A passeggio nel Parco dei Monti Simbruini
A scorrere col dito una mappa dell’Italia in lungo e in largo si fanno scoperte piacevoli e inattese. A pochi chilometri da Roma in direzione Est, dove le pianure si alzano a confine naturale degli Appennini tra Lazio e l’Abruzzo, c’è uno dei parchi naturali più belli del paese, il Parco Regionale dei Monti Simbruini, un polmone verde che si estende su circa 30mila ettari ed è area protetta per legge regionale dal 1988.
In grado di catturare anche gli animali urbani più convinti, il parco è facilmente raggiungibile e offre varie opzioni di passeggiata accontentando davvero tutti, dagli escursionisti esperti con parecchi chilometri nelle gambe a chi cerca passeggiate più semplici. Senza dimenticare chi non resiste all’istinto di inforcare la mountain bike: qui si trovano percorsi molto affascinanti con dislivelli per tutte le esperienze, e con la bici si possono scoprire panorami e aperture inconsuete e meravigliose. Tutto si può fare in totale sicurezza: nel parco dei Monti Simbruini la rete di sentieri è articolata e ben segnalata e non è difficile trovare il percorso più adatto alle esigenze della propria giornata da gita fuori porta.
Essendo un’area comunque molto vasta, per la prima scoperta dei Monti Simbruini vale la pena scegliere un punto di partenza che sia il più centrale possibile. Venendo da Roma, il fulcro della passeggiata è sicuramente Monte Livata, denominata “la montagna della Capitale” data la sua relativa vicinanza a Roma. Il primo approccio va fatto a piedi, con l’esplorazione di una porzione della faggeta più estesa d’Europa, inoltrandosi comodamente nei sentieri più vicini al centro urbano, tutti ben segnalati da frecce rosse e particolarmente curati. Non bisogna farsi spaventare dalle indicazioni con i chilometraggi dei vari percorsi: non si è obbligati a percorrerli tutti. Ascoltare le proprie forze fisiche è sempre il cardine di ogni passeggiata nel bosco che si rispetti.
Per scoprire un altro versante conviene arrivare ad un’altra delle perle del parco dei Monti Simbruini, Cervara di Roma, piccolissimo borgo tra i più autentici d’Italia, arroccato a più di mille metri d’altezza. Da Roma si raggiunge con le stesse direzioni per Subiaco, poi si procede per Cervara di Roma che è ben segnalata. Proprio poco fuori dal comune, all’altezza di Morra Coreara, inizia un sentiero di circa 6 chilometri che porta fino a Campaegli attraversando la meravigliosa area faunistica dove si riproducono i cervi (e non è raro incontrarli a debita, prudente distanza). In inverno e con le nevicate giuste, nelle vallate si fa sci di fondo e si organizzano ciaspolate in gruppo che sono vere immersioni in un paesaggio lunare. In qualunque stagione o da qualunque punto scegliate di scoprire il Parco dei Monti Simbruini, la raccomandazione è una: farsi rimettere in sesto dalla potenza della natura, sentire l’ossigeno che rischiara i pensieri e riempie i polmoni.
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Un altro sentiero indimenticabile, sia in primavera quando la faggeta è rigogliosa sia in autunno in pieno foliage, è quello che parte da Campo dell’Osso/Monna dell’Orso e arriva sulla cima di Monte Autore, terza vetta in altezza tra i monti del Parco. A Campo dell’Osso si arriva proseguendo da Livata e seguendo le indicazioni. Si può anche ammortizzare parte del percorso costeggiando la strada tra i faggi per raggiungere direttamente la Monna Dell’Orso, dove si trova una stazione sciistica recentemente riaperta, dalla quale iniziare il trekking verso Monte Autore, dove si sale fino a 1855 metri. In questo caso è meglio essere allenati ed è consigliabile affidarsi agli esperti escursionisti che organizzano numerose passeggiate di vari livelli e piccoli gruppi. Colpisce il silenzio, morbidamente interrotto solo dal vento tra i faggi e da qualche raro saluto dei camminatori: il divieto di transito alle macchine è rigoroso e la bellezza delle vallate, dove non è raro veder pascolare greggi di pecore o trottare cavalli, lascia ammutoliti. Poco dopo l’inizio della passeggiata da Monna dell’Orso, qualche metro più avanti dell’osservatorio astronomico, vale la pena scalare il costone di montagna e scoprire un panorama più che magnifico: la visione telescopica sul Terminillo, il Gran Sasso, il Velino, la Maiella e tutta la catena degli Appennini innevati che dividono il Lazio dall’Abruzzo è unica. E sarà questa vista a farvi promettere che ci tornerete ancora: a piedi, in bici o a cavallo, approfittando delle numerose escursioni organizzate dall’ente del parco e dalle associazioni comunali.