Il Cammino di San Benedetto: una grande avventura umana e spirituale, nel cuore dell’Italia minore
Per vivere una grande avventura non serve molto: nessun viaggio intercontinentale da intraprendere, nessun esborso dei risparmi accantonati, nessuna fatica adatta soltanto ai giovani e forti da mettere in conto. Il bello di mettersi in cammino è proprio questo: chiunque può farlo, in qualsiasi momento, e non c’è bisogno di andare in Spagna per vivere l’esperienza umana e spirituale che regalano le vie alla volta di Santiago. Con il Cammino di San Benedetto le sensazioni sono le stesse, alla scoperta però di un’Italia arcaica nel nome di un grande Santo. Un’Italia minore a poche manciate di chilometri dalla Capitale, che ripercorre la rotta di un’esistenza straordinaria: quella del monaco nato a Norcia intorno al 480, e morto a Montecassino il 21 marzo 547.
Un potente percorso tematico che in 305 chilometri attraversa i luoghi della vita del Santo fondatore dell’ordine dei Benedettini, patrono d’Europa e creatore della famosa Regola, sintetizzabile nel motto Ora et labora. Un tracciato che si svolge su sentieri, carrarecce e strade secondarie, cucendo i paesaggi meno noti di Umbria e Lazio. Non un percorso storico come la Francigena, ma un’intuizione che diviene Cammino ad opera di Simone Frignani, il più noto creatore di cammini tematici in Italia e autore di guide bestseller, tra cui quella del Cammino di San Benedetto. Camminatore prima, viaggiatore per lavoro poi, appassionato da sempre di mappe e geografia, laureato in biologia, dopo un pellegrinaggio sul monte Athos nel 2008 cambia vita. Prende una seconda laurea in teologia, decide di dedicarsi all’insegnamento della religione e intraprende un intenso studio cartografico che in tre anni di minuziosi sopralluoghi lo porta a dare vita a questo tracciato in nome di San Benedetto, così come lo percorriamo dal 2012 ad oggi.
Come nella tradizione dei cammini storici il percorso, indicato da una B gialla crociata, può essere compiuto a piedi, in bici o a cavallo in sedici tappe per i camminatori (con una media di 20 chilometri al giorno), sette per i ciclisti. Disegnate tenendo conto del profilo altimetrico di ognuna, per un impegno medio di cinque, sei ore al giorno, le tappe sono seguibili anche con le tracce GPS, disponibili sul sito. Immancabile la credenziale, sulla quale vengono apposti i timbri dei luoghi di passaggio, che dà diritto a ricevere il Testimonium di avvenuto pellegrinaggio una volta giunti a Montecassino.
Il percorso si sviluppa tra i 400 e i 1000 metri di quota. Oltre alle tre tappe certe del percorso esistenziale di San Benedetto (Norcia, dove nacque; Subiaco, dove fondò i primi monasteri; Montecassino, dove morì), il Cammino raggiunge numerosi borghi di un’Italia vicina ma remota, cornice ideale per un viaggio che diventa, tappa dopo tappa, un percorso interiore di profondo contatto con il genius loci del più autentico spirito benedettino, andando a toccare luoghi di eremitaggio straordinari, come l’indimenticabile Casa di Preghiera di San Biagio animato da un piccolo gruppo di suore salesiane, dove spicca la presenza di Suor Maria Pia Giudici, con i suoi oltre cinquanta libri pubblicati, una laurea in filosofia e una chiarezza di pensiero eccezionali dall’alto dei suoi 97 anni. E anche molti altri luoghi di intensa autenticità spirituale come Cascia, il grandioso convento di San Giacomo a Poggio Bustone, dove siamo accolti dal frate che tutti vorremmo incontrare, Fra’ Renzo, o il Santuario della Foresta, dove San Francesco compose il Cantico delle Creature, la Certosa di Trisulti e l’abbazia di Casamari. Ci sono poi gli eremi che non ti aspetti nei pressi di Roccasecca, che sprigionano una potenza evocativa come le grotte di meditazione sulla cinta himalayana, spiegati dall’impagabile Angelo con una dedizione che si rinnova ogni giorno per ogni pellegrino. E soprattutto l’indicibile bellezza del Sacro Speco, dove l’essenza benedettina esprime il suo trionfo.
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Sullo sfondo si staglia un paesaggio di natura selvaggia, negli attraversamenti di riserve naturali come quelle del Monte Navegna e Cervia, dei Monti Lucretili e Simbruini, o le gole del fiume Melfa. Un Cammino che, forse come nessun altro in Italia, è anche emblematico di un movimento in crescita: il 2018 è stato infatti il primo anno in cui gli Italiani hanno percorso maggiormente i Cammini tematici in Italia, invece che verso Santiago. In costante aumento la presenza straniera sul San Benedetto, circa al 20%, mentre il numero complessivo dei pellegrini raddoppia di anno in anno, superando attualmente le 8.000 presenze.
Ma la traccia più indelebile di questo Cammino è segnata dall’Associazione Amici del Cammino, formata da volontari che si prendono cura della manutenzione di ogni tappa, e soprattutto del passaggio di ogni pellegrino. Gli Amici offrono ospitalità a basso prezzo e in molti casi a donativo (cioè corrispondendo una libera offerta), che quasi sempre comprende anche una cena in casa, oltre che la prima colazione. Persone che rispondono a un nome e a un luogo, che rimane scolpito nella memoria dei passi: come la coraggiosa Giusi a Norcia, la sopraffina cuoca Piera a Monteleone di Spoleto, la generosa Cristina a Leonessa, l’intraprendente Rita a Rieti, che ti guida alla scoperta di Rieti Sotterranea. Poi c’è l’ispirante creatore del MondodiSopra Mauro, che discute con i commensali alla sua tavola in località La Foresta. A Rocca Sinibalda incontri Alice, con i prodotti della sua terra, le api e innovativi progetti ecosostenibili, la “mamma” dei pellegrini Rita è sempre pronta a offrire un caffè a Castel di Tora, mentre a Orvinio conosci Maurizio, anima degli Amici del Cammino, a Mandela l’instancabile Marzia produce canapa e monili ispirati a San Benedetto, oltre che a darsi un gran da fare per tenere puliti i sentieri. Nell’ultimo tratto di Cammino si giunge a Trevi nel Lazio, dove la giovanissima Luisa ti racconta la Ciociaria come nessun altro potrebbe, l’amorevole Ivana a Collepardo ti offre i dolci locali prima di una sosta nella bottega del “re delle erbe” Marco Sarandrea. Ad Arpino si sta a casa di Roberto, che ha messo l’accoglienza in cima alle sue priorità, e dove non può mancare un pasto gustato nella Trattoria del Corso, curata da Carlo; infine a Roccasecca, per l’ultima notte in cammino, Tommaso ti ospita come un padre. Nelle loro case, agriturismi o B&B, l’esperienza più autentica di questo viaggio vive in una cena condivisa, in un letto preparato con cura, nel dono quotidiano di aver fatto dell’ospitalità una scelta di vita.
Ospitalità e amici del Cammino
Norcia Ostello Il Capisterium, 339-56.39.237 (Giusi)
Monteleone di Spoleto Agriturismo Colle del Capitano, 0743-70.277 (Piera)
Leonessa Affittacamere Rauco, 347-57.29.951 (Cristina)
Poggio Bustone Convento di San Giacomo, 0746-68.89.16 (Fra’ Renzo)
La Foresta Le Querce di Tara, 348-42.73.023 (Mauro)
Rieti B&B La Terrazza Fiorita, +39 347-727.95.91 (Rita)
Rocca Sinibalda Azienda Agricola Colle Berardino, 333-25.84.500 (Alice)
Castel di Tora Casa del Camminatore, 328-974.56.78 (Rita)
Orvinio B&B Il Sorriso dei Monti, 333-76.20.639 (Maurizio)
Mandela B&B Feb Inn, 345-69.36.321 (Marzia)
Subiaco Casa di preghiera San Biagio, 334-71.38.286 (Suor Vilma)
Trevi nel Lazio Casa del Camminatore, 340-32.45.021 (Luisa)
Collepardo B&B La Corte d’Ivi, 340-99.94.332 (Ivana)
Arpino Il Ristoro dei viandanti, 320-63.05.974 (Carlo) / Casa del Camminatore, 328-54.25.707 (Roberto)
Roccasecca B&B Il Feudo, tel. 328-89.57.972 (Tommaso) / Visita agli eremi: 320-34.80.383 (Angelo)
Per maggiori informazioni, consultare il sito.