Da Cosenza ai giganti della Sila

Redazione Lonely Planet
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Se vi chiedessero di associare tre immagini alla Calabria, difficilmente di primo acchito pensereste a villaggi montani, pini giganti e funghi porcini. Eppure sono proprio queste alcune parole chiave della Sila e di uno degli itinerari che vi proponiamo nel nostro nuovo volume Italia in 52 weekend. Un viaggio lontano dagli stereotipi per scoprire l’incredibile varietà di scenari che movimentano il territorio e l’animo di questa regione. 

I Giganti della Sila
Un esemplare ultracentenario di pino laricio nella riserva naturale I Giganti della Sila © Giuma/Shutterstock
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Punto di partenza è la ‘Atene della Calabria’, la vivace Cosenza, sede di una prestigiosa accademia fin dal XVI secolo e ancora oggi ricca di caffè letterari e spazi artistici creativi, ma anche di parchi e piste ciclabili che l’hanno fatta entrare nella top ten delle città più verdi in Italia (secondo una classifica pubblicata dal Sole 24 Ore). 

Cosenza
Il centro storico di Cosenza © Piedone/Shutterstock
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All’orizzonte si innalza l’altopiano della Sila, polmone verde della Calabria, protetto da un parco nazionale che abbraccia 150.000 ettari di natura incontaminata, costituita all’80% da boschi: lo stesso nome Sila deriverebbe dal latino silva (foresta). 

D’inverno ci si può intrattenere sulle piste e da sci © Alfonso Di Vincenzo/Shutterstock
D’inverno ci si può intrattenere sulle piste e da sci © Alfonso Di Vincenzo/Shutterstock

I viaggiatori più dinamici apprezzeranno la versatilità di un territorio che d’inverno li intrattiene sulle piste e da sci, nella bella stagione li rinfranca con l’aria frizzantina di montagna invitando a lunghe camminate all’ombra delle conifere, mentre nei mesi autunnali esplode di colori per il foliage e con le prime piogge prolifera di funghi porcini. 

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Longobucco
Longobucco, uno dei borghi della Sila © Claudio Giovanni Colombo/Shutterstock

Chi invece è in cerca di relax troverà villaggi d’alta quota immersi nel silenzio, borghi dove si tramandano antiche tradizioni – come l’arte di tessere a mano la seta introdotta dai bizantini o di annodare i tappeti seguendo gli insegnamenti dei maestri armeni – e sponde lacustri per dolci passeggiate. Tutti, inoltre, potranno coronare il viaggio con la scoperta della generosa cucina locale, di impronta agro-pastorale: oltre a ogni possibile declinazione culinaria dei funghi e della patata silana, qui si gustano piatti schietti e saporiti, a base di carni e di formaggi come il caciocavallo silano. 

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