Le cascate più spettacolari del Mediterraneo

Redazione Lonely Planet
7 minuti di lettura

Uno degli spettacoli naturali più frequenti e straordinari va in scena quando il corso placido di un fiume si interrompe all’improvviso e si rovescia molti metri più in basso, tra fragori e nebbia d’acqua. Siamo andati in giro attorno al Mediterraneo e abbiamo selezionato 5 delle cascate più suggestive, in cui non poteva ovviamente mancare la nostra Cascata delle Marmore.

Cascate Kozjak in Slovenia
Le Cascate di Kozjak, le più spettacolari della Slovenia ©Miloš Marković/500px
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Cascate in Slovenia, Kozjak

Una bianca colonna d’acqua precipita in una pozza color verde smeraldo. Tutt’intorno un anfiteatro di roccia fa da cornice a cascate spettacolari, tra le più belle della Slovenia. A formarla è il torrente Kozjak, che sgorga ai piedi del Monte Krnčica (2142 m), s’incunea attraverso strette gole e forma sei cascate prima di immettersi nel corso del Soča (Isonzo) all’altezza di Kobarid (Caporetto). Solo le ultime due sono accessibili ai visitatori: si percorre la strada Kobarid-Drežnica (Dresenza) e, subito dopo la deviazione per Drežnica, presso il Ponte di Napoleone s’imbocca il sentiero segnato dal cartello ‘Slap Kozjak’. Pochi minuti di cammino attraverso il bosco e già si giunge alla prima cascata, Mali Kozjak (Piccola Koziak), alta 8 metri circa e contornata da stalattiti di ghiaccio in inverno. Il sentiero procede facendosi più stretto, costeggia le rocce e supera alcuni ponti sospesi. Prima di vederla se ne avverte lo scroscio nell’aria, sempre più potente. Pochi passi ancora e all’improvviso compare Veliki Kozjak (Grande Kozjak), una cascata di 15 metri racchiusa fra alte pareti di roccia. Memorabile l’ingresso nell’antro scavato dall’acqua. 

Caporetto, cosa vedere

Da non perdere il Museo di Kobarid a Caporetto nel paesino omonimo, che presenta un’efficace ricostruzione delle tragiche vicende del fronte dell’Isonzo e della prima guerra mondiale.

La spiaggia di Katsiki, sull’isola greca di Lefkada ©Yiannis Papadimitriou/Shutterstock
La spiaggia di Katsiki, sull’isola greca di Lefkada ©Yiannis Papadimitriou/Shutterstock

Cascata Lefkáda e di Nidrì, Grecia

Ci si mette addosso un costume da bagno, si infilano scarpe da ginnastica abbastanza comode da sostenere 6 km circa di cammino all’andata e altri 6 al ritorno, e si parte. Lasciatasi Nidrí alle spalle, al bivio in corrispondenza del cartello ‘Waterfalls’ s’imbocca la strada a destra, si costeggia un ruscelletto tra i campi di ulivi, si oltrepassa il villaggio di Ráchi, ci si addentra fra gli alberi della Gola di Dimosári, si giunge a un parcheggio dove finisce la strada asfaltata e ne inizia una sterrata, e da lì s’intraprende il sentiero che conduce a una fila di piccole pozze blu. Siamo arrivati alle cascate di Grecia più belle! L’acqua gelida rinfranca dopo la passeggiata, e lo spettacolo dell’impetuosa cascata (in secca nella stagione estiva) disorienta: si può spiegare soltanto facendo ricorso all’abbondanza delle precipitazioni che innaffiano in primavera le isole della costa occidentale della Grecia. Gran parte della bellezza della zona montuosa di Lefkáda è in effetti dovuta alla vegetazione rigogliosa e ricca di fiori rari, che dalla costanza delle precipitazioni dipendono in maniera diretta. Gli amanti delle passeggiate e delle escursioni a contatto diretto con la natura troveranno molti sentieri fatti apposta per loro. 

Cosa vedere a Nidrì in Grecia

Nidrí è un ex villaggio di pescatori divenuto oggi uno dei porti più affollati e cosmopoliti di Lefkáda, la quarta per dimensioni tra le Isole Ioniche lungo la costa occidentale della Grecia. Da qui partono i traghetti per le piccole isole che la fronteggiano, ovvero per Skorpiós, Skopídi e Spárti, e per le più grandi di Maganísi, Itaca, Cefalonia e Zante. 

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Chorros del fiume Mundo, Albacete, Spagna

Dove nasce il Mundo? In Spagna, nella Sierra del Segura, vicino ad Albacete. Non è il pianeta su cui viviamo, ma un fiume dal nome suggestivo, che significa ‘pulito, chiaro’. Scorre nella regione della Mancha, in larga parte effettivamente pulito e chiaro, accumula potenza in una lunga rete di gallerie e caverne sotterranee, entra nella Cueva de los Chorros e da questa precipita con un salto di 100 metri, liberando in un sol colpo tutta l’energia raccolta e formando le visitatissime cascate (chorros). Come un rubinetto naturale, che pare manovrato da un regista esperto per assicurare uno spettacolo di successo, le cascate hanno una portata d’acqua molto variabile, grazie al curioso fenomeno del reventón: la falda carsica cui sono collegate, il Calar del Mundo, è responsabile delle brusche variazioni perché fa da filtro alle piogge e alle nevi che si sciolgono ed entrano nella Cueva. Si oscilla dalla scarsità d’acqua nei periodi di siccità, quando l’acqua è quasi solo un filo che scende debole, all’esplosione straordinaria in primavera, con il disgelo, quando la cascata si esibisce al meglio. Tutt’intorno, boschi di pini, querce e noccioli rinfrescano gli escursionisti sui sentieri facili e ben segnalati, mentre aquile e avvoltoi volteggiano nel cielo indisturbati. 

Il massimo della spettacolarità è riservato ai più temerari. Per accedere alla Cueva de los Chorros, il punto esatto in cui si origina la cascata, a 1520 metri di altitudine, è necessario procurarsi un permesso speciale ad Albacete ed essere accompagnati da guide esperte. 

Cascate delle Marmore, le più belle in Italia
La Cascata delle Marmore©Stefano Coltelli/Lonely Planet
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Cascata delle Marmore, Italia

Nell’umbra Valnerina, tortuosa e ancora poco visitata, l’uomo e la natura hanno collaborato fin dall’antichità per dar vita alla cascata delle Marmore, nell’elenco delle più alte d’Europa e tra le cascate italiane più amate e visitate. Nel 271 a.C. il console romano Manio Curio Dentato fece costruire un canale per far precipitare le acque stagnanti del Lago Velino nel fiume Nera e liberare la Piana Reatina. L’attuale sistema idraulico e l’aspetto odierno della cascata sono il risultato di quel primo intervento e di quelli che seguirono nei secoli successivi, fino ai primi anni del Novecento. A orari e giorni prestabiliti, a monte vengono aperte le paratie e rilasciate le acque del Velino, in modo che le cascate siano visibili nella massima portata d’acqua. Uno spettacolo dalla regia raffinata, nel quale il getto che scroscia da un dislivello di 165 m, suddiviso in tre salti (che rende perfetto il rafting alla cascata delle Marmore), lascia il pubblico a bocca aperta, avvolgendolo in una nebbia che si di onde in tutta la valle. L’intenso arcobaleno prodotto dall’acqua e la vegetazione che cresce rigogliosa tutt’intorno hanno rapito pittori e poeti nei secoli, a partire da Virgilio e Dante per arrivare a William Turner e Lord Byron, che ha cantato l’“orribile bellezza” della cascata e cui è dedicato un belvedere. Dimentichiamoci del flusso controllato e dello sfruttamento della cascata per la produzione di energia idroelettrica, che tolgono poesia al quadro, e proviamo a credere alla leggenda: la ninfa Nera, innamorata del pastore Velino, fu trasformata in fiume dalla gelosa Giunone. Per non lasciare l’amata, Velino si lanciò dalla rupe di Marmore, un tuffo a capofitto destinato a ripetersi per sempre. 

Cosa fare alle Cascate delle Marmore

Per visitare le cascate delle Marmore in modo insolito basta scegliere tra un’escursione guidata in una delle oltre 300 grotte naturali, una passeggiata a dorso d’asino, un percorso alla scoperta del patrimonio botanico o una deviazione verso le mete artistiche e culturali più vicine. Per gli amanti delle attività più adrenaliniche c’è modo di praticare rafting e hydro speed. 

Cascate di Düden, Turchia

Il modo migliore per godersi il panorama è arrivarci in barca, con l’orecchio teso al fragore che si fa sempre più forte: impossibile rimanere indifferenti alla vista della parete d’acqua dolce che precipita a picco sulla distesa salata del Mediterraneo, un impressionante muro bianco latte che incontra uno specchio color turchese. Le cascate inferiori di Düden sono una meraviglia più unica che rara. Spingendosi per qualche chilometro nell’entroterra, tuttavia, si presenta un secondo spettacolo naturale, altrettanto suggestivo seppur completamente diverso: quello delle cascate superiori. Tra formazioni di origine vulcanica e pietre di tufo, stalattiti e stalagmiti, ci si imbatte in un salto di 15 m incastonato in una fitta boscaglia, un paesaggio insolito in Turchia. Sedendosi su una panchina si dimentica in fretta lo sciabordio delle onde, l’ombra di un albero sostituisce il caldo del sole e il piacere di un picnic (anche la gente del luogo sceglie questo posto per merende con amici e famigliari) placa la nausea di chi ha sofferto il mal di mare. Non resta che godersi la pace assoluta di questo paradiso terrestre. 

Merita una visita la vicina spiaggia di Lara, uno dei più lunghi litorali dorati della Turchia, insignita della Bandiera Blu. Tutt’intorno non mancano alberghi, bar e ristoranti. 

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