando a casa nella luce calda del sole che tramonta e con la soddisfazione di una missione compiuta, siamo attratti da un trambusto vicino al campo. Migliaia di gnu corrono disordinati, e presto capiamo perché: licaoni.
Un branco sta dividendo gli animali in gruppi, decidendo su quali puntare. È un mondo di confusione: polvere che vola, zampe che scalciano, prede che grugniscono, predatori che abbaiano e il rimbombo degli zoccoli si aggiunge come un battito di tamburo.
E poi il Serengeti tira fuori uno dei migliori trucchi di magia del mondo, e fa sparire l’intera scena. Siamo seduti in silenzio nell’oscurità, la polvere che si deposita lentamente accanto a noi. Un latrato viene da sinistra e eccoci di nuovo. Quando ci riuniamo alla caccia, è evidente che il branco ha scelto la sua preda: un giovane gnu viene spinto fuori dalla mandria. “Sono eccellenti cacciatori, uno dei migliori predatori del mondo” afferma Charles. “Una volta che si sono decisi a cacciare, non si fermano finché non hanno la loro vittima”.
Gli gnu sono spacciati. Un licaone riesce ad afferragli la gamba e lo tira giù. Il branco ci si getta, consapevole che un leone potrebbe arrivare e andarsene con il bottino. Ci vuole un tempo così lungo da risultare straziante prima che un animale muoia. È ancora vivo e cerca di tirarsi su mentre un licaone fugge con il suo fegato e uno con l’intestino.
Io ritorno, nauseata, al campo per trovare gnu e zebre che lo stanno ancora attraversando. È uno spettacolo costante, l’atemporalità dell’impresa che ha assunto tutto un altro significato dopo l’ultima ora. Naturalmente gli animali stanno marciando solennemente nella direzione opposta rispetto a quella dell’altra mattina. Sanno dove stanno andando ma non ci arriveranno tanto presto.
Quando andare per un safari durante la Grande Migrazione nel Serengeti
Gli animali seguono lo stesso percorso ogni anno, facendo avanti e indietro tra il Serengeti in Tanzania e il Masai Mara in Kenya. La migrazione non segue un calendario rigoroso, tuttavia, e la sua precisa posizione in ciascun mese non può essere garantita. Fattori come una stagione delle piogge anticipata o ritardata influenzeranno quando gli 1.5 milioni di gnu e le 250.000 zebre cominciano a muoversi. Se state prenotando con molto anticipo, vi converrà andare con un tour operator o campeggiare dove potrete cambiare itinerario a seconda del progresso compiuto dalla mandria. Quella qui di seguito è solo una guida orientativa:
Da gennaio a marzo:
Pascolo e figliatura nel Serengeti del sud.
Aprile e maggio:
Le mandrie cominciano a muoversi verso nord, passando attraverso il Serengeti centrale.
Da giugno a agosto:
Attraversano il fiume Mara infestato di coccodrilli e ippopotami e si dirigono verso il Masai Mara.
Settembre e ottobre:
Pascolo nel Masi Mara
Novembre e dicembre:
Ritornano a sud e il ciclo ricomincia.
Cosa dovete sapere
- Dovrete aggiornare la vostra vaccinazione per la febbre gialla per entrare in Tanzania. Non dimenticate di portare il certificato: dovrete mostrarlo in aeroporto all’ arrivo.
- Vorrete un ciclo di pastiglie anti-malariche che copra il vostro soggiorno e portate repellente per zanzare. Se non vi piacciono quelli a base di DEET o altri repellenti chimici, alcune opzioni naturali come le versioni a base di citronella sono efficaci (e decisamente meno puzzolenti).
- Le pianure possono essere polverose soprattutto nei giorni ventosi. Portate una sciarpa leggera o un panno per coprirvi la faccia. Vorrete una felpa o una giacca per il game drive mattutino.
- La vostra guida avrà un binocolo che probabilmente vi presterà ma vale la pena di portare i vostri. Un paio che ingrandisce di 8 o 10 volte basterà.
- Non portate vestiti colorati o a fantasia che vi faranno risaltare nel raggio di un chilometro agli occhi degli animali. Vestiti a tinta unita grigi, verdi o beige sono la cosa migliore.
Arrivare al Serengeti
È un volo con due scali quello per il Serengeti; probabilmente viaggerete attraverso Nairobi o Amsterdam mentre vi dirigete al Kilimanjaro International Airport in Tanzania; da lì prenderete un piccolo aeromobile verso una delle piste di atterraggio della regione. Il vostro lodge vi avviserà sulla più conveniente.
Spostarsi nel Serengeti
Piccoli aeromobili si comportano come autobus nel Serengeti, prendendo persone da un lato del parco e depositandole da un’altra parte, probabilmente con alcune fermate lungo la strada per altri passeggeri. I lodge provvederanno gli spostamenti dalla pista di atterraggio.