Quattro isole disabitate da esplorare

Redazione Lonely Planet
2 minuti di lettura

Portato a riva dalle onde mormoranti, il kayak si ferma sulla sabbia. Siete arrivati. Regna il silenzio. Eccolo, il paradiso: un’isola tutta per voi. Con quasi otto miliardi di persone sul pianeta, pochi possono staccare la spina così. Niente telefono, niente auto, niente fretta. Si calcola che sulla terra ci siano circa due milioni di isole disabitate, da scoscesi isolotti remoti a scintillanti atolli circondati da acque cristalline. Esplorarne una consente di riconnettersi con i ritmi della natura e ci mostra come potrebbe essere di nuovo la vita. Ecco allora quattro isole disabitate in cui concedervi il lusso del relax totale.

Le acque turchesi delle Isole San Blas ©hanohiki/Shutterstock
Le acque turchesi delle Isole San Blas ©hanohiki/Shutterstock
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Isole San Blas, Panamá

Un viaggio a San Blas significa giornate sonnolente su spiagge bianche punteggiate di stelle marine. L’ospitalità della popolazione locale guna è di una semplicità incantevole: basta rilassarsi su un’amaca e godersi le acque turchesi e il cielo azzurro. Solo 49 dei 365 isolotti sono abitati, quindi se cercate un paradiso deserto avrete un’ampia scelta. Noleggiate un kayak e puntate verso l’atollo coronato da palme che più vi ispira.

Da sapere

Le barche e i taxi d’acqua per le isole San Blas partono da Cartí, 2,5 h d’auto a nord della città di Panamá.

Le aspre coste di Skellig Michael ©Fabian Dietzel /Shutterstock
Le aspre coste di Skellig Michael ©Fabian Dietzel /Shutterstock

Skellig Michael, Irlanda

Questo frammento di arenaria rossa e ardesia grigia emerge dall’Atlantico come un iceberg. L’isola è rimasta disabitata da quando fu abbandonata dai seguaci di san Fionán circa 700 anni fa. Una scala scoscesa scavata nella roccia conduce al monastero, ma l’attrattiva principale di Skellig Michael è il suo ambiente inclemente, immerso nella foschia e sferzato da forti venti: punto di incontro alla fine del mondo tra voi, Madre Natura e Dio.

Da sapere

Il numero di visitatori sulle Skelligs è limitato: prenotate per tempo. Le barche partono da Ballinskelligs, Caherdaniel e Portmagee.


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Rubondo, Tanzania

Rubondo, il parco nazionale insulare più grande dell’Africa, emerge dal lago Vittoria come una terra che gli uomini sembrano aver dimenticato. Popolata da ippopotami e piccole antilopi del genere Tragelaphus, l’isola coniuga la pace della Tanzania con una bellezza incontaminata. Ricca di palme, tamarindi e sicomori, vanta anche splendide spiagge. Accampatevi per la notte e i vostri unici vicini saranno scimpanzé, elefanti e giraffe.

Da sapere

Le barche per Rubondo impiegano circa 30 minuti da Kasenda, 6 km a nord di Muganza sul Lago Vittoria.


Gli atolli carsici di Wayag  ©Ethan Daniels /Shutterstock
Gli atolli carsici di Wayag ©Ethan Daniels /Shutterstock
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Wayag, Indonesia

Simili a funghi verdissimi che spuntano da mari scintillanti, gli atolli carsici di Wayag sembrano usciti da un sogno psichedelico. Le imbarcazioni giornaliere vi portano su spiagge sabbiose che fanno impallidire quella immortalata da Di Caprio, e ci sono scalate guidate per gli escursionisti più esperti. C’è però chi dice che il meglio di Wayag sia sott’acqua: immergetevi o fate snorkeling per vedere magnifici coralli, squali tappeto e qualche manta.

Da sapere

Potete noleggiare un motoscafo per l’andata e il ritorno in giornata da Waisai, sull’isola di Waigeo.

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